La situazione in Egitto
Siamo sempre condizionati dalla televisione! Ho sentito oggi al Tg2 parlare di "pericolo anarchia", ed è quello che molti colleghi operai mi riferiscono: "Hai visto cosa sta succedendo in Egitto? Tutta quella gente pericolosa?"
Le manifestazioni sembrano essere sempre negative, il silenzio del suddito sempre positivo. E' questo il messaggio che passa in Italia. Chi protesta sono sempre gli estremisti dei centri sociali, non gente "normale", famiglie, cittadini stanchi!
E il pericolo sembra essere solo ciò che si vede, il sangue che scorre... e non le ingiustizie e gli omicidi mascherati da sorrisi e discorsi diplomatici.
La violenza fisica va sempre evitata, ma non vi sembra di essere ugualmente violentati quando nel nostro Paese domina la politica della menzogna?
Ma noi italiani saremmo in grado di scendere a milioni in piazza per chiedere le dimissioni del nostro dittatore?
Qualcun'altro sottolinea però che Mubarak è al governo da 30 anni!
Forse per noi è più difficile: non si tratta solo di mandare via un individuo o la cerchia a lui stretta (sarebbe già abbastanza!), ma di rivedere un vero e proprio modo di pensare, una cultura, una mentalità.
No, noi italiani non siamo in grado. Tristemente abbassiamo la testa ormai stanchi e demotivati, con la rabbia che si ritorce contro di noi trasformandosi in depressione. No, non siamo in grado di manifestare contro la menzogna, l'ingiustizia, l'omertà, la corruzione. pochi lo fanno e vengono messi a tacere.E' vero, si tratta di rivedere un vero e proprio modo di pensare, una cultura, una mentalità. Altrimenti...giù un individuo, avanti un altro.
RispondiEliminaHo appena ricevuto da Milano e ti giro.
RispondiEliminaSe te la senti puoi appoggiare o far conoscere con urgenza questa inizativa? Grazie. Qualcuno insinuerà qualche rigurgito non sopito di femminismo o simile.Ma noi sappiamo che non è cosi.
http://senonoraquando13febbraio2011.wordpress.com/
ecco lau, hai visto?ci siamo riuscite.non saremo milioni, ma comunque non è x farci contare, ma x con cordare
RispondiEliminaa volte noi impariamo al contrario.
ci insegnano che i paesi sviluppati sono modelli di civiltà, libertà, cooperazione, evoluzione dei costumi sociali. ancora nei libri di scuola i paesi sviluppati risultano essere l'italia (guarda bene la sua economia, la finanza, politica sociale) la grecia e la spagna (a rischio fallimento) etc... eppure magari possiamo ogni tanto imparare noi da coloro che definiamo deboli , in via di sviluppo e altre amenità etnocentrate
possiamo ri partire dalla capacità di indignarci, dal volere un paese dove almeno cerchiamo di rispettare le persone, a partire dai fragili ed indifesi.
alcune donne e madri hanno lavorato- a livello locale - e cooperato di notte per mettere insieme questa baracca. non è niente di più che una marcia. in verità secondo il capo gocerno di turno è da ritenere solo una goccia nel mare della nefendezze su cui camminiamo ogni giorno
ho raccolto anni fa i racconti di giovani ragazze che si prostituiscono e che vengono poi accolte in strutture per minori. mi gelevano le descrizioni dei loro insospettabili clienti tipo.
e tu magari sai anche di più, di quanta miseria puo albergare in certi cuori inariditi e induriti dentro
il degrado che rasentiamo è assurdo e incomprensibile se pensiamo a quante ricchezze abbiamo intorno e non le sappiamo cogliere ma solo devastare.