domenica 27 marzo 2011

Una lettera che attende risposte...

...tra bisogno di auto-perfezione e indifferenza sociale


Caro Federico,

di fronte ad esternazioni come quelle di Marina a cui abbiamo cercato di rispondere come potevamo oppure a quelle di chi ogni giorno fa la stima in miliardi di euro del danno nucleare, come se ci fosse una relazione tra carta senza valore e la violenta morte provocata a TUTTA LA TERRA E ATMOSFERA CIRCOSTANTE dagli esperimenti nucleari, chiediamo: secondo te cosa possiamo fare?
Siamo in balia di corsi e corsisti che puntano sulla crescita umana e tenuti da illuminati laici o quasi e da cui si esce pieni di sè e saccenza e bramosi di ottenere un tornaconto personale.
Degli altri e delle loro sorti non ci interessa.
O in balia, ancora per poco presumiamo, della chiesa che su temi etici, ambientali, pedagogici interculturali e legati alla integrazione tra popoli comincia a pronunciarsi solo ora, quando i buoi sono scappati dalla stalle.
Ammansisce il gregge rimasto fedele al pastore e lo rende, più che mite, totalmente impotente e circoscritto nel recinto.
Tra le due schiere immerse nel torpore, stanno i potenti, coloro che hanno in mano le redini della nostra vita. Sempre tirati a lucido, sorridenti, rassicuranti,imperturbabili, falsi, spregiudicati, teatrali , sordi e... irraggiungibili.
Abbiamo raggiunto il punto di non ritorno?
Abbiamo messo Dio nelle condizioni di non sapere neppure Lui cosa fare, come comunicare con noi, cosi sordi?

Emma

(che ringrazio per la profondità)

5 commenti:

  1. Emma, che bella sintesi! Più che bella, realistica e tragica. Come dici tu, ognuno cerca il proprio tornaconto personale. Come nella spiritualità così nella politica, nell'economia, nella finanza... Lo slogan che spesso sento: "Bisogna stare bene con sè stessi", esclude le relazioni con l'Altro-altri, o vengono accettati o sfruttati in funzione del proprio benessere.
    La sfida rimane la relazione gratuita, con il prossimo, con chi ci "capita" affianco...

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  2. Lo slogan "bisogna stare bene con se stessi" per alcuni è ancor piu avvalorato e legittimato dal fatto che- specie nell'occidente capitalista e....cristianizzato- ci siamo assuefatti alla traduzione "ama il prossimo come te stesso". Quindi ci convinciamo ancor di più che per amare gli altri dobbiamo prima di tutto amare noi stessi.

    Peccato che gesu non ha detto proprio cosi. poichè non si puo amare "a comando".e se fossimo + collegati sentiremo lo stridente conflitto e contraddizione contenuti in questo inno tutto umano e ispirato da egoismo ed individualismo , ottimi conduttori di frustrazione e sensi di colpa(per chi crede di non riuscire ad amare) o di vuoto pavoneggiarsi (in chi amando molto sè stesso è convinto di avvolgere gli altri con il proprio ego)
    L''amore non è mai un calcolo, non prevede misurazionie e sperequazioni, non obbedisce a imperativi del tipo: "ama! gli gli altri come te stesso"

    Una versione delle parole estratte del vangelo che mi aveva colpito è questa:

    AMA l'ALTRO come SE' STESSO
    Cioè amalo per come lui è .
    Non per come lo vedi. Saresti sviato
    Non per come sei tu o nella stessa misura in cui presumi di amare te stesso. Ti ingannersti.
    Per amare devi fare un percorso di conoscenza
    Siamo diversi, anche nei bisogni e modalità di approcci. Per cui non sarebbe cmq rispettoso amare l'altro come io mi amo
    E nemmeno possibile, poichè è umanamente difficile misurare l'amore ed equiparare dosi e modalità
    Inoltre amare l'altro "come sè stesso" significa amare conoscendolo e conscere amandolo.
    Conoscere l'altro aumenta anche la capacità di conoscere il mondo esterno a me e quindi conoscere meglio anche me che in quel mondo sono contenuto

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  3. Se fossimo più collegati!
    Un giorno un corsista che partecipa ai famosi corsi rispose al mio invito a venire in Africa: "Ma come faccio a venire in Africa ad aiutare gli altri, se non riesco nemmeno ad aiutare me stesso?"
    Ed io gli risposi: "Ma chi ti ha detto che devi essere tu ad aiutare loro? Non possono essere invece loro ad aiutare te?"
    Ecco l'abbaglio!
    Ecco il calcolo che allontana dalle relazioni autentiche.

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  4. Chi ripete compulsivamente che per aiutare gli altri deve stare bene con se stesso è spesso chi mente sapendo di mentire. Questo è un modo per impedire o tenere a distanza dall'azione persone, solitamente perfezioniste e di natura introversa che mirando ad alti obiettivi ed avendo chiara l'infinita grandezza dell'essere, difficilmente ammetteranno di sentirsi realizzate e quindi di stere bene con se stesse e di sapere amare(a loro sembrerà di essere e fare sempre poco)
    Anche se poi di fatto il loro cammino è stato intenso e assiduo più di quello di altri

    Chi sostiene e diffonde la teoria del " devi prima amare te stesso per amare gli altri " è spesso colui che pur pieno di certezze su sè e il mondo ,è convinto di conoscersi molto bene, ma in realtà degli altri va alla ricerca anche per x trovare conferme esteriori (il riconoscimento e la gratitudine dell'altro)che il suo interiore -zittito dall'ego - non sa restituirgli
    Le 2 tipologie di individui quindi partono da presupposti diversi poichè la loro visione di sè stessi è diversa. Solo che nel primo caso l'aiuto verso l'altro avviene nella reciprocità , per puro slancio, senza aspettative; nel secondo caso l'insidia è quella , ritenendosi superiori verso i fratelli e la realtà, di operare x ottenere un riscontro ai dubbi personali sulla nostra integrità che non volgiamo o sappiamo esternare a noi stessi

    Lo psicologia junghiana spiega questa dialettica riconoscendo negli individui l'aspetto dell'estroversione e quello dell'introversione e 2 modalità diverse di conoscere la realtà individuale e collettiva
    Insomma ....è una questione di sguardo e punti di vista.Ma più siamo lontani o teniamo lontano gli altri (e spesso accade) o più li guardiamo dall'alto o dal basso (e spesso accade)...più il nostro focus rischia di confondere l'obiettivo e il soggetto vero della nostra visione

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  5. molto più sole, stelle e cielo tra loro che in mille corsi sulla crescita personale ....

    silenzio ed un mazzo di stelle in una volta di cielo dedicato al viaggio di vittorio (arrigoni)

    ma anche
    alla giovane ragazza di pd cui è toccato il riconoscimento del corpo ed un esperienza che è un anticipo della pasqua davanti ad un sepolcro fatto di pietre che volano via

    ecco, un esempio tra i tantissimi di persone che hanno smesso di parlare di questo o quel dio e proclamare le loro idee e senza fare clamore sono diventate operose , operative e caritatevoli (la carità è l'amore operante) .
    le loro azioni, magari azzardate e un po' ingenue, si sono sostituite alle parole e ad ogni potenziale insegnamento.
    ecco perchè nessuno di loro sarà destinato alla celebrità, ai riflettori puntati, agli agi e ricchezze, alla santità. non certo in questa vita



    http://anordest.corrieredelveneto.corriere.it/articoli/2011/04/gaza_il_riconoscimento_di_silv.html

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