Il FORUM di Belém ha avuto un indubbio protagonista: i popoli indigeni dell'America Latina, che con 44 milioni di persone e 22 macro-etnie, rappresentano il 10% del continente ispano-brasiliano. Essi ci hanno ricordato la tragica data del 1492, quando iniziò il saccheggio globale e si inventò la teoria delle razze per giustificare l'etnocidio, la tratta degli schiavi e la persecuzione operata dagli stati repubblicani, dopo l'indipendenza dalle monarchie europee (inizi del XIX secolo). I rappresentanti dei popoli indigeni hanno diffuso una nota "Lotta globale per la Madre Terra contro la Mercificazione della Vita", che contiene molte delle tematiche discusse al SOCIAL FORUM.
Ne estraggo una sintesi telegrafica, sulla quale mi riprometto di tornare con alcune considerazioni in un altro momento.
Noi Popoli Indigeni Originari pratichiamo e proponiamo: l'unità tra Madre Terra, società e cultura. Educare la madre terra e lasciarsi educare da lei. Educazione all'acqua come diritto umano fondamentale e non la sua mercificazione. Decolonizzare il potere col "Comandare ubbidendo", autogoverno comunitario, Stati Plurinazionali, Autodeterminazione dei Popoli, unità nella diversità come altre forme di autorità collettiva. Unità, dualità, equità e complementarietà di genere. Spiritualità dal quotidiano e dal diverso. Liberazione da ogni dominazione o discriminazione razzista/etnicista/sessista. Decisioni collettive sulla produzione, mercato ed economia. Decolonizzazione delle scienze e tecnologie. Espansione della reciprocità nella distribuzione di lavoro, di prodotti, di servizi. Da tutto questo produrre una nuova etica sociale alternativa a quella del mercato e del profitto coloniale/capitalista.
Apparteniamo alla Madre Terra non siamo padroni, saccheggiatori, né venditori di lei ed oggi arriviamo ad una crocevia: il capitalismo imperialista ha dimostrato essere non solo pericoloso per la dominazione, sfruttamento, violenza strutturale ma anche perché ammazza la Madre Terra e ci porta al suicidio planetario che non è né "utile" né "necessario."
Noi Popoli Indigeni Originari pratichiamo e proponiamo: l'unità tra Madre Terra, società e cultura. Educare la madre terra e lasciarsi educare da lei. Educazione all'acqua come diritto umano fondamentale e non la sua mercificazione. Decolonizzare il potere col "Comandare ubbidendo", autogoverno comunitario, Stati Plurinazionali, Autodeterminazione dei Popoli, unità nella diversità come altre forme di autorità collettiva. Unità, dualità, equità e complementarietà di genere. Spiritualità dal quotidiano e dal diverso. Liberazione da ogni dominazione o discriminazione razzista/etnicista/sessista. Decisioni collettive sulla produzione, mercato ed economia. Decolonizzazione delle scienze e tecnologie. Espansione della reciprocità nella distribuzione di lavoro, di prodotti, di servizi. Da tutto questo produrre una nuova etica sociale alternativa a quella del mercato e del profitto coloniale/capitalista.
Apparteniamo alla Madre Terra non siamo padroni, saccheggiatori, né venditori di lei ed oggi arriviamo ad una crocevia: il capitalismo imperialista ha dimostrato essere non solo pericoloso per la dominazione, sfruttamento, violenza strutturale ma anche perché ammazza la Madre Terra e ci porta al suicidio planetario che non è né "utile" né "necessario."
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