domenica 4 ottobre 2009

MINORANZE ETNICHE E MINORANZE RELIGIOSE


(foto scannerizzata dalla moglie)

ORDINAZIONE PRESBITERALE DI REV. SAMPSON AJUKA, PRETE ANGLICANO NIGERIANO

La comunione anglicana, nome assunto dalla Chiesa d'Inghilterra dopo la separazione dalla Chiesa cattolica nel XVI secolo, è presente a Padova dal 2004, quando Sampson Ajuka, 37 anni, nigeriano di Imo State, è stato mandato a fondare una comunità anglicana nella città del Santo, dedicata al padre del monachesimo, sant'Antonio abate, e frequentata prevalentemente da fedeli nigeriani di etnia Igbo. Inizialmente la piccola comunità, formata da 18 membri, ha trovato ospitalità presso la cappella del collegio "Don Mazza" in via Savonarola. Attualmente, avendo superato le cento unità, si riunisce presso la cappella san Giuseppe Lavoratore, in zona industriale, per celebrare la liturgia in lingua inglese. La Chiesa anglicana è essenzialmente pluralista. Nel suo interno convivono (e spesso si scontrano) tendenze diverse, ed ogni comunità può fare capo ad esse ed assumere una forma di culto molto diversa. Quella guidata dal reverendo Sampson Ajuka, ad esempio, si differenzia ben poco dal cattolicesimo, infatti presenta una forma di culto molto simile alla Messa cattolica. Laureato in teologia all'università di Birminghan in Inghilterra, Sampson è stato ordinato diacono il 2 ottobre 2008, dopo essersi sposato, come prevede la prassi anglicana. Prima ci si sposa e poi si viene ordinati preti. Oggi il vescovo di Gibilterra, Rev. Geoffrey Rowell, lo ordinerà presbitero nella cappella san Giuseppe Lavoratore alle ore 10.30.
L'ho incontrato nella sua abitazione a Sarmeola di Rubano, in un condominio di cinque piani, dove vive assieme alla moglie e al figlio di un anno. Gentile e accogliente, mi fa accomodare nella stanza adibita ad ufficio, per una chiaccherata informale. Sono curioso di sapere che tipo di rapporto ha con la chiesa cattolica di Padova. "Molto buono – mi racconta il prete anglicano - conosco alcuni preti cattolici davvero in gamba, tra i quali padre Adriano Sella che ha messo a disposizione la cappella san Giuseppe per le nostre celebrazioni. Lavoriamo insieme per diventare buoni cristiani!"
Gli chiedo poi cosa ne pensa delle nuove leggi in materia di immigrazione. "Aldilà degli ultimi decreti che possono sembrare discriminatori, quello che mi preoccupa è la mentalità del popolo italiano. Mi pare che sia portato a generalizzare! Perchè non si valorizza e pubblicizza lo straniero che compie il suo dovere e contribuisce allo sviluppo, economico e culturale, di questo Paese?"
Il reverendo Sampson non chiede regali in occasione dell'ordinazione, anche se il suo appartamento è spoglio di elettrodomestici. Chiede ai suoi connazionali, che vivono qui, un contributo per costruire un pozzo là, in Nigeria, a sostegno dei più bisognosi. Nobile gesto, in tempo di crisi!


DURANTE LA CELEBRAZIONE


Ho assistito alla celebrazione, come amico di Sampson, "my in law", e ho notato con piacere la presenza di tre preti cattolici della diocesi di Padova. Spero che, finita la celebrazione, siano andati a congraturarsi anche con la moglie del reverendo Sampson e a dare una carezza a suo figlio.
L'unico grande limite: aver reso la celebrazione di una comunità nigeriana, che festeggia il suo pastore, una perfetta fotocopia di una liturgia europea. Molti nigeriani sono usciti dalla chiesa, annoiati da uno stile freddo, troppo intellettualizzato, lontano dalla loro realtà.
I più furbi sono arrivati verso la fine per partecipare alla vera festa: il pranzo, accompagnato da musica e danza.
E la colonizzazione culturale continua: è possibile rendere protagonista un popolo straniero nell'inventarsi la loro forma di pregare Dio?

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