giovedì 18 novembre 2010
La paura del cambiamento e la perdita del potere
I dispersi dell'Argentina e i nuovi dispersi
Vera Vigevani Jarach, di origini italiane e cofondatrice del movimento delle "Madres de Plaza de Mayo" in Argentina, è stata ospite questa sera al cinema Esperia di Chiesanuova a Padova.
Per fare memoria.
Io c'ero.
La figlia Franca, diciottenne, fu prelevata in un bar di Buenos Aires insieme ad altri compagni di classe il 26 giugno 1976. Di lei non si seppe più nulla fino a quando, poco tempo fa, si è avuta la certezza da una sopravvissuta al campo di concentramento dell'ESMA che era tra le vittime dei voli della morte.
"La paura del cambiamento" ha spinto i militari argentini a rapire e uccidere giovani, avvocati, psicologi, giornalisti e artisti, piccoli imprenditori... speranze di un futuro nuovo.
Il colpo di stato civile-militare ha trovato l'appoggio e l'indifferenza di molte istituzioni. Tra cui la Chiesa-gerarchica nella figura del suo nunzio Pio Laghi. "Non è che non ci ascoltasse - ha detto Vera - ci dava una pacca sulla spalla, ci diceva poverine, ma poi andava a giocare a tennis con un generale dei militari".
Il silenzio è stato grande protagonista degli atroci crimini.
Cosa ci insegna?
La repressione un tempo violenta oggi è diventata non violenta, ma più pericolosa. Non si vede più il sangue, e può sembrare democratica. Ostacolare la libertà di stampa è forse l'ultima tecnica per continuare la repressione del cambiamento, del nuovo, dei giovani.
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