domenica 30 dicembre 2012

Chiesa e politica


Il Vaticano ha perso l’occasione di stare zitto

Il coordinatore nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha diffuso il seguente testo:

         “Forse ci siamo troppo abituati agli interventi nella politica italiana della segreteria di Stato e della Presidenza della CEI. Sono interventi a volte espliciti ma spesso sotto traccia che si intuiscono o che si vengono a conoscere in seguito. Questa abitudine non può però farci  stare sempre  zitti. Sulla presa di posizione dell’Osservatore Romano di ieri a favore di Mario Monti e sulla omogenea linea dei vescovi e dell’Avvenire ci permettiamo di obiettare:

--si può fare finta di niente? si può in modo credibile cambiare cavallo senza adeguate spiegazioni, senza fare una radicale autocritica sull'appoggio garantito per troppi anni al centrodestra e a Berlusconi in particolare? Ci si è dimenticati delle troppe violazioni della legalità, della corruzione dilagante ai vertici della Repubblica, del malgoverno della crisi, delle politiche di rifiuto dell’accoglienza dei profughi, delle immoralità personali? Ci domandiamo se fosse giusto, se fosse evangelico pagare con questo silenzio benefici, privilegi, appoggio alle “campagne” organizzate dai vertici della CEI.

--tutte le realtà presenti nel mondo cattolico impegnate sui problemi sociali, sulle questioni della laicità, nel volontariato, nel pacifismo attivo, nella cooperazione internazionale, anche nella politica democratica sono forse composte da cattolici di serie B tanto da essere ignorate, e a volte penalizzate, perché inutili nelle grandi strategie del “do ut des” con le istituzioni? Romano Prodi è ancora nella lista nera dei cattolici adulti? Non ci sono anche cattolici che esprimono obiezioni vivaci nei confronti delle politiche del governo Monti per quanto riguarda l’equità e il welfare?

--le gerarchie dovrebbero avere -riteniamo- il mandato evangelico di invitare a un impegno civile positivo, alla solidarietà a favore degli ultimi, all’intervento a favore di una politica di disarmo e di pace, alla difesa della democrazia, alla tutela dei soggetti più deboli e di ogni forma di vita famigliare, alla difesa dei beni comuni…La gerarchia non ha però il mandato di sponsorizzare in campagna elettorale questo o quello, con l’obiettivo non dichiarato di intrecciare poi rapporti di scambio nel corso della legislatura. Questo tipo di interventismo episcopale è anche censurabile sotto il profilo degli stessi patti concordatari e delle reciproche "indipendenze" e "sovranità" previste dalla Costituzione nei rapporti Stato-Chiesa cattolica.

--questo nuovo orientamento politico dei vertici ecclesiastici, per il momento e per il modo con cui è fatto, non pensiamo che possa essere molto credibile e quindi efficace sia nei confronti della vasta area dell’astensione dal voto e della protesta presente anche nel mondo cattolico, sia nei confronti dell’orientamento di voto, sia nei confronti di un ipotetico rilancio di un partito unico dei cattolici.
Ci sembra piuttosto esprimere, in uno scenario mutato e a prescindere dai valori evangelici, la volontà di riprendere la politica dei veti, delle “campagne”, della difesa e delle pretesa di privilegi che hanno caratterizzato la stagione del ruinismo.

         Ancora una volta ci troveremo di fronte a Pastori il cui magistero sarà da disattendere per essere conseguenti con la nostra fede? Fino a quando?”

Roma, 28 dicembre 2012

venerdì 28 dicembre 2012

Donne che lasciano un segno!

In questi giorni - sarà la solitudine che aumenta quando arrivano le feste del natale - ho ricevuto tre messaggi di uomini che hanno avuto esperienze con donne africane. 
Storie cominciate bene e finite male.
Incontri casuali che poi alla fine son serviti.
Incontri che toccano ferite aperte e che mettono in moto meccanismi misteriosi.
Donne "con abiti succinti" che don Corsi condannerebbe...
Donne africane dal carattere forte che chiedono altrettante personalità forti.
Ecco parte di una lettera, mi basta quel "mi hanno lasciato segni profondi sul cuore"... il resto è accessorio.

Carissimo  Federico,
ti scrivo per dirti che rispetto tantissimo la tua storia personale e credo effettivamente che la Chiesa dovrebbe fare qualche passo avanti verso l'umanità vera, tendendo la mano a ciò che siamo più che a ciò che dovremmo essere. Oltre questo volevo dirti un'altra cosa. Io sono siciliano e vivo in Sicilia ed anch' io mi sono confrontato con il fenomeno della prostituzione delle donne africane. Mi capitava in passato di percorrere una strada periferica popolata da splendide donne nere in vendita e mi è capitato di soffrire per loro, mi è capitato di pormi tutta una serie di domande che, non ti nascondo, mi hanno lasciato segni profondi sul cuore, poichè tutta la mia vigliaccheria è stata messa allo scoperto, come del resto anche la mia mascolinità bestiale e nello stesso tempo impotente. E' stato devastante quel confronto anche solo  momentaneo con tanta bellezza femminile annientata lungo quelle strade. [...] 
Carmelo

lunedì 24 dicembre 2012

Dipende da noi

Dipende da noi
Che l'eterno non manchi di temporale
(Singolare rovesciamento),
Che lo spirituale non manchi del carnale,
Bisogna dirla tutta, è incredibile: che l'eternità non manchi del tempo,
Del tempo, di un certo tempo.
Che lo spirito non manchi della carne.
Che l'anima, per così dire, non manchi di corpo.
Bisogna andare fino in fondo: che Dio non manchi della sua creazione.

Cioè dipende da noi
Che la speranza non menta nel mondo.
Ciò, bisogna dirlo, dipende da noi
Che il più non manchi del meno,
Che l'infinitamente di più non manchi dell'infinitamente di meno,
Che l'infinitamente tutto non manchi dell'infinitamente nulla.

Dipende da noi che l'infinito non manchi del finito.
Che il perfetto non manchi dell'imperfetto.
[...]
Mistero dei misteri, che ha per oggetto gli stessi misteri,
Egli ha messo nelle nostre mani, nelle nostre deboli mani,
la sua speranza eterna.

Charles Péguy

domenica 23 dicembre 2012

La follia del natale


Ecco uno stralcio del messaggio natalizio di Giuseppe Stoppiglia (Ass. Macondo)


«Solo quando cesserà di preoccuparsi di contare in società, la Chiesa comincerà a contare veramente. Solo uscendo dalle proprie sicurezze mondane verso il mare aperto e incerto, essa recupererà una migliore capacità di farsi ascoltare» (Giancarlo Zizola).

Una Chiesa sostanziata di puro amore sarebbe schiacciata, annullata dalle istituzioni del potere e della violenza. Questo dramma l’ha vissuto sempre lungo i secoli e per non diventare vaso di coccio tra vasi di ferro, per essere in grado di trasmettere il messaggio, la Chiesa ha dovuto tradirlo, mondanizzarsi, diventare struttura di potere.

Il figlio del falegname, Gesù di Nazareth, e il figlio del mercante, Francesco d’Assisi, furono semplicemente folli. Di loro resta il messaggio perché è stato tradito. Solo tradendolo, lo si è potuto conservare. Per altri folli.

Perché l’amore è paradosso e scandalo: l’amore che tutto dona, l’amore che a tutti si dona, senza voler cambiare il mondo, accettando il prossimo per quello che è, cercando solo di aiutarlo, condividendo il dolore, la fatica, la disperazione, l’agonia. In silenzio.

La Chiesa della povertà, la Chiesa crocifissa è muta, invisibile, anonima, dispersa tra i senza voce. Non chiede di essere ascoltata. È messaggio vivente, incarnato, spoglio di simboli. È follia perché è semplicemente, testardamente, amore.

sabato 22 dicembre 2012

Storie di natale, accoglienza o rifiuto dell'amore reale

Pubblico questo post che ho ricevuto in questi giorni e una mia riflessione

CIAO FEDERICO

Ciao Federico....io sono appena reduce da una bellissima storia..con un prete...anche se lui non mi ha mai dato sicurezze ....è stata una bellissima storia...anche se lui ha sempre parlato del nostro amore come un amore impossibile. Però io ho sentito il suo cuore ...la sua anima....il suo amore...l'ho sentito tutto....
E' stato lui a cercarmi....mi sono confidata con lui perchè avevo problemi nella relazione con mio marito...problemi da lungo tempo...da anni..adesso mi sono separata....ma non è di questo che voglio parlare.
....mai avrei pensato di poter vivere una storia con un prete....io non l'ho assolutamente cercato..
Ho sempre creduto.....ho sempre avuto principi i valori molto forti....e questa storia è stata per me come un terremoto....mi ha sconvolto....mi ha minato da tutti i punti di vista...però l'ho vissuta pienamente...perchè mi sono innamorata per la prima volta nella mia vita all'età di quarant'anni!!!! Quindi gli ho dato il mio amore...il mio cuore... tutta me stessa....
Io non ero la prima storia per lui...ed io ingenua...quando l'ho saputo...non ci ho capito più niente...mi si è aperto un mondo che non conoscevo...
Io...da parte mia...sono certa di aver trovato in lui il vero amore della mia vita.....quello che pensavo non potesse esistere.....ho condiviso con lui momenti speciali....il solo abbracciarlo era un emozione incredibile....poi c'è stato molto di più e per me è stata una storia incredibile....ero felice....anche nella difficoltà di vivere questa storia...
Poi sono arrivati i problemi....lui che prima mi chiamava "amore"...."tesoro" e che mi parlava con il cuore e l'anima...ha cominciato ad allontanarsi...
però quando ci vedevamo....tutto era come prima.....mi ha detto spesso che era innamorato di me...e che non aveva mai vissuto una storia così.....provava con me delle emozioni speciali....
però....sebbene io non gli abbia mai chiesto di rinunciare alla sua scelta...non perchè non lo volessi...ma ero in un percorso di vita particolare e non potevo affrontare una situazione così forte (ho anche dei bambini) lui ha deciso "CHE NON SAPEVA ACCETTARE L'AMORE CHE PROVAVA PER ME" e ha deciso di mettere un punto alla nostra storia...dopo circa un anno..
a me si è spezzato il cuore....non riesco a riprendermi...perchè sapere che mi ama...ma che è così vigliacco e non ha il coraggio di scegliere....anzi lascia tutto nel sacrificio e nella sofferenza...mi fa stare infinitamente male....
questo mi fa pensare che l'amore che diceva, e che mi ha detto anche dopo aver deciso di finire tutto, non fosse poi così vero ed intenso....mi sono sentita presa in giro ed usata.....
non riesco a farmene una ragione.....allora ti domando...visto che magari tu puoi capire meglio di me quello che un prete può pensare e sentire....io cosa devo fare....DEVO SPARIRE DALLA SUA VITA IN SILENZIO?...o devo fargli sentire tutto il mio profondo amore in modo che lui trovi il coraggio di fare una scelta....
io dentro di me sento che ho perso la cosa più importante della mia vita e che non ne ritroverò mai una uguale..!!!Io non riesco a farmene una ragione....ci ho provato con tutte le mie forze....
il problema è che lui si è chiuso al punto tale...che quando lo cerco non mi risponde mai...e così io non ho più provato a cercarlo...
sono straziata...nel pieno del dolore profondo....e in tutto questo ho perso anche la fede che avevo...non riesco più a pregare e a credere...ho perso tutti i miei punti di riferimento...e poi ho perso lui!!!
Ho paura che lui scappi e che nel dolore si allontani da me...che si obblighi a portare questa croce per punizione...e che si abitui a questo dolore...e se io sparisco...lo aiuto in tutto questo....poi quando si sarà ripreso e mi avrà dimenticata...chissà forse si lascerà andare ad altre emozioni, meno importanti, che lo potranno confortare...
non so cosa devo fare.....


CIAO INNAMORATA DELUSA
(tentativo di darti un nome!)
purtroppo la tua storia sta diventando un ritornello sempre più ascoltato.
I preti sono uomini, o forse dovrebbero essere uomini...
L'amore per una persona, prima o poi, deve essere corrisposto. Se uno dei due, per paura o vigliaccheria o disinteresse, non sceglie... il rapporto non avrà mai un nome, un futuro, un senso... 
Pensando alla mia storia, il momento in cui ho scelto di vivere con Fidelia, è stato quando lei mi ha lasciato libero di scegliere... Sì, libero di scegliere. Senza ricatti o sceneggiate. E' proprio questo l'attimo migliore per scegliere.
Dopo un tempo circoscritto di tentativi, arriva il momento di fare i conti con la propria vita e il proprio futuro. 
Poi credo anche che ogni esperienza non sia mai inutile, perchè ci arricchisce sempre, nonostante provochi ferite. Il tempo però scorre. Allora, se può essere un consiglio... lascialo libero, non insistere e pensa al bene della tua vita! 
Un abbraccio
Federico

sabato 15 dicembre 2012

Premio Progetto "La ragazza di Benin City"

Anch'io sarò presente!
Come autore (e amico) del libro che è stato premiato nel 2009.

Ogni anno, ininterrottamente dal 2002, il Progetto la ragazza di Benin
City assegna un Premio, il PREMIO PROGETTO LA RAGAZZA DI BENIN CITY a
persone, associazioni, enti che hanno dato apporto alla lotta contro
la tratta e che si sono distinti per il loro impegno a favore dei
diritti umani.

La "cerimonia" di consegna del Premio avverrà a GENOVA,  DOMENICA 16
DICEMBRE 2012, ALLE ORE 16. Il ritrovo dei premiati è per le ore
14,30, presso l'emporio/museo di Fabrizio De Andrè, Via del Campo 29
rosso.

Il Premio assume da quest'anno una dimensione internazionale e
l'Associazione vittime ed ex vittime della tratta, nucleo centrale del
Progetto la ragazza di Benin City, ha deciso di attribuire due
Riconoscimenti Speciali.

Il PRBC sta predisponendo un evento a Benin City (Nigeria) per
premiare WOLE SOYINKA, scrittore nigeriano, Premio Nobel per la
Letteratura e nel corso della cerimonia a Genova sarà invece premiato
don ANDREA GALLO.

Isoke Aikpitanyi
PRBC - ASSOCIAZIONE VITTIME ED EX VITTIME DELLA TRATTA


L'amore? La storia di due naufraghi...

Bellissima questa immagine! Ripenso alla mia storia...

Il segreto di Pretty Woman
di Massimo Gramellini (da La Stampa del 14 dicembre 2012)

Com’è possibile che alla ventiduesima replica «Pretty Woman» abbia radunato ancora davanti al video quasi cinque milioni di persone? Esiste un filo onirico che unisce Cenerentola a Sissi, Sissi alla prostituta di Julia Roberts e la prostituta alle eroine di «Twilight» e delle «Cinquanta Sfumature»? E’ così originale la vicenda di un miliardario che affitta una escort (una sola, poi) per qualche cena elegante? 
 
Le domande sono molte e, poiché esiste la fondata ipotesi che una delle ventidue repliche vi abbia attraversato la retina, non starò a ripercorrere la trama del film per filo e per segno. Basterà ricordare che «Pretty woman» racconta la fiaba d’amore fra una moderna cenerentola e un moderno principe azzurro: un finanziere prima della crisi dei mutui, quindi ancora circonfuso da un alone immacolato di irresistibilità. Ma un sogno esclusivamente materialista sarebbe evaporato in fretta. Se l’immaginario delle donne è rimasto segnato per sempre, ci deve essere qualcosa che agisce a livelli più profondi. Ho il sospetto che sia il rovesciamento dei ruoli nell’interiorità. La prostituta è povera e volgare, ma si vuole bene. Il manager è ricco e raffinato, ma si detesta. Il più disgraziato dei due, alla fine, è lui. Infatti la escort può anche ricominciare a vivere senza il lusso garantitole dal finanziatore. E’ il manager che si sente sperduto senza l’energia vitale della ragazza. Andando a riprenderla, non salva lei, ma se stesso. Meglio, si salvano a vicenda. 
Perché cos’è in fondo l’amore, se non l’eterna storia di due naufraghi che decidono di salvarsi a vicenda?