“Avere il cuore puro, è vedere l’altro in quanto altro”
Da un'intervista a Jean-Luc Nancy, noto filosofo francese
[...]Per comprendere che cos’è un “cuore puro” bisogna tornare all’amore, che consiste nel vedere l’altro come altro. Si tratta proprio di vedere, cioè di essere nel rapporto, senza nulla che si possa afferrare. Non si “vede” un oggetto, si “vede” un’apertura, un’evasione verso l’altro. Che cosa chiede l’amore se non una purificazione del cuore? Una purificazione delle mie attese affinché io possa vedere l’altro come altro. È veramente attraverso il cristianesimo che l’amore diventa questo riconoscimento dell’assolutezza integrale della persona. L’amore rinvia a ciò che noi non possiamo assolutamente afferrare. Forse è questo, “vedere Dio”. Non vedere un essere dietro gli altri esseri, ma vedere che ogni essere è assoluto, incommensurabile.
[...]La grande caratteristica del Vangelo è di essere un libro religioso che non contiene molta dottrina. Un libro in cui la “dottrina” è interamente offerta con parole pronunciate in certe situazioni. Le Beatitudini portano questo paradosso al culmine. Siamo all’acme del racconto evangelico, nel momento in cui ci si potrebbe attendere uno sviluppo dottrinale, invece, appunto, la dottrina non arriva. E Cristo pronuncia le Beatitudini. Ciò mi fa pensare a Nietzsche che dice: “Se Cristo fosse vissuto più a lungo, avrebbe abolito la sua dottrina.” Nietzsche manifesta in questo la sua profonda comprensione del cristianesimo. Ha capito molto bene che il cuore del cristianesimo non consisteva in una dottrina, ma in una vita. Questo nocciolo duro, etico se si vuole (se questa parola non è troppo consumata), non si lascia assorbire dai montaggi teorici, teologici o ecclesiastici. È un nocciolo molto resistente, mentre la forma che assume è apparentemente fragile, narrativa, invece di essere dottrinale, e il suo contenuto si situa interamente nella dolcezza.
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In vista della prossima festività dedicata a Maria, certa che la sua persona è stata dalla religione maschilista spesso snaturata ed adulterata per renderla adattabile al contesto che la religione nei secoli ha creduto più opportuno strutturare, ho cercato di riunire alcuni spunti tratti da un saggio di I. Magli dedicato alla Madonna.
RispondiEliminaIl testo non è più stato ri pubblicato ed è consultabile in qualche vecchia biblioteca. Mi è piaciuta la ricostruzione che questa antropologa fa della donna e della madre, senza elevarla a caricatura o statua, ma difendendone i tratti di donna non dissimile dalle tante altre donne sue contemporanee.
Mai ideale, ma reale. Non idealizzata da uomo, ma realizzata come donna solo in parte. Perché nella sua cultura la donna era essenzialmente madre e moglie.
Gesu ha cercato di cambiare anche la condizione femminile. Ma anche in questa direzione il suo desiderio non è stato realizzato pienamente .
Ho suddiviso il contributo in più parti, forse una decina. Intanto ne invio 4-5 . se vuoi puoi pubblicarle una alla volta (per non appesantire le pagine), revisionarle , dedicarci uno spazio o tenerle per te.
Dedico questa scrittura a tutte le donne che sono madri o che coltivano progetti come fossero figli che hanno bisogno di essere cullati per un po per crescere e poi poter camminare le strade del mondo da soli, ricordando che ogni individuo è un progetto e c’è un progetto per ogni individuo. Il grande architetto è la Vita e la sua inesauribile fantasia creativa