domenica 6 settembre 2009
IO SONO CLANDESTINO
La cena solidale "abracciaperte" a Padova è stata un successone! Questa sera piazza delle Erbe non era occupata nè dal popolo degli spritz nè da quello dell'ACR, era gremita di bella gente, molto diversa, ma unita dalla voglia di stare insieme. Lo scopo: testimoniare in modo semplice, attraverso una cena, che le nuove norme del pacchetto sicurezza sono discriminatorie nei confronti degli immigrati, per non dire razziste. Certo, ci sarà stato anche chi si è intruffolato per mangiare gratis, ma non è stato un problema: il cibo è bastato per tutti, anche per quei musulmani che si sono aggiunti solamente dopo il tramonto del sole, causa Ramadan. "I figli degli immigrati nati qui, devono avere gli stessi diritti dei nostri figli" ha gridato don Albino Bizzotto dal palco, col microfono in mano e con voce rauca, dopo le fatiche del digiuno estremo. Di preti ne avrò visti solo quattro, molti saranno stati impegnati con la sagra del paese o forse non credono nel valore di questi eventi.
Decine di tavole e panche hanno accolto chiunque desiderava consumare un pasto in compagnia, senza quella paura che vogliono trasmetterci i giornali e le televisioni nei confronti dello straniero.
Affianco al palco, allestito per la musica dal vivo e gli interventi vari, si vendevano le magliette con la scritta provocatoria: "Io sono clandestino" e si raccoglievano firme contro le nuove leggi razziste. Una band di ragazzi senegalesi ha concluso la serata con il loro ritmo africano.
Le presenze sono più che raddoppiate rispetto alla precedente edizione, ma il cammino per una reale partecipazione degli stranieri a queste manifestazioni è ancora lungo. Come coinvolgerli in modo tale che diventino protagonisti nella battaglia per i loro diritti? Spesso questi eventi servono più a noi o a chi li organizza, per sentirci bravi. Ma cosa ne pensano loro, gli immigrati assenti, che stavano guardando la Tv con una bottiglia di birra in mano?
Stamattina sono entrato in una delle tante chiese evangeliche che i nigeriani aprono qui a Padova. La sala del capannone, allestito a luogo di culto, era piena. E così sarà stato in molti altri posti della città. Ma dov'erano stasera tutte quelle persone? Conoscono l'Italia delle persone che accolgono tutti? Oppure hanno in testa soltanto le urla di Bossi contro i clandestini?
Davanti al palco i bambini giocavano con delle barchette di carta: non sanno che rappresentano i barconi della morte sul Mediterraneo, e anche quelli che noi non vogliamo respingere, mai.
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