LE LEGGI CI SONO GIA' (ANCORA PER POCO), L'IMPORTANTE E' APPLICARLE
La riforma che il ministro Gelmini cerca in tutti i modi di far passare come innovatrice, moderna, migliorativa... ("Brava! Quante leggi giuste sta facendo questo governo!") c'era già ed è datata 1999. La legge c'era, ma non sempre è stata applicata. Una legge sulla composizione delle classi scolastiche che eviti la ghettizzazione e favorisca la reale integrazione... c'era già. Bastava applicarla, o controllare che venisse applicata. Ecco due articoli che evidenziano la questione.
1. Dal tetto del 30% fissato per classe per gli studenti stranieri saranno esclusi i nati in Italia e che sono circa il 37%.
E' quanto ha dichiarato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini intervenendo oggi, su Rai Tre, a '1/2 h', il programma condotto da Lucia Annunziata.
"Gli studenti stranieri che saranno in sovrannumero nelle classi - ha detto la Gelmini - potranno essere trasferiti da un plesso scolastico all'altro: a questo scopo, il ministero dell'istruzione sta pensando a prevedere convenzioni con gli enti locali che si occuperanno degli spostamenti logistici".
''Mi fa piacere constatare che il provvedimento sul tetto del 30% all'interno delle classi per i bambini immigrati - ha proseguito il ministro - sia stato valutato non secondo un'ottica ideologica, ma sulla base dell'esperienza, suggerito tra l'altro da dirigenti scolastici, insegnanti che operano soprattutto nelle periferie delle grandi città".
''Si tratta di una misura di buon senso volta all'integrazione e alla convivenza civile - ha spiegato la Gelmini. Le classi costituite da immigrati, al contrario a volte possono trasformarsi in classi-ghetto. L'esodo poi di molti studenti italiani dalle scuole pubbliche alle scuole private perche' non ci sono le condizioni di un buon apprendimento - ha concluso il ministro dell'Istruzione - e' qualcosa sul quale bisogna riflettere e il governo deve poter avanzare delle soluzioni''.
2. Scuola, un tetto per gli stranieri? La legge (inapplicata) c'era già
Un tetto massimo alla presenza degli stranieri nelle classi c'era già e risale al 1999, quando fu varato il regolamento attuativo del testo unico sull'immigrazione (il dpr 394 del 31 agosto '99) che prevede, all'articolo 45, che la ripartizione degli alunni stranieri nelle aule va effettuata "evitando comunque la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri". Insomma si parla, seppur implicitamente, di un tetto del 50%. Un limite più alto di quello fissato dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. A ricordare la regola già esistente, ancora in vigore, ma di fatto disattesa, è il mensile Tuttoscuola.
Il regolamento fu emanato dal governo D'Alema che, all'epoca, comprendeva i ministri Luigi Berlinguer, Rosy Bindi, Livia Turco, Pierluigi Bersani. In effetti sia Livia Turco che Luigi Berlinguer non hanno osteggiato il tetto della Gelmini, anche se hanno posto rilievi e raccomandazioni sull'applicazione. I contenuti della norma di allora ricordano molto da vicino quelli della circolare di qualche giorno fa. Anche nel regolamento del 1999, ad esempio, ci sono interventi a favore dell'inserimento e dell'apprendimento dell'italiano. "Il collegio dei docenti- si legge- definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento" e ancora "il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzata altresì mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche nell'ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta formativa".
Il tetto, dopo il '99, nonostante la normativa esistente, comunque non è stato rispettato. Lo dimostrano i casi della scuola Carlo Pisacane di Roma dove, nonostante gli appelli della ormai ex dirigente Donatella Trani, negli anni passati, non si è mai raggiunto un accordo con gli enti locali per evitare il concentramento di stranieri. Oggi la preside è un'altra e rimarrà in carica fino a settembre, quando la scuola sarà accorpata ad una vicina media. La successiva dirigente, Flora Longhi, dovrà risolvere il problema di quel 90% di alunni non italiani alla primaria. Lo stesso si dovrà fare alla scuola elementare Radice di Milano dove oggi c'è una prima tutta composta di stranieri e dove c'è un italiano ogni ventiquattro stranieri.
11 gennaio 2010
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