venerdì 15 maggio 2009
IN MEMORIA DELLE VITTIME DELL'OMOFOBIA
(...in coincidenza con le parole di Fini: "Sull'omosessualità Italia in ritardo")
Non è soltanto l'extracomunitario ad essere oggetto di violenze gratuite o di discriminazioni sociali, ma anche chi vive la propria sessualità in modo diverso da quella che il modello unico presenta come “normale”. L'omofobia e la transfobia non sono fatte solo di atti violenti, del singolo o del branco, sono anche presenti nel linguaggio, nelle parole e nelle immagini, nella strumentalizzazione dell'immagine e delle storie personali. Nonostante in Italia nel solo 2008 ci siano stati 9 omicidi, 45 aggressioni e numerosi atti vandalici e di bullismo basati su omofobia e transfobia, il nostro è uno dei pochissimi paesi europei che non abbia legiferato a favore del riconoscimento dei diritti civili di cui devovo poter godere le persone che vivono in coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali. Una posizione che purtroppo si trova in linea con tutti i paesi fondamentalisti (islamici e non) che all'ONU bloccano ogni iniziativa volta a depenalizzare l'omosessualità.
II rapporto “Omofobia e discriminazione in base all'orientamento sessuale e all'identità di genere negli stati membri dell'Unione Europea” denuncia infatti numerosi episodi di violenza contro lesbiche gay transessuali negli ultimi cinque anni, riferisce di una situazione in cui "un significativo numero di persone lgbt (lesbiche-gay-bisessuali-transessuali) nasconde il suo orientamento sessuale ai parenti per evitare discriminazione all'interno della famiglia”.
Contro la tragedia della sottocultura omofobica, transfobica, sessista, razzista, occorre un profondo impegno culturale, occorre conoscenza, occorrono battaglie per la laicità anche quando la legge dovesse davvero garantire i diritti e perseguire gli oppressori. Bisogna moltiplicare le iniziative (nelle scuole, nei luoghi di lavoro) perché si conosca la realtà delle persone gay, lesbiche e transessuali, al di là dei pregiudizi e delle manipolazioni televisive. Così come tenta di fare il Gruppo Emmanuele, persone omosessuali credenti, presente a Padova da alcuni anni, organizzando una veglia di preghiera in memoria delle vittime dell'omofobia, in occasione della Giornata Mondiale contro l'Omofobia, venerdì 15 maggio alle ore 20.45 presso la chiesa di Santa Caterina in via Cesare Battisti.
“Non possiamo stare in silenzio – sostiene il coordinatore del gruppo - quando milioni di uomini e donne soffrono nel mondo (minacciati, torturati e anche uccisi in alcuni Paesi) solo perché esistono, perchè amano e vogliono vivere l’affettività che il Signore ha dato loro”.
Certo, qualsiasi opinione ci siamo fatti riguardo alle persone omosessuali o con un differente orientamento sessuale dal nostro, non possiamo ignorarne nè l'esistenza nè le grosse difficoltà che devono superare per farsi riconoscere da questa società.
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