La crisi del sindacato
C'è amarezza in giro, nelle fabbriche, tra gli operai, per non essere riusciti a fare uno sciopero generale confederale contro la manovra economica. Inoltre oggi Berlusconi ha dichiarato di non essere disposto a modificarla.
"Non potevamo aderire ad uno sciopero che la CGIL ci aveva imposto! Uno sciopero va deciso insieme" dichiara un segretario della FIM.
Dall'altra parte la FIOM accusa la CISL di aver appoggiato la manovra del governo proprio come Confindustria.
Quello che è più triste è che gli scontri tra i vertici si ripercuotono poi alla base, dove i diritti reclamati sono praticamente gli stessi. Contrastare l'evasione fiscale, tassare chi più guadagna, evitare sprechi. Ma come fare tutto questo senza colpire i più deboli e senza tagliare la spesa per i servizi e il sociale?
Mentre la CISL, come sindacato democratico aconfessionale e apartitico, cerca forse l'eterno dialogo, la CGIL, come sindacato compatto che vanta il maggior numero di iscritti in Italia, cerca esattamente l'opposto: l'eterno conflitto.
Se Gesù fosse stato della FIOM, non avrebbe chiamato tra i suoi apostoli Matteo, esattore delle tasse e funzionario dell'Impero Romano, nè sarebbe andato a cena da Zaccheo, imprenditore del tempo.
Se Gesù fosse stato segretario della FIM non avrebbe di certo rifiutato l'invito a cena di Berlusconi, ma avrebbe usato parole molto dure contro di lui.
Il problema non è vedere Bonanni assieme a Berlusconi o Tremonti, il problema è che non si vedono "conversioni", nè inviti chiari e diretti, come fece Gesù con Zaccheo: Restituisci tutto ciò che hai rubato!
Discriminare a priori, avere pregiudizi, classificare i padroni come nemici e gli operai come santi, è un grave errore, secondo me. Soprattutto dopo le ultime elezioni che hanno visto molti operai votare per la Lega, espressione di un individualismo volgare e di un campanilismo fuori dalla storia.
La realtà è che l'unica religione che accomuna tutti attualmente è il capitalismo, che a sua volta si fonda sull'individualismo e l'ignoranza.
Recuperare un clima di dialogo e confronto, che cerchi di trasmettere un senso di comunione, per essere più credibili ed efficaci, è ciò di cui ha realmente bisogno il sindacato di oggi.
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