Saviano al salone del libro a Torino
(tratto da Repubblica)
"Le parole cercano di aggiustare il mondo - ha detto Saviano - la situazione in cui mi trovo dimostra che i lettori sono pericolosi, tutto questo l'hanno innescato loro. E quindi vorrei che la stessa responsabilità che mi assumo io e che si assumono gli scrittori se la prendessero anche i lettori. Dobbiamo diventare un'armata pacifica di parole".
"Da più parti ultimamente mi si accusa di esser rompiscatole - ha aggiunto - ma io sono molto fiero di esserlo. È Il ruolo del raccontatore, è dire cosa sta accadendo, è dire questo è vero questo ci riguarda. Questa potenza della letteratura fa paura al potere. Perché quel qualcosa diventa di chi lo legge. Dicono che guadagniamo: è vero ma dove sta il problema? Non vogliono forse che abbiamo i soldi per pagarci gli avvocati?". E appello: "Non fate passare queste menzogne, non permettete che dicano queste cose.
Nel suo racconto Saviano parla di un reduce di guerra dall'Afghanistan. "I militari che vanno in guerra - ha spiegato - al 90 percento sono meridionali. Volevo raccontare questa realtà che spesso non è conosciuta".
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