Nonostante la guerra a Gaza ci stia impressionando, soprattutto per le scene di centinaia di vittime innocenti, nel mondo altre guerre continuano a spargere sangue. Non parliamo dell'Africa! L'Africa appare costantemente in guerra. Anche se la televisione non sempre ne parla, del resto i nostri occhi si abituano in fretta a scene ripetitive! Fame, profughi, crisi senza fine e soprattutto senza cause evidenti. Per spiegarli si fa spesso ricorso ad antichi retaggi di conflitti "ancestrali". La realtà è ben diversa: nelle guerre del continente si giocano - spesso con armi modernissime - lotte di potere e strategie di mercato. "Signori della guerra" e imprese, potenze straniere e politici locali si scontrano e si alleano, alternano violenza e trattative, pianificando strategie con l'uso di deliberate tecniche di consenso: l'appartenenza a un popolo, la lingua, la cultura, la religione diventano così strumenti per mobilitare le coscienze e legittimare le peggiori atrocità. E mentre il continente continua a cedere le proprie risorse a vantaggio di pochi, la guerra diventa parte di un sistema economico che si colloca in pieno all'interno dei processi di mondializzazione.
Gli africani stessi che incontro, mi parlano di guerre legate alla differenza di religione o di tribù. Balle! E anche se fosse, un conto è combattere con armi leggere, un conto è farlo con fucili, bombe e carriarmati. Il mercato delle armi non è mai in crisi, e fa comodo a qualcuno far nascere e alimentare conflitti. Altrimenti le armi scadono!
Vi invito a leggere il libro di Alberto Sciortino, "L'africa in guerra. I conflitti africani e la globalizzazione", Ed. Baldini Castoldi Dalai, 2008.
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