Non giustifico nè condanno l'atteggiamento di quei genitori nigeriani, che abitano in un quartiere a Padova vicino al mio, che non volevano permettere l'intervento di asportazione dell'occhio del proprio figlio, affetto da un tumore al bulbo oculare. Soltanto l'intervento delle forse dell'ordine e del tribunale dei minori di Venezia che hanno tolto la patria potestà ai genitori, è servito per poter iniziare l'intervento, che avverrà domattina presso l'ospedale di Padova.
"Marito e moglie, nigeriani, dicono di non essere intenzionati a procedere per via chirurgica e di sperare in un miracolo", scrive il giornlista sull'articolo di oggi.
Non so, mi viene spontaneo rispettare la loro scelta, perchè non è facile vedere un proprio figlio senza un occhio. Però nello stesso tempo quel figlio, senza intervento, è destinato a morire. E qua entrano in gioco diverse concezioni della vita, della realtà, della salute, della medicina, della fede...
Certo, povero bambino, dovrà vivere due volte discriminato: non solo per avere la pelle nera ma anche per non avere un occhio. Almeno mi auguro che possa ritornare nella sua famiglia, accolto e amato per quello che è.
Nessun commento:
Posta un commento