mercoledì 29 giugno 2011

Angelo Scola e il meticciato

Riporto stralci di un'intervista che il nuovo cardinale di Milano, Angelo Scola, ha rilasciato quattro anni fa, sul tema del meticciato.

(Un dato di fatto)"...in questo momento sul pianeta 2 miliardi di persone sono in procinto di emigrare. Questo fa capire meglio che quando parlo di “meticciato” nomino un processo in atto, non un progetto o una mia idea...”

(Un'esperienza reale)“Uno dei processi che caratterizzano in maniera clamorosa questa nostra epoca è questo mescolamento, un mescolamento di popoli e perciò di culture e di civiltà. Quando dico meticciato, perciò, non nomino un’ipotesi teorica, non dico un’idea della Storia che deve realizzarsi. Non dico un mio modello, registro, semplicemente, un dato di realtà. I processi della realtà, in cui siamo volenti o nolenti dentro, si possono accompagnare criticamente, non siamo noi a produrli. Io marco molto la specificazione che ho dato alla definizione di meticciato, ho parlato di meticciato di civiltà e di culture…”

(Una sfida per tutti)“La grande lentezza di risposte di noi europei: questo processo ci ha letteralmente sorpreso. Siamo, come diceva Eliot, uomini “un po’ impagliati”, che discettano nei loro salotti piuttosto che guardare in faccia i processi della realtà e della vita. Auguriamoci di saper reagire perché, in ogni caso, la mind europea è alla radice del confronto tra civiltà e culture a livello planetario. Il meticciato ci riguarda direttamente non solo perché “questi ci vengono in casa”, ma ancor di più perché penso che mancherebbe la grammatica stessa per intenderci se noi europei ci chiamassimo fuori”.

Mio augurio: La Chiesa ha davvero bisogno di confrontarsi con la realtà!

sabato 25 giugno 2011

Chiesa profetica

Domenica 26, durante il nostro culto,
benediremo l’unione di vita di una coppia di fratelli gay,
Ciro e Guido



Tutto era iniziato oltre un anno fa, quando Ciro e Guido, entrambi evangelici (Guido valdese, Ciro di un’altra chiesa sorella) avevano scritto una lettera profonda e toccante al Concistoro della chiesa valdese di Milano chiedendo di poter condividere la gioia del loro amore davanti a fratelli e sorelle di chiesa, e ricevendo una benedizione pubblica, all’interno cioè di un culto domenicale, della propria unione di vita.
Si dicevano pronti ad aspettare che la loro comunità fosse pronta, senza precorrere o bruciare i tempi lunghi della “democrazia” e delle discipline della Chiesa valdese o affrettare la necessaria approvazione Sinodale dell’atto.
«Nelle nostre Chiese, valdesi e metodiste, si era cominciato da molto tempo a dibattere della possibilità di testimoniare, anche a livello liturgico, l’accoglienza e il riconoscimento delle unioni di vita di persone dello stesso sesso, consci come siamo che ogni patto d’amore realizzato nella libertà, nella responsabilità e nella piena reciprocità per i credenti è prezioso agli occhi di Dio e si nutre della sua promessa” - commenta il pastore Giuseppe Platone, della chiesa valdese di Milano – ma solo grazie a questa lettera di richiesta al nostro Concistoro da parte di Ciro e Guido e poi alla bella e a tratti animata discussione del successivo Sinodo dell’agosto 2010, si è arrivati a una decisione ufficiale e condivisa a larghissima maggioranza».

domenica 19 giugno 2011

Notizie di famiglia

Sorpresa!
Doveva essere un maschietto...
ed invece è nata lei!

Ieri, sabato 18 giugno 2011,
in Ecuador,
è nata Mikela,
figlia di padre Fabio Lazzaro,
e madre Olga.


"Feliz por el nacimiento de mi hija Mikela..y por las muchas bendiciones de Dios que sigue acompañàndome para que pueda dar testimonio de El."

Fabio Lazzaro

Dio si è umanizzato

...e lo si incontra in ogni donna e in ogni uomo

Una chicca del discorso di investitura del teologo spagnolo Josè Maria Castillo, in occasione del conferimento della laurea honoris causa da parte dell’Università di Granada il 13 maggio scorso: primo teologo spagnolo ad essere insignito di quest’onore!


La teologia cristiana è abituata a parlare dell’incarnazione di Dio. (...)

È notevole la resistenza mostrata quasi sempre dai teologi cristiani nel parlare dell’“umanizzazione” di Dio. Se “il divino” è situato a un livello infinitamente superiore all’“umano”, al pensiero cristiano ha ripugnato l’uso di un linguaggio che potesse rappresentare, o almeno, insinuare un abbassamento della divinità nell’ umanità.
(...) È ciò che si avverte nella formula finale del concilio di Calcedonia (a. 451), in cui la Chiesa si vide obbligata a dire che Gesù Cristo è «perfetto nell’umanità», ma in maniera che in lui c’è «una sola persona», che è la persona divina. Il che equivale a dire che in Gesù esiste un’umanità perfetta senza persona umana.

Un’affermazione strana che il popolo e la pietà popolare hanno interiorizzato in modo tale che, tra i cristiani educati alla migliore formazione teologica, esiste la convinzione che Gesù fu, naturalmente, umano. Ma realmente meno umano che divino. Che è la stessa cosa che dire che in Gesù prevalse la divinità sull’umanità, cioè il “monofisismo larvato” che molti cristiani portano avanti senza il minimo problema.

Molti cristiani si inquietano se si mette in discussione in qualunque maniera la divinità di Cristo. Ma raramente si agitano se si parla di Gesù come una specie di essere celestiale mascherato da uomo.

venerdì 17 giugno 2011

Nella coppia le donne fanno la differenza

Un simpatico aneddoto

Si racconta che una volta il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, andò a cena fuori con la moglie Michelle e, volendo fare qualcosa di diverso e fuori dalla routine, decise di andare in un normale ristorante e non, come al solito, in uno di lusso. Seduti al tavolo, il proprietario si avvicinò e chiese alle guardie del corpo di permettergli di andare a salutare la moglie del presidente. E così fece. Una volta andato via il proprietario, Obama chiese a Michelle:
"Perché quell'uomo aveva tanto interesse a salutarti?"
La moglie rispose: "In gioventù quest'uomo è stato per lungo tempo innamorato di me."
Il presidente disse: "Ah, questo significa che se lo avessi sposato, oggi saresti la proprietaria di questo ristorante!
Michelle rispose: "No, tesoro ... Se avessi sposato quell'uomo, lui sarebbe l’attuale presidente degli Stati Uniti d'America!"

mercoledì 15 giugno 2011

Dalle conferenze all'incontro

Si moltiplicano le feste multietniche.
Ho già pubblicato post simili, ma ci tengo a riproporre questa riflessione.
Un conto è parlare di incontro tra i popoli, un conto è viverlo, sperimentarlo sulla propria pelle.
Recentemente ho partecipato ad una festa di una importante associazione che promuove l'incontro tra i popoli. Oltre al fatto che mi è parso di vedere troppe teste bianche, mi ha colpito l'impronta troppo intellettuale della festa. Si è parlato di "come bisogna vivere", tutti i relatori (tranne uno) erano uomini, maschi, preti e mezzi preti. Lo schema, vincente di qualche anno fa, ora si presenta vecchio, superato, in attesa di qualcosa di nuovo.
Le feste multietniche, dove ogni popolo presenta ed espone i propri piatti titici, le musiche tradizionali e le stoffe colorate, sono importanti. Per rompere il ghiaccio in questo nordest impaurito dalla diversità e dalla novità.
Ma vanno da subito arricchite, superate con esperienze di incontro reale dove si affrontano i problemi di un territorio sotto vari punti di vista culturali.
Ho visto che questo è possibile. Mi è capitato in due occasioni, alla presentazione di un libro di un'amica ivoriana e ad un dibattito con un rappresentante della Lega, di ascoltare gli interventi di alcuni immigrati, italiani a tutti gli effetti, che conoscevano la costituzione italiana, le leggi e i programmi politici, più di me. Rivendicavano il loro diritto al voto, in un Paese dove pagano le tasse.
Invitavano a non generalizzare e considerare tutti gli stranieri dei delinquenti.
Ci ricordavano che l'Italia non ha ancora creato una politica sull'immigrazione che guardi al futuro, e non si preoccupi solo dell'immediato.
Insomma, qualcosa in più delle classiche feste multietniche si può!

venerdì 10 giugno 2011

Sora Aqua

Laudato si', mi' Signore, per sora Aqua,
la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta.

(dal Cantico delle Creature, di Francesco di Assisi)

"Quando tutto sarà privato...saremo privati di tutto..."

lunedì 6 giugno 2011

Verso il referendum: BattiQuorum!


Un'esperienza di partecipazione

Continuo a ricevere mail che invitano ad andare a votare al referendum domenica e lunedì prossimi, e di votare SI'.
Non si è fatta pubblicità, anche la televisione e radio pubblica non ne hanno parlato in modo chiaro e aperto.
Però c'è una rete di cittadini adulti che mi sorprende!
Credo che si raggiungerà il quorum e che vincerà il sì. Ho come la sensazione che ogni restrizione antidemocratica educhi gli italiani a partecipare attivamente nelle scelte del nostro Paese. Strano, ma vero. Bastian contrari!
C'è una rete di contatti, di informazioni, di passaparola che non costa nulla e che ci rende protagonisti e responsabili. Su temi fondamentali come quelli contenuti nel referendum.
Sono fiducioso, e intravvedo una ventata di primavera italiana.
Non si può svuotare il mare con un cucchiaio, ma è anche vero che il mare è fatto di tante, tantissime gocce.

domenica 5 giugno 2011

Dalla comunicazione alla relazione

Una sottigliezza fondamentale

Si moltiplicano i corsi sulle tecniche di comunicazione. Del resto una società fondata sul marketing ha bisogno di lanciare sempre nuovi prodotti!
Conosco uomini esperti di comunicazione ma estremamente carenti sul piano delle relazioni interpersonali.
La comunicazione efficace ha bisogno di tecniche persuasive, di strumenti tecnologici al passo con i tempi.
Una relazione vera implica un rapporto autentico. Posso anche mostrarmi nella mia nudità più cruda, ma più vera. Esprimo dei sentimenti, condivido le mie emozioni, mi mostro per quello che sono. A volte pronto a dare, altre volte pronto a ricevere.
E' questa la bellezza della relazione, che molto spesso viene confusa con l'abilità di comunicare, di trasmettere un messaggio che non necessariamente viene incarnato da colui che lo trasmette. Il mondo ha bisogno di testimoni più che di maestri, disse qualcuno di autorevole.
E poi: Gesù ha portato la verità, oppure è la verità?