giovedì 31 marzo 2011

Silvione l'africano!

Mi ero promesso di non parlare più di "lui" perchè i giornali sono pieni del suo nome. In Italia e in tutto il mondo. Ma l'editoriale di oggi, apparso su La Stampa, e che ho sentito stamattina su radio3, mi è piaciuto. La situazione certo non mi piace affatto! Come mi ha detto ieri un mio amico australiano: "All'inizio ci siamo meravigliati del vostro presidente, ora ci meravigliamo del popolo italiano che non fa nulla per eliminarlo!"


Silvione l'Africano

di Massimo Gramellini

Siamo alle solite. Coi lampedusani ha fatto il lampedusano, dimenticandosi che coi tunisini aveva fatto il tunisino. Il guaio è che ce n’eravamo dimenticati anche noi, ubriacati dalle giravolte continue di questo venditore di stati d’animo, che ha in tasca un copione per ogni pubblico e una faccia per ogni evenienza. Dunque: l’uomo della Provvidenza che ieri arringava la folla dell’isola assediata, promettendo di «liberarla» dagli invasori entro 48-60 ore, è lo stesso che il 27 agosto 2009 pronunciò negli studi della tv satellitare tunisina Nessma (di sua proprietà) le seguenti, nobilissime parole: «Il nostro passato di emigranti ci impone il dovere di dare a coloro che vengono in Italia la possibilità di un lavoro, di una casa, di una scuola per i figli. La possibilità di un benessere che significa anche l’apertura di tutti i nostri ospedali alle loro necessità. È questa la politica del mio governo!». In piena estasi mistica, la giovane conduttrice tunisina gli chiese il permesso di applaudirlo. E lui, benevolo come sempre, acconsentì. In cambio pretese da lei il numero di telefono (forse era la nipote di Ben Ali). Quella sera la tv irradiò il verbo di Silvione l’Africano in tutti i Paesi del Maghreb ed è lecito pensare che i telespettatori più affamati avranno accolto le parole dell’illustre dirimpettaio come un invito a raggiungerlo nel suo accogliente Eden appena possibile, cioè adesso.

Eppure di una cosa sono sicuro: che il Berlusconi di Lampedusa prenderebbe fieramente le distanze dal Berlusconi di Tunisi. Se solo si ricordasse chi è.

domenica 27 marzo 2011

Una lettera che attende risposte...

...tra bisogno di auto-perfezione e indifferenza sociale


Caro Federico,

di fronte ad esternazioni come quelle di Marina a cui abbiamo cercato di rispondere come potevamo oppure a quelle di chi ogni giorno fa la stima in miliardi di euro del danno nucleare, come se ci fosse una relazione tra carta senza valore e la violenta morte provocata a TUTTA LA TERRA E ATMOSFERA CIRCOSTANTE dagli esperimenti nucleari, chiediamo: secondo te cosa possiamo fare?
Siamo in balia di corsi e corsisti che puntano sulla crescita umana e tenuti da illuminati laici o quasi e da cui si esce pieni di sè e saccenza e bramosi di ottenere un tornaconto personale.
Degli altri e delle loro sorti non ci interessa.
O in balia, ancora per poco presumiamo, della chiesa che su temi etici, ambientali, pedagogici interculturali e legati alla integrazione tra popoli comincia a pronunciarsi solo ora, quando i buoi sono scappati dalla stalle.
Ammansisce il gregge rimasto fedele al pastore e lo rende, più che mite, totalmente impotente e circoscritto nel recinto.
Tra le due schiere immerse nel torpore, stanno i potenti, coloro che hanno in mano le redini della nostra vita. Sempre tirati a lucido, sorridenti, rassicuranti,imperturbabili, falsi, spregiudicati, teatrali , sordi e... irraggiungibili.
Abbiamo raggiunto il punto di non ritorno?
Abbiamo messo Dio nelle condizioni di non sapere neppure Lui cosa fare, come comunicare con noi, cosi sordi?

Emma

(che ringrazio per la profondità)

domenica 20 marzo 2011

Basta guerre

Basta lutti, basta distruzioni, no alla follia di tutte le guerre

di Redazione www.ildialogo.org

Mobilitiamoci contro la guerra.
Scendiamo nelle piazze a chiedere la cessazione della guerra contro la Libia ed il ritiro immediato di tutti i soldati italiani impegnati in fronti di guerra a cominciare dall'Afghanista.
Impediamo che basi militari poste sul nostro territorio possano servire da luoghi di atterraggio e partenza di azioni militari contro la Libia.
Non esistono le guerre umanitarie. Le bombe ammazzano e distruggono.
I missili cruise non sono pillole ma oggetti di morte e fanno strage quando esplodono.
Che l'Italia rispetti la sua Costituzione che all'art. 11 sancisce inequivocabilmente il ripudio della guerra per la risoluzione delle controversie internazionali.
Vergogna Vergogna Vergogna per tutti coloro che stanno violando la legalità costituzionale e che con il loro voto in Parlamento lo hanno consentito.

sabato 19 marzo 2011

Sul crocifisso, simbolo passivo


... se fossi il Vaticano non canterei vittoria!


La Corte Europea dice sì al crocifisso nelle aule scolastiche,
perchè simbolo essenzialmente passivo

La vicenda nata dalla denuncia di una famiglia di Abano (PD). Leggi l'articolo...


La "croce" (lettera alfabeto greco = X) di Cristo non ha niente a che fare con il crocifisso della tradizione costantiniana e cattolico-romana.
Che schiaffo al Vaticano e al governo italiano! Sul crocefisso, la corte europea ha detto la sua parola definitiva: è un "simbolo essenzialmente passivo", irrilevante!
Per la Santa Sede e il Ministro Gelmini, al contrario è una grande vittoria!

Perplesso anche il rabbino capo di Roma, Riccardo di Segni: "Dire che il crocifisso è simbolo culturale è, a mio parere, mancargli di rispetto. E non mi ci riconosco come simbolo culturale".

Il movimento “Noi Siamo Chiesa” crede che i cattolici dovrebbero riflettere sul crocifisso nel raccoglimento delle loro coscienze e impedire che esso sia usato come simbolo di una pagana “religione civile”. (leggi tutto)

giovedì 17 marzo 2011

L'appello di Celentano

Non disertate il referendum sul nucleare!

Caro Direttore,
settantamila case distrutte, un milione di sfollati e cinquemila dispersi in quel florido Giappone che nel giro di 6 minuti è improvvisamente precipitato nel buio più scuro. Ma soprattutto migliaia di radiazioni sulla testa dei giapponesi. Ora io non vorrei neanche parlare del clamoroso fuori-tempo (non solo musicale) esternato da Chicco Testa, ospite della bravissima Lilli Gruber dalla voce affascinante. Non vorrei ma come si fa, poi la gente pensa davvero che lui parli per il bene dei cittadini. «Gli impianti nucleari hanno dimostrato di tenere botta». Ha detto il nostro Chicco ormai appassito per mancanza di clorofilla e quindi non più in grado di catturare quell’ENERGIA SOLARE di cui un tempo si nutriva.

«Chi trae spunto dalla tragedia del Giappone per dare vita a una polemica politica è uno sciacallo». Ha sentenziato. Dopo neanche un’ora esplode la centrale nucleare di Fukushima. Un tempismo davvero sorprendente quello del Chicco. Ma la cosa più incredibile che più di tutti impressiona, è lo stato di ipnosi in cui versano gli italiani di fronte ai fatti sconcertanti di una politica che non è più neanche politica. Ma piuttosto un qualcosa di maleodorante e che di proposito vorrebbe trastullarci in uno stato confusionale. Dove sempre di meno si potrà distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle ingiuste. Sparisce quindi quel campanello d’allarme che ci mette in guardia quando c’è qualcosa che non quadra nei comportamenti di un individuo. Un qualcosa che detto in una parola si chiama SOSPETTO. E di sospetti sul nostro presidente del Consiglio, tanto per fare un esempio, ce ne sono abbastanza.
E così nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone, dove fuoco e acqua stanno distruggendo tante vite umane, senza contare l’aspetto più insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell’aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde. Ha subito fatto annunciare dai suoi «CicchittiPrestigiacomini» e dai piccoli insidiosi Sacconi, che il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti. L’orientamento popolare contro le centrali nucleari decretato dal referendum fatto 24 anni fa, fu chiarissimo. Ma per Berlusconi non basta: «Chi se ne frega della SOVRANITÀ POPOLARE!». L’unica sovranità che conta per lui è il Potere di guidare gli uomini in una sola direzione come se fossero degli automi.
Tra i vari tg, talk show e quello che si legge sui giornali, ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. Si spera sempre di intravedere quel «CHE» di trasparenza mai assaporata che per ora, a quanto pare, possiedono in pochi. Uno di questi è Antonio Di Pietro. Ma il governo cerca di ostacolarlo. Le ottocentomila firme raccolte da Di Pietro contro le centrali atomiche e il legittimo impedimento, saranno oggetto di un referendum che «si farà», ha detto il ministro Maroni allievo di Berlusconi. Ma a giugno. Quando la gente va al mare.
E questo naturalmente vale anche per il milione e quattrocentomila firme raccolte dal Forum italiano Movimenti per l’acqua, di cui nessuno parla tranne il loro sito che gentilmente vi indico – www.acquabenecomune.org – per i due quesiti referendari contro la privatizzazione di questo prezioso bene comune.
Una trappola radioattiva quindi per chi non vuole essere schiacciato dalla bevanda nucleare. Ora il mio potrebbe sembrare un appello, ma non lo è. È una preghiera. Una preghiera che non è rivolta ai politici. «LORO NON SANNO QUELLO CHE FANNO». Per cui mi rivolgo a tutti quelli che invece li votano i politici. Di destra, di sinistra, «STUDENTI», leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio. Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di Natale. Non sia mai che prendiate sotto gamba questi referendum: saremmo spacciati.


La natura, come vedete, si è incazzata. Gli esperimenti nucleari nel Pacifico, le trivellazioni nei fondali del Golfo del Messico, milioni di ettari di bosco incendiati per favorire la cementificazione abusiva, i tagli alla cultura ridotta ormai in pezzi. Tutte cose, per cui la NATURA «sta perdendo la pazienza». Come vi dicevo ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. E Casini che fino a prima della tragedia di questi giorni ha sempre parlato in modo equilibrato, subito dopo il terremoto, intanto che le radiazioni cominciavano a liberarsi nell’aria e trecentomila persone venivano evacuate dalle loro case, ci ha tenuto a ribadire, con una certa fierezza, il suo parere favorevole al nucleare, facendo quasi un rimprovero al governo per non aver ancor iniziato i lavori.

Caro Casini, che tu fossi un nuclearista convinto lo sapevamo tutti e io rispetto la tua opinione, anche se è orribile. Ma dirlo proprio in questo momento, non pensi che tu abbia dato una sberla sui denti al tuo elettorato? Tralasciando il piccolo particolare che l’Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico, come tu sai, le radiazioni sono pericolose non soltanto perché si muore, ma per il modo di come si muore. Una sofferenza di una atrocità inimmaginabile. E poi non si è mai in pochi a morire. Specialmente quando la catastrofe raggiunge dimensioni come quella che sta vivendo la povera gente in Giappone. E non venirmi a dire che le centrali nucleari di terza generazione sono più sicure della seconda, e che ancora più sicure della terza saranno quelle di quarta, disponibili per altro nel lontano 2030. La verità è che tu e Berlusconi siete degli IPOCRITI MARCI. Lo sapete benissimo che per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le SCORIE RADIOATTIVE, che nessuno sa come distruggere e che già più di mezzo mondo ne è impestato.
SCORIE collocate in contenitori sui piazzali delle centrali, a cui, tra l’altro, si aggiungono elevatissimi costi economici, sociali e politici richiesti dalla necessità di sorvegliare questo micidiale pericolo per un tempo praticamente INFINITO. Lo sapete benissimo e ciò nonostante continuate a INGANNARE i popoli promettendo loro quel falso benessere che serve solo a gonfiarvi di Potere e ad arricchire le vostre tasche. Mi dispiace ma non c’è niente da imparare dal terzo polo, come non c’è niente da imparare da tutta la classe politica. L’unica buona notizia che galleggia in questo mare di annegati e che mi ha sorprendentemente colpito, è ciò che di veramente buono sta facendo il sindaco Matteo Renzi nella sua Firenze. Finalmente uno che ha intuito cosa c’è nel cuore della gente. E che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini. Bravo Matteo! Forse tu hai capito tutto e magari ancora non ti rendi conto di quanto sia importante ciò che hai capito.

Adriano Celentano

150 anni d'Italia

Ancora troppo pochi per capirne la ricchezza!

"Abbiamo fatto l'Italia ora dobbiamo fare gli italiani"
Massimo D'azzeglio

"Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
lo sono."
Giorgio Gaber

"Il popolo italiano sembra senza memoria, privo di attenzione per la propria storia e per il passato che gli appartiene, manifestando un qualunquismo generalizzato, che ormai ha completamente attecchito nelle nuove e, addirittura, nelle vecchie generazioni, perse nell'idea perversa del successo e della plastificazione esistenziale. Invece, è necessario fare memoria e ricordare la nascita dello Stato italiano e degli Italiani come popolo, per il sacrificio di moltitudini di persone che hanno versato il proprio sangue e dato la propria vita, nel segno dell'eguaglianza sociale ed economica, della libertà di espressione, del rispetto dei diritti di tutti gli esseri umani e della fratellanza, ideali alti che il pensiero culturale e politico egemone attualmente sta scardinando in nome di fittizie libertà e di egoismi velleitari, che consistono nel favoreggiamento della corruzione ad alti livelli del potere politico".
Laura Tussi

sabato 12 marzo 2011

Le tentazioni di Gesù

Quando si parla di tentazioni pensiamo subito alle trasgressioni sessuali, sulle quali il Pittarello delle scarpe basa a Padova la sua campagna pubblicitaria. Una donna provocante con una croce tra i suoi seni e la scritta Tentazioni.

Le tentazioni per Gesù avevano a che fare con il suo modo di fare il profeta.
Poteva scegliere tra il potere, la fama, il successo... oppure la semplicità, l'umiltà, il servizio, la condivisione.
Aveva tutte le carte in regola per diventare un mito, un leader carismatico, un comunicatore e venditore di prodotti religiosi. Avrebbe fatto un sacco di soldi! Magari fatto un'azienda e assunto dipendenti...

Ecco le tentazioni di Gesù: un'esperienza di auto-consapevolezza sul suo essere Messia, Profeta, Fratello Universale. Strada che conduce a Dio.

Scelta faticosa, a costo di deludere le aspettative di una corrente influente dell'ebraismo che attendeva un Messia potente, seduto sul trono, armato e amico dei sacerdoti.

Le tentazioni di Gesù e le nostre tentazioni: come vogliamo essere?

L'ultimo libro di Hans Küng

La direzione della Chiesa:

"Una dittatura spirituale e non una collegialità ispirata al Concilio Vaticano II".

In occasione della pubblicazione del suo ultimo libro “Si può ancor salvare la Chiesa?” Frankfurter Allgemeine Zeitung intervista il teologo dissidente Hans Küng, un lungo dialogo sulle possibilità di riforma della gerarchia cattolica, il papato di Benedetto XVI e il rapporto personale di Küng con Ratzinger.

(leggi tutta l'intervista)

venerdì 11 marzo 2011

L'acqua bene comune

Una firma per accorpare il referendum alle prossime amministrative

Tra il 15 aprile e il 15 giugno saremo chiamati a votare un
referendum che potrà fermare il ritorno del nucleare in Italia. Se,
però, andrà a votare meno del 50% degli elettori, il referendum non
sarà valido. È probabile che il Governo decida di fissare la data del
voto a giugno per disincentivare la partecipazione e puntare al non
raggiungimento del quorum: un gioco sporco per non far scegliere agli
italiani.


Chiediamo al Ministro dell'Interno On. Roberto Maroni di accorpare
l'appuntamento referendario con le elezioni amministrative che si
terranno in molte città a maggio.

Firma on-line

giovedì 10 marzo 2011

La folla che cerca comunicatori e guaritori...

...e non testimoni in grado di vivere una coerenza tra ruolo pubblico e vita privata

(dal Corriere del Veneto di giovedì 10 marzo)

Il prete sospeso torna ai corsi, lo ospita l’auditorium di CL

Il sacerdote don Spoladore, indicato come padre di un bambino, nel «cuore» veneto di Comunione e liberazione: terrà un ciclo di lezioni al centro «Papa Luciani»


PADOVA - La notizia ha sorpreso pure qualche anima candida di Comunione e Liberazione. Ma, d’altronde, è di quelle destinate a non passare inosservate. Don Paolo Spoladore, il 51enne predicatore con la passione per il rock, finito l’anno scorso al centro dello scandalo per un presunto caso di paternità (sulla questione è attesa tra qualche settimana la decisione del giudice minorile di Venezia) e poi sospeso a divinis dalla Diocesi, porterà i suoi discussi corsi di comunicazione al centro congressi «Papa Luciani». Ovvero il cuore pulsante del movimento ciellino in Veneto. A renderlo noto è il sito internet della «Usiogope», la società, con giro d’affari di oltre 800 mila euro, che cura gli interessi del sacerdote padovano. Nell’invito, pubblicato on-line sul sito e da ieri distribuito per le vie dalla città, si esorta a partecipare alle lezioni del «Papa Luciani» per «scoprire come l’orientamento mentale possa determinare il benessere e la felicità di tutta la persona».

I cicli di lezioni - si legge -, incentrati sulle leggi della comunicazione, sui canal sensorio-percettivi, sulle armonia e le disarmonie -, saranno due: il primo si terrà dal 25 al 27 marzo; il secondo dal 1 al 3 aprile. Il costo? Oltre 240 euro a persona (se rimasto quello dell’anno scorso). I corsi di don Spoladore - un misto di psicologica, medicina alternativa e new age - erano stati messi all’indice dalla Curia, che l’anno scorso, nel provvedimento di sospensione a divinis del prete, seguito allo scandalo della sua presunta paternità, aveva espressamente menzionato che «i corsi di formazione organizzati e condotti da don Paolo sono iniziative di cui il sacerdote risponde personalmente e non hanno alcuna approvazione da parte dell’autorità ecclesiastica». Nonostante l’ammonimento della Chiesa (ed anche quello dell’Ordine dei Medici, che sulle pratiche insegnate durante le lezioni dal sacerdote e dal medico che lo affianca, il dottor Raffaele Migliorini, ha aperto un’indagine interna) don Spoladore ha proseguito la propria attività, riuscendo a raccogliere tra l’altro sempre più proseliti. Lo scorso settembre, per assecondare le numerosissime richieste di adesione ai corsi, per esempio, il sacerdote si era trasferito nel Bresciano, affittando un interno palazzetto dello sport (quello di Montichiari). Ora, invece, ecco la novità del «Papa Luciani», la casa dei fedeli di don Giussani. Per i due cicli si attendono oltre 1400 persone. Questa volta, però, le lezioni rischiano di non passare inosservate.

Giovanni Viafora

1 Maggio: festa dei lavoratori o beatificazione del papa?

Dal 1 maggio 1891 in Italia si celebra, in questa data, la festa dei lavoratori riprendendo una decisione assunta negli USA il 5 settembre 1882 e poi sancita in Europa dalla Seconda Internazionale socialista di Parigi nel 1889.

Solo durante il fascismo ci fu una interruzione; ma la festa fu subito ripristinata nel 1945 e, malgrado le difficoltà dell’immediato dopoguerra e i tentativi di giustapporvi, nel 1956 ad opera del pontefice Pio XII, una festa “cristiana” del lavoro nel nome di san Giuseppe artigiano per portare bianche bandiere e lavoratori cristiani in piazza san Pietro, è ormai patrimonio comune e indiscusso che il 1° maggio è la festa dei lavoratori.

Comizi, feste popolari e, dal 1990, il concerto di piazza san Giovanni a Roma costituiscono un’esperienza che anche per i giovani è occasione per avvicinare e vivere il mondo del lavoro in una circostanza gioiosa.

A tutto ciò quest’anno le autorità ecclesiastiche cattoliche hanno deciso di sovrapporre un raduno di dimensioni planetarie in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II.

Senza entrare nel merito del significato di questa beatificazione, che pure è oggetto di discussioni e critiche autorevoli in diversi ambienti ecclesiali cristiani, le comunità cristiane di base italiane denunciano un palese tentativo di espropriare il mondo del lavoro della sua festa.

La gerarchia cattolica interviene quindi, senza alcun rispetto per la storia, per riaffermare con un suo uomo simbolo, papa Wojtila, una prepotente immagine di sé, un prestigio scosso da tante vicende recenti e da una leadership contraddittoria.

Anche noi credenti, convinti della necessità di salvaguardare la laicità dello Stato, vogliamo quindi testimoniare, insieme a milioni di uomini e donne, che il 1° maggio è e deve rimanere nella memoria collettiva, la festa dei lavoratori, contro la prepotenza del Vaticano e la torpida acquiescenza delle autorità civili.

Le comunità cristiane di base italiane

Roma, 7 marzo 2011

lunedì 7 marzo 2011

L'8 marzo compie 100 anni

Tra conquiste e ancora molta strada da fare...

In 100 anni molte cose sono cambiate ma ad oggi resta la discriminante dei diversi, per genere, tassi di occupazione.
In Italia, la popolazione maschile con lavoro è di 13.552 migliaia mentre la popolazione femminile con lavoro è di 9.279 migliaia; i maschi inattivi sono 5.321 migliaia e le donne inattive sono 9.668 migliaia.
Dati troppo negativi: art. 1 della Costituzione disatteso ed evidente discriminazione di genere.

(Sempre martedì 8 marzo 2011 il Parlamento Europeo voterà a Strasburgo il Rapporto
sull'Innovative Financing, che contiene significative proposte di intervento contro la crisi e una raccomandazione per introdurre una Tassa sulle Transazioni Finanziarie a livello europeo. Come capirete, in queste ore è forte la pressione delle lobby della finanza per contrastare questo strumento.)

Sulla violenza di genere leggi questo interessante articolo di Maria G. Di Rienzo, prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice...