lunedì 5 gennaio 2009
IL MAL D'AFRICA
"L’Africa mi ha messo in contatto con le mie emozioni più profonde…. Esiste il mal d’Africa, io l’ho provato ed è qualcosa di lacerante… uno strappo che ti lascia una nostalgia infinita, il senso del paradiso perduto. Beninteso, quella era un’Africa serena, non piagata da guerre civile, fame e malattie.
A Ngambè Tikar (nella foto) la natura è generosa: la giungla offre banane, cacao, c’è il mais, l’ananas, i pesci sui fiumi e animali da cacciare. Non fa freddo, ci sono le due stagioni e in giungla tutto cresce velocemente: vi sono anche 3 raccolti l’anno. Ci sono serpenti velenosi (il mamba verde: ne ho visto uno schiacciato lungo la strada battuta del villaggio).
La gente costruisce ancora i tam tam, la domenica è vestita benissimo, pulitissima e coloratissima. Ho assistito ad una messa della Vigilia in cui l’atmosfera era festosa e tutti ballavano e cantavano con quel senso del ritmo che scorre loro nel sangue….
Vicino al villaggio ce n’è un altro di pigmei: quelli un po’ più grandi rispetto a quelli del Congo. Sono ahimè rovinati dall’alcol eppure a Ngambè Tikar dicono che quando devono finire qualche lavoro riescono a tenere lontana la pioggia perché hanno poteri magici…".
(Alessandra di Treviso, è stata a Ngambè Tikar nel 2000)
E' bello sapere che qualcun'altro è passato per il villaggio di Ngambè Tikar, e che quell'incontro ha lasciato un segno indelebile. Le parole sopra citate possono incoraggiare, coinvolgere e contagiare. Esiste davvero il mal d'Africa, ma non dell'Africa delle grandi città, costruite sul modello di quelle del Nord del mondo, tra smog e baraccopoli. Di quella dei villaggi, piuttosto, dove si respira ancora il calore della vera cultura africana, fino a quando non verrà contaminata completamente dal miraggio dello sviluppo occidentale moderno.
Lo so, ci sono anche i serpenti. Ma l'importante è non disturbarli!!!
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