L'eccezione araba al declino
Innanzitutto, il mantenimento di regimi autoritari che non rendono mai conto ai loro cittadini. Se esiste (o piuttosto se esisteva) un’ «eccezione araba», si trattava proprio di questo: questi regimi hanno conosciuto una longevità senza precedenti e perfino la grande ondata di democratizzazione che ha travolto l’Europa dell’Est, l’Africa, l’America latina, si è infranta contro il muro delle dittature del Vicino Oriente e del Maghreb. Mubarak è presidente dal 1982, Ali Abdallah Saleh dirige lo Yemen dal 1978 e, nel 1999 ad Amman Abdallah II è succeduto a suo padre, che a sua volta era salito al potere nel 1952. Per non parlare della Siria, dove Bashar Al Assad ha preso il posto del padre, al potere dal 1970, o del Marocco, dove il re Mohammed VI ha sostituito nel 1999 suo padre, che aveva regnato a partire dal 1961, della Libia dove Gheddafi imperversa dal 1969 e prepara suo figlio a succedergli. Quanto al tunisino Ben Ali, era presidente dal 1989, senza interruzione né condivisione del potere.
Alain Gresh
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