venerdì 16 ottobre 2009
CARI MISSIONARI IN PARTENZA
Venerdì 16 ottobre alle ore 21 nella Cattedrale di Padova, il vescovo Antonio Mattiazzo consegnerà il crocifisso ai missionari in partenza, come segno di una chiesa che apre le braccia inviando i suoi figli ad altre chiese sorelle nel mondo. La veglia rispecchierà lo slogan dell'ottobre missionario che ha come titolo Vangelo senza confini.
Riceveranno il crocifisso: donRaffaele Sandonà, presbitero fidei donum, in partenza per la Thailandia; padre Vito Girotto, missionario della Società Missioni Africane, in partenza per il Niger; fratel Lorenzo Baccin, missionario comboniano, in partenza per l’Egitto; padre Girolamo Miante, missionario comboniano, in partenza per il Togo; suor Elisa Baù, delle Piccole figlie di San Giuseppe, in partenza per la Guinea Bissau; suor Lucia Colcera, delle Suore di San Francesco di Sales, Salesie, in partenza per l’Angola; suor Lionella Parise, delle Suore di San Francesco di Sales, Salesie, in partenza per l’Angola; la famiglia Dario Carnera e Marta Daniele, della comunità missionaria di Villaregia, in partenza per il Brasile
A questi si aggiungono dieci volontari di Medici con l’Africa – Cuamm: Andrea Atzori e Ibarburu Valbuena Ana, con i figli Josè e Maria Teresa, tecnici in partenza per il Mozambico; Michele Bona, amministrativo in partenza per l’Uganda; Corrado Cattrini, medico in partenza per l’Etiopia;
Moreno Dugaro, logista in partenza per il Sudan; Francesca Matricoti, medico in partenza per l’Etiopia; Alice Sabino, amministrativa in partenza per l’Uganda; Annalisa Saracino, medico in partenza per il Mozambico; Marco Scacchetti, medico in partenza per il Mozambico; Rossana Urso amministrativa in partenza per la Tanzania.
Domenica 18 ottobre la Chiesa celebra la Giornata missionaria mondiale.
LA MIA LETTERA...
Cari "missionari" in partenza,
questa sera il vescovo di Padova vi consegnerà il crocifisso.
Provo a mettermi nei vostri panni, io missionario fidei donum mancato, in attesa però di andare in Africa senza simboli religiosi nè istituzioni di sostegno.
Non è facile partire, lasciare la propria terra, andare a vivere in un paese straniero. Penso soprattutto alla famiglia in partenza per il Mozambico e a quella destinata in Brasile. Che bel coraggio!
Deve sicuramente esserci una motivazione forte che riesca a farvi rinunciare, anche solo momentaneamente, alle comodità del nostro benessere occidentale ed affrontare gli imprevisti dei Paesi cosiddetti "in via di sviluppo". A chi si schiererà dalla parte degli impoveriti e intralcerà gli interessi dei potenti, potrebbe attendergli una brutta fine. Mi raccomando, se riceverete minacce di morte, non siate imprudenti. Non abbiamo bisogno di altri martiri morti, ma di nuovi testimoni vivi.
Portate il vostro modo di essere uomini e donne, fratelli e sorelle universali. Dentro agli ospedali, nelle case, lungo le strade. Portate la vostra esperienza personale di Dio, ma non portate la chiesa di Roma, la gerarchia, la trinità, i sette sacramenti. Non portate il dualismo platonico nè la sessuofobia giudaica, il neoliberismo americano nè il berlusconismo italiano. Oppure portateli (perchè forse inscindibili) senza imporli, mostrandone i pregi e i difetti. Lo so, è questa chiesa e questo stato che vi hanno scelto, preparato e inviato. A loro dovete obbedienza e riconoscenza.
Però almeno interrogatevi, fate memoria del primo colonialismo e scovate quello attuale, più subdolo e devastante. É proprio vero che la religione cattolica è l'unica religione che Dio ha istituito sulla terra? E che una madre indigena deve osservare le regole di un papa tedesco, pena la scomunica? E poi, chi ha detto che il modello economico e politico occidentale è l'unica via per uscire dalla miseria, dalle guerre e dalle ingiustizie?
Ridate dignità e futuro ai saperi locali, incontrando e ascoltando la gente semplice. Educate, cioè tirate fuori le immense ricchezze che molti popoli hanno dimenticato e rifiutato in nome del nostro progresso, appariscente e in parte illusorio. Hanno bisogno di non sentirsi "Terzo mondo" rispetto a nessuno. Di ricevere gratuitamente quello che è stato loro tolto con la violenza.
Andate e imparate, convertitevi e salvatevi, a tal punto che vi sarà probabilmente difficile, un domani, ritornare in Italia.
Che il Signore benedica i vostri passi.
F.B.
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