Quando l'errare non è un errore. Il nuovo trend si chiama "Turismo etico" e il viaggiatore etico dovrebbe chiedere piuttosto "chi sostiene in vostro hotel"? e informarsi - prima di partire per l'Africa, l'Asia, le Americhe e per tutti il luoghi in cui l'industria del turismo ha spopolato ai danni della gente - se l'albergo prescelto faccia parte di una multinazionale o di un gruppo locale. I viaggiatori etici in fondo non sono molti ma sono invece tantissimi i popoli che vivono in luoghi turistici, senza che l'andirivieni di gente danarosa abbia migliorato la loro condizione. Sono quei popoli che vengono ritratti nelle baracche fotografate, a mo' di avventura, dai turisti, durante il piccolo tour in pullman con vista sulla povertà. Un invito a riflettere, non soltanto a viaggiare.
Essere ospitati nelle famiglie è un'esperienza fantastica. Così come lo è stato per molti giovani durante i viaggi in Camerun nel 2003 e nel 2007. Gli africani dei villaggi sono ancora molto ospitali, non chiedono soldi in cambio, e sono disposti a cedere il proprio letto a uno straniero sconosciuto. Lezione esemplare in questi tempi di paura e diffidenza. Certo, non hanno nulla da perdere, tutto da guadagnare.
Se penso a quelle situazioni mi assale un po' di rabbia. Gli africani che incontro a Padova spesso hanno perso quel senso di gratuità che li caratterizza. Non ci ha forse caratterizzato tutti alcuni decenni fa? Forse è il nostro ambiente che li plasma e li trasforma. Non sono disposti a fare niente per niente. Forse vedono i bianchi come persone dalle quali ricevere e basta, ingannandoli quando serve. Dopo tutto quello che i nostri antenati hanno fatto a loro! Ma l'africano non è così. Lo potrete sperimentare durante un viaggio in Africa, lontano dalle città e dalle antenne paraboliche. C'è il fango ma anche la gratuità. Non c'è l'elettricità e nemmeno l'egoismo. Per chi verrà in Camerun questa estate non mancheranno incontri arricchenti ed emozioni uniche.
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