IN OCCASIONE DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI
Il termine "unità" dà forse il senso della completezza, della stabilità, ma anche della compattezza rigida, del blocco statico.
Più che di unità vorrei pregare per una convivenza rispettosa, umile, pacifica, arricchente. Che riconosca e apprezzi la bellezza delle diversità.
Perchè dovrei pretendere che un protestante, un anglicano o un ortodosso accettino il primato del vescovo di Roma e la sua infallibilità sul piano teologico e dogmatico?
Perchè dovrei credere che esista solamente un modo, un modello, un catechismo, una teologia da sostenere per essere un fedele discepolo di Gesù di Nazareth?
Non prego per l'unità ma per il dialogo. Alla pari.
Da quando è sempre il vescovo cattolico (o un suo rappresentante) a sedere sulla sedia del presidente, a decidere lo schema della celebrazione, il luogo, la data e l'orario... da quando ho notato che la predica del vescovo è sempre molto più lunga dell'intervento della pastora o del reverendo, non ho più partecipato alle veglie ecumeniche organizzate dalla diocesi di Padova.
Il mio ecumenismo è celebrare a volte la messa con la comunità anglicana nigeriana, partecipare al culto della chiesa evangelica, accogliere l'invito a pregare con un gruppo di cristiani. Il mio ecumenismo è accogliere prima di tutto le tensioni dentro di me, le persone con le loro storie, le sfide reali di questa società. "Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia!"
Perchè, sul piano della fede in Gesù, si ascoltano sempre le solite voci e non si dà spazio alle minoranze profetiche? Abbiamo bisogno del timbro della nostra organizzazione, del nostro partito, chiesa, ecc... per apprezzare un intervento, un contributo dato dal di fuori?
Apprezzo, stimo, appoggio coloro che tentano strade nuove, che cercano, che faticano... "Se mi esprimo su certe questioni, vengo escluso dalla cerchia di amici" mi confida una catechista con una fede adulta.
Non prego per l'unità, ripeto, prego per un maggior dialogo all'interno della Chiesa cattolica stessa, per una libertà di pensiero, anche per una crescita culturale di fedeli troppo spesso ignoranti e obbedienti. Esistono gruppi di ricerca, studi biblici, teologi liberi, vi è una ricchezza di riflessioni, di esperienze, di proposte... Ma perchè ci fà così paura il pluralismo della realtà? Perchè ho paura di convivere con una persona che vive la propria fede in modo diverso dal mio? Se lo faccio allora sono bravo, allora dovrei provare a convertirlo...con la testimonianza...blablabla...
Queste settimane di preghiera mi fanno sorridere. L'ecumenismo del basso esiste già, quello dell'alto si allontana sempre di più.
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