martedì 6 ottobre 2009

UNO SFOGO PATERNO SULL'AUTORITARISMO CLERICALE

Caro Federico,

ti giro questo sfogo paterno, ti sottolineo in grassetto quello che secondo mè è l'essenziale . il resto magari sono le solite Beghe dei bravi parrocchiani. I problemi che sollevi non appartengono solo a Padova e dintorni. Non smettere di farti sentire, noi "pecore senza pastore" abbiamo bisogno di Preti come te!


Laura


CHIESA, QUELL'AUTORITARISMO CHE ALLONTANA I FEDELI


Scritto da: lettera firmata - 03/10/2009

In una lettera dettagliata ( Valsassina News) sulla gestione del catechismo a Primaluna Valsassina (Lombardia), un lettore descrive numerose perplessità: sugli orari, sulla durata, sui luoghi e le modalità. Una riflessione a tutto campo dall'interno, da parte di un fedele attivo.


Gentile Direttore,

ho esitato a lungo prima di scrivere questa lettera. Ma alla fine mi sono deciso a redigerla perché sul vostro sito ospitate link di comunità cristiane. L’informazione a carattere religioso non vi è dunque estranea.
Ne approfitto.

Nei giorni scorsi nella parrocchia di Primaluna, o meglio nella Comunità Pastorale Madonna delle Nevi, si sono tenuti gli incontri dei genitori per l’inaugurazione dell’anno catechistico.
Ho partecipato alla riunione di giovedì 1 ottobre per i genitori di terza elementare.

A grande sorpresa ho notato che i miei disagi, che spiegherò, erano condivisi in forme e per motivi diversi anche da altri genitori e dunque mi sono convinto che il problema non sta solo in una mia errata interpretazione dei fatti. Ma nei fatti stessi.

Mi spiego. Siamo al secondo anno di organizzazione “trasversale” del catechismo. I bambini sono riuniti per classi in luoghi diversi. Per esempio tutti i bambini di terza elementare della comunità andranno quest’anno a catechismo a Primaluna.

Prima annotazione. Il Parroco, luglio 2008, annunciando il progetto, aveva ben spiegato che si trattava di un esperimento che sarebbe stato sottomesso a verifica. Mi risulta che non ci sia stata una riflessione corale su come sia andato questo esperimento.

Il secondo anno risulta una continuazione del primo, con alcune leggere modifiche. Senza verifica corale.

Secondo problema, che io personalmente sento come molto serio. Il nuovo corso catechistico comporta un numero ridotto di lezioni di catechismo. I bambini di terza elementare avranno 13 ore di catechismo. Le ore mancanti saranno compensate da celebrazioni liturgiche. Mia opinione è che mai una lezione di catechismo, con tutte le dinamiche didattiche che comporta, sarà sostituita da delle celebrazioni. Le ore di catechismo mancanti sono perse. E questo a me dispiace.

Poco consolante è stato il fatto che il moderatore della riunione di giovedì scorso (uno dei coadiutori della parrocchia) ha bonariamente “deriso” la mia richiesta di avere più ore, chiedendo a tutta l’assemblea se volessero più ore di catechismo e commentando: “Roberto, sei il solo!! “ Come per dire: “povero Roberto, ma che cosa stai chiedendo?!?”

Non mi dilungo su altri problemi che giustamente sono stati denunciati dal sottoscritto e da altri genitori:
- scomodità degli orari, malgrado la buona volontà messa in opera dalla parrocchia per venire incontro alle famiglie;
- mancanza di integrazione all’interno dei nuovi gruppi di catechismo dovuti anche al fatto che i bambini sono stati delocalizzati e separati da punti di riferimento familiari;
- estraniazione completa dei genitori nella preparazione di eventi sacramentali che hanno prodotto come effetto celebrazioni tipo quella della cresima a Primaluna in giugno 2008 da annoverare tra le celebrazioni più tristi alle quali il sottoscritto abbia mai partecipato.

Morale. Il problema è molto serio e si pone a due livelli: A livello di forma e di contenuto.

La forma prima di tutto: le decisioni sono prese dai preti e subite dal resto della comunità. Deriva autoritaria che di solito avviene quando manca l’autorevolezza. Un vero peccato perché Gesù parlava con autorevolezza. Che ne abbiamo fatto della sua persona e del suo modo di rivolgersi alla gente?

Sul piano dei contenuti: se le ore di catechismo diminuiscono, vuol dire che una parte della tradizione, che è anche dottrina (nel senso nobile della parola) non è trasferita da una generazione all’altra. Peccato perché sembrerebbe che invece l’Arcivescovo (ricevuto in pompa magna da queste parti) insiste proprio sulla traditio fidei.

Forte ed alto io ho detto giovedì scorso che i nostri preti danno l’impressione:
- o di non voler lavorare,
- o di non credere alla Parola di cui sono custodi!

Termino senza però tacere sul problema di fondo che è quello dei catechisti. Una tale scelta pastorale è operata perché mancano i catechisti. Questa è una realtà.
Ma io mi attenderei che i nostri preti facciano di tutto per risolvere il problema invece di subirlo. Temo invece che una delle cause della mancanza di catechisti siano proprio i preti e la loro chiusura mentale (chiamiamolo clericalismo) che li porta a scegliere sempre e solo collaboratori prima di tutto obbedienti. Se sapessero valorizzare le risorse umane che hanno fra le mani –accettandole per quello che sono e non per quello che vorrebbero che siano- i nostri preti si accorgerebbero di quante e quali benedizioni i fedeli laici possono portare loro.

A riprova di questo fatto cito (con un certo disagio) uno scambio di battute che si sono tenute proprio giovedì scorso durante la riunione già citata. Di fronte alle mie critiche , il moderatore ha detto chiaramente e giustamente: “qui mancano catechisti, Roberto, sei pronto a fare catechismo?” “Certo che sì, ho risposto, ma a condizione di insegnare quello che voglio io”. La risposta del moderatore è stata: “Questa tua posizione è anticristiana!”.

Ecco quanto si sente dire uno che si dichiara disponibile a dare una mano a condizione di esercitare fino in fondo la propria soggettività.

Chi dichiara di avere delle idee e di difenderle, nell’attuale Chiesa, è giudicato anticristiano, ancora prima di verificare quali idee ha in testa. Almeno a Lutero hanno dato la chance di parlare prima di scomunicarlo. Oggigiorno si è scomunicati ancor prima di parlare!

Così gira il mondo nella nostra chiesa cattolica. Prima l’obbedienza e poi semmai la libertà di pensare.
Mi spiace veramente.


Presento i miei più cordiali saluti e confido in un dibattito aperto a 360°, sicuro che solo liberando il pensiero e la parola anche il vangelo ritroverà quelle strade che possono illuminare i nostri passi e quelli della nostra gioventù.

(lettera firmata)

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