Il segretario della FIM di Napoli e un delegato della Fiat di Pomigliano, hanno raccontato stamattina, durante il direttivo della FIM-CISL di Padova, la situazione aziendale e sociale della loro realtà e hanno spiegato come sono arrivati al famoso accordo, che è stato approvato con un referendum dal 63% dei lavoratori.
Sentire le voci dei diretti interessati fa sempre bene! Certo mancava la versione della FIOM...
A sentire la campana della FIM sembrerebbe che l'accordo, pur essendo peggiorativo rispetto al CCNL, era l'unico modo per non lasciare a casa migliaia di lavoratori, da mesi in cassa integrazione a 700 euro.
Compromesso, responsabilità, sacrifici. E' difficile firmare un accordo che prevede la riduzione del proprio salario mensile di 200 euro, però si può anche fare se lo scopo è la salvezza dell'azienda, dei lavoratori. Passata la crisi, si vedrà! In ogni caso, da esterno, non posso giudicare la scelta di questi lavoratori che hanno cercato un accordo. Vedremo nei prossimi mesi se realmente vi è la volontà di riqualificare l'azienda, portando la produzione della Panda in Italia e non solo. Produttività, qualità, competitività... sono parole che sento spesso, ma vorrei che il vocabolario ne comprendesse anche altre come giustizia, equità e innovazione ecosostenibile: perchè non vengono prodotte Panda ad idrogeno? Guardare al futuro non significa rifare le cose del passato, o copiarle dagli altri, o spostare il lavoro dalla Polonia all'Italia...
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