venerdì 23 ottobre 2009

DALL'INCLUSIVISMO AL PLURALISMO

NELLA CHIESA CATTOLICA C'E' POSTO PER TUTTI?
di Federico Bollettin

L'ultima serie di norme varate da Benedetto XVI per cercare di "recuperare" i 500mila aderenti alle varie chiese anglicane e reintegrarli nella chiesa cattolica prevede alcune eccezioni, a livello disciplinare, negate persino agli stessi preti cattolici. I chierici anglicani sposati che intendano riunirsi alla Chiesa di Roma potranno, secondo la Costituzione apostolica messa a punto dal papa, essere ordinati sacerdoti cattolici. Discriminazione? Anch'io sono un prete sposato e per di più cattolico, eppure non mi è stato ancora affidato nessun incarico dal vescovo. Strategia inclusivista? Chi si omologa alle direttive ufficiali è sempre ben accetto. O forse è arrivato il momento dell'apertura e dell'accoglienza nei confronti del "dottrinalmente diverso"?
Questo significherebbe, per la Chiesa cattolica, realizzare pienamente la propria originaria inclinazione all'universalità, secondo il modello pluralista. Ai discepoli, preoccupati perchè un tale scacciava i demòni nel nome di Gesù ma non apparteneva al loro gruppo, Gesù stesso risponde: «Non glielo proibite, perchè non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me» (Gv 9,38-39).
In quest'ottica, nella Chiesa cattolica "popolo di Dio" c'è posto per tutti. Per chi, ad esempio come il teologo tedesco Hans Kung, compagno di studi di Benedetto XVI, non crede nella resurrezione della carne. Anche per chi, come don Franco Barbero, questa sera a Padova per un incontro su "Un nuovo cristianesimo è possibile?", parla di "dono dell'omosessualità" anzichè di peccato o di malattia. Oppure per chi disobbedisce a certe leggi ecclesiastiche o rifiuta certi dogmi dottrinali e se ne assume le responsabilità.
Questa straordinaria e paradossale varietà di pensieri, che senz'altro arricchisce e spaventa la chiesa universale, potrebbe rivelarsi l'unica via di salvezza in un periodo di crisi di senso e di appartenenza ecclesiale. Qualcosa in questo senso si sta muovendo anche all'interno del mondo cattolico, per quanto riguarda l'insegnamento dell'islam nelle scuole italiane. Il CEM Mondialità – il mensile dell’intercultura edito dai padri saveriani di Brescia – propone da tempo una soluzione che si chiama "ora delle religioni" e che adesso rilancia. «Ogni bambino ha il diritto di leggere il Libro sacro degli altri bambini - ha affermato Amos Luzzatto, leader storico delle comunità ebraiche - poiché fino a quando i cattolici leggeranno solo il vangelo, gli ebrei solo la Torah e i musulmani solo il Corano sarà impossibile realizzare una vera integrazione a scuola e nella società».

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