(dal commento al vangelo della domenica di Alberto Maggi)
E infatti “Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio”, rendere gloria a Dio era un privilegio considerato esclusivo di Israele, “all’infuori di questo straniero”.
Il termine ‘straniero’, adoperato soltanto da Luca nel Nuovo Testamento, è lo stesso che si ritrovava nella cancellata, nella palizzata, che divideva nel tempio l’ingresso dei pagani da quello dei giudei. Anche i non ebrei potevano entrare nel tempio, ma c’era una palizzata, un recinto, con delle targhe, dove c’era scritto: “che nessun straniero”, lo stesso termine adoperato qui da Luca, “entri all’interno della palizzata del recinto, perché, se viene sorpreso, dovrà incolpare se stesso della morte che seguirà”.
Quindi era proibito avvicinarsi al Signore. Qui invece è il Signore che attira gli stranieri e cosa dice? “E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!»”
Sono stati purificati tutti e dieci, ma soltanto per quello che ritorna e riconosce l’autore di questa purificazione, solo per questo si parla di fede.
Quindi è la prova, come dicevamo all’inizio, che la fede non è un dono che Dio fa agli uomini ‐ il dono d’amore Dio lo fa a tutti quanti questi lebbrosi ‐, ma la fede è la risposta degli uomini al dono d’amore che Dio fa a tutti quanti.
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