Un pezzo di omelia di Alberto Maggi, biblista dei Servi di Maria, ultimamente bacchettato dai vescovi (leggi qui). Quando un messaggio ha troppo successo e toglie fedeli e offerte alle chiese... ma soprattutto libera le persone da schiavitù e dipendenze (anche religiose...) allora diventa un problema serio!
Vangelo di domenica 12 settembre... commento
[...]Cento pecore, dieci monete rappresentano un tutt’uno (100,10: se togliamo l’1 c’è lo zero, si perde tutto).
L’umanità per Gesù è indivisibile, non si può dividere il mondo in sacro (i 99 «giusti» o buoni) e profano (i cattivi).
Così facevano i farisei, quelli che «si ritenevano giusti », “separati”
(pharisaios vuol dire “separato” dalla massa).
Nell’ambito di Dio “ci sarà gioia nel cielo per…(v. 7); …vi è gioia davanti
agli angeli di Dio…” (v. 10) i valori si invertono: i perdenti, i diseredati, gli
emarginati dalla società religiosa se si emendano attivano la loro capacità di fare
festa e la condividono con gli altri.
Quelli che si ritengono giusti e sicuri di se stessi, quelli che disprezzano
chiunque non la pensi come loro, non hanno la capacità, né sentono il bisogno di
conversione, e quindi di far festa.
Sono degli ipocriti, che curano solo la loro immagine, ripiegati su se stessi,
annoiati.
Eh Fede come chiude l'articolo "le offerte dei fedeli stanno lì, su di un ricco piatto" le motivazioni sono "forti" in campo clericale. Che tristezza...
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