venerdì 28 novembre 2008

VIAGGIO "ANTI-MISSIONARIO"

L'incontro dell'Europa con le altre culture, quelle africane, quelle cosidette precolombiane e quelle asiatiche è caratterizzato dalla pretesa "missione civilizzatrice" dell'Europa.
Secondo me, questa nozione andrebbe insegnata nelle scuole, analizzata e approfondita perchè è molto ricca di insegnamento sulla qualità, la natura, l'essenza dei rapporti che l'Europa ha sviluppato con le altre culture.
La missione civilizzatrice costituisce quello che Rudyard Kipling chiama "the bundle of the white man", il "fardello dell'uomo bianco", il quale, consapevole della sua quasi congenita e innata superiorità, si prende la briga di civilizzare, di acculturare, di evangelizzare gli altri popoli che egli considera immersi nel buio della barbarie.

(Jean Lèonard Touadì, primo parlamentare africano della Repubblica italiana)

E' difficile accettare che non siamo i migliori,
che la nostra cultura non è la migliore,
che non dobbiamo solamente insegnare, aiutare, portare.
Il viaggio anti-missionario è un viaggio che rispetta questa
convinzione: nessuno è talmente povero da non poter donare,
e nessuno è talmente ricco da non poter ricevere.

giovedì 27 novembre 2008

VIAGGIO E CAMMINO RELIGIOSO

Io credo che spesso l'incontro tra religioni diverse abbia bisogno della distruzione del credo dell'una e dell'altra, altrimenti non ci si incontrerà, ci si farà la guerra, come è sempre stato fatto: quante guerre in nome di Dio! Non si contano più!

Anche andare in mezzo a un altro popolo ad aiutare i poveri, curare ammalati, lavorare per gli altri...è molto pericoloso se fatto in nome di Dio.
Il cammino religioso è semplicemente l'abbandono del mio "io".

Ogni credente che entra in un'azione con l'obiettivo di convertire gli altri rischia di condannare al martirio non se stesso, ma coloro che crederanno; saranno proprio le persone diventate credenti che daranno la vita per il missionario; non sarà il missionario a dare la vita per loro.
In molti paesi del mondo, i missionari erano chiamati "uomini bianchi venuti dal mare per rubare", perchè erano al seguito dei colonizzatori.

(di Arrigo Chieregatti, tratto da Interculture n.9, Città Aperta Edizioni)

Non è facile "togliersi i sandali" nella terra sacra dell'altro.
Spesso vi entriamo come elefanti o carriarmati. Da ego-isti.
Viaggiare con delicatezza, senza pregiudizi o continui paragoni,
ci permette di incontrare l'altro, così per quello che è.
E più incontriamo l'altro, più incontriamo noi stessi.

martedì 25 novembre 2008

AFRICA E COMUN DENOMINATORE

Si obietterà che l'Africa non esiste,
che esistono più di cinquanta diversi paesi e un infinitamente maggior numero di tribù.
E' pur vero.
Ma a me è sempre parso che ci sia un comun denominatore,
che si tratti dell'altopiano etiopico e dei ghetti del Sudafrica,
della foresta ghanese o della savana orientale,
dei Masai o degli Ibo.
E' questo universale camminare,
questo primo rispondere con le gambe e con i piedi
alla scarsità, alla mancanza di mezzi, alla ineguaglianza della sorte,
alle sfavorite condizioni di partenza.
Un mondo povero,
che ha sempre destato l'umiliante indifferenza dei benpensanti;
ma capace di impartire una lezione magistrale
a chiunque la sorte dovesse mettere un dì nelle sue stesse condizioni.
Una lezione su come trasformare la precarietà in ricchezza
e la sopravvivenza in arte.
Una lezione fatta di tanti capitoli.

(tratto da "AFRICA reportages" di Pietro Veronese, Editori Laterza)

Camminare non è perder tempo.
Siamo sempre di fretta!
Camminare più spesso può riequilibrare i nostri ritmi frenetici,
camminare e pensare, progettare e guardare.
Camminare e incontrare.

domenica 23 novembre 2008

VIAGGIO E PELLEGRINAGGIO

La domanda sui confini del mondo, la curiosità sulla diversità culturale e religiosa, il rapporto con le differenti organizzazioni di vita, individuale e collettiva, hanno da sempre stimolato l'allontanamento da sè e l'incontro con l'altro. Ma l'incontro con l'Altro nella forma di un viaggio, di un pellegrinaggio, accomuna anche le grandi culture religiose, che si strutturano intorno a viaggi rituali: il monte sacro, la città sacra, il fiume sacro, il territorio sacro. Induismo e buddismo, cristianesimo e islamismo, religioni locali e religioni universali prescrivono il pellegrinaggio come forma religiosa del viaggio verso un'alterità assoluta, verso una divinità, grazie alla quale soltanto si torna con la conferma della propria identità e con la restituzione alla propria apparteneza.
(Franco Riva, Filosofia del viaggio, Città Aperta Edizioni, pag 8)

Un viaggio in Africa come un pellegrinaggio a Santiago de Compostela.
Camminare, camminare, camminare.
Ecco cosa si vede mentre il pulmino ci trasporta da un villaggio all'altro:
persone camminare. Sopra la testa ceste di frutta e verdura. Lungo il ciglio di una strada quasi asfaltata. Le buche fanno da dossi. E i bambini ne approffittano per vendere qualche banana.
E' la ritualità della strada.

mercoledì 19 novembre 2008

LE VERE PRIGIONI

Vivere una sola vita,
in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo
è prigione.

Amare un solo amico,
un solo padre,
una sola madre,
una sola famiglia,
amare una sola persona
è prigione.

Conoscere una sola lingua,
un solo lavoro,
un solo costume,
una sola civiltà
conoscere una sola logica
è prigione.

Avere un solo corpo,
un solo pensiero,
una sola conoscenza,
una sola essenza,
avere un solo essere
è prigione.

Nkjock Ngana
poeta del Camerun