La domanda che ultimamente mi sento spesso rivolgere è questa: E' possibile rimanere nel posto dove ci si trova, quando intorno regna l'incomprensione?
Me l'ha rivolta una donna, innamorata di un prete che ultimamente ha deciso di vivere con lei. E' possibile rimanere nel territorio della parrocchia o della città dove la gente li conosce e potrebbe giudicarli, evitarli, ostacolarli?
Anche un giovane con un amore "fuori dai canoni" vive l'incomprensione dei genitori e vorrebbe scappare: è normale continuare a litigare in casa, sentirsi non ascoltati, non capiti, rifiutati per le proprie scelte diverse da quelle della maggioranza?
Allora è possibile RESTARE?
PRIMO: Occorre valutare se si possiedono gli strumenti (personali e di coppia) per poter affrontare i disagi senza venire schiacciati. Sarebbe inumano vivere continuamente in un clima di battaglia, e tralaltro con la sensazione di essere dei perdenti o dei traditori.
SECONDO: Restare è una sfida per tutti. Per creare una mentalità aperta alla convivenza delle diversità e alla riflessione critica, bisogna offrire occasioni a tutti di incontro e scontro. Contatto. Per chi resta è importante convincersi delle proprie scelte positive, non avere paura di mostrarsi, e quindi crescere come persona. Per chi vive intorno, è importante sapere che esistono persone che, in nome della verità con se stessi e con i propri ideali, hanno il coraggio di deludere le apsettative degli altri ed essere, o tentare di essere, felici.
Nessun commento:
Posta un commento