GLI SLOGAN AD EFFETTO DEVONO ESSERE CALATI NELLA REALTA'
Mi colpisce molto passare davanti ad una chiesa e leggere lo slogan, a caratteri cubitali, appeso all'ingresso: "Dio è amore". Ma cosa vuol dire "Dio è amore"? Prima di tutto: chi è Dio? E poi: cosa significa "amare"?
Amare come ci ha insegnato Gesù, mi verrebbe da dire quasi d'istinto. Anche se ci sono situazioni nuove rispetto a 2000 anni fa, le caratteristiche dell'amare di Gesù sono chiare: amore gratuito, fisico e spirituale, liberante, responsabile, sincero...
Ma se "Dio è amore" perchè - in riferimento alla mia esperienza personale - il mio amare concreto mi ha tolto l'autorità di predicare l'amore di Dio? Certo, dentro ad una chiesa, ma non nel mondo! Nulla mi impedisce di amare e di annunciare l'amore, ma qualche domanda me la pongo su un comportamento direi schizofrenico e contradditorio, proprio della dottrina cattolica.
A volte le persone semplici riescono ad andare in profondità, come questo mio amico che un giorno, in un bar nel nord del Camerun, mi disse: "Amare Dio è una questione di ideali, di senso da dare alla propria vita. Amare una o più persone è una questione molto concreta, alla quale ogni uomo e donna è chiamato. Sono due amori diversi e complementari, che appartengono a tutti."
La riflessione potrebbe continuare... Con molto piacere riporto la frase che un altro amico ha condiviso con me, proprio questa mattina:
"Ciò che mi conforta è il fatto che amare, costa sì fatica, ma non deve renderci schiavi di un ruolo, o di una funzione che finisce per disumanizzarci e frustrarci".
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