martedì 25 ottobre 2011

Il futuro delle comunità cristiane di base


Il 23 ottobre è morto don Enzo Mazzi, fondatore della comunità cristiana di base dell'Isolotto a Firenze. Da non confondere con il don Mazzi (Antonio) che compare sempre nella tv commerciale.

"L’Isolotto fu l’incontro di preti non assimilati al sistema con una popolazione sradicata da altri luoghi che si ritrovò ad iniziare una vita in un quartiere in cui si doveva ricominciare da zero. Una realtà urbanistica sociologica assolutamente originaria che rese possibile ai suoi abitanti di organizzarsi e strutturarsi autonomamente."


Morto un papa, se ne fa un altro. Morto un fondatore non se ne fa un altro! Un carisma non si può programmare. Morto don Mazzi, quale sarà il futuro della comunità di base dell'Isolotto? Nei prossimi anni moriranno anche altri fondatori ultrasettantenni di comunità e movimenti di base che, ispirati dal Vaticano II e dal '68, hanno lottato per una Chiesa altra. E dopo? Se le comunità moriranno o si istituzionalizzeranno, a cosa saranno servite disobbedienze, digiuni, manifestazioni e martiri?

Ecco il passaggio epocale: dal leader carismatico alla comunità profetica. O all'indifferenza e all'appiattimento totale. E' qui la sfida.
Saranno le comunità, i gruppi, le famiglie a costruire una cultura che permetterà di continuare la lotta per una Chiesa altra. Ognuno sarà responsabile delle proprie scelte e contribuirà nel suo piccolo a creare mentalità.

mercoledì 12 ottobre 2011

Paternità negata e riconosciuta

Ora si volta pagina


Il Mattino di Padova di oggi ha pubblicato un mio articolo sull'esito della vicenda che ha tenuto nel dubbio molte persone, in questi ultimi mesi. Nel frattempo il forum Manda un messaggio di sostegno si è arricchito di commenti profondi e intelligenti. Ha instaurato anche un rapporto con la madre del bambino di Spoladore. In certi post si è rivelata, confidata e sfogata.
Ora, con la sentenza del giudice del Tribunale dei Minori, si è voltata pagina. Ma un'altra è pronta per essere scritta. Quella che riguarda il riavvicinamento di un padre nei confronti del figlio, e viceversa. Quella di un uomo che decide di imparare a fare il padre, fino in fondo. Aldilà degli assegni di mantenimento!


Amici di don Paolo, aiutatelo!

di Federico Bollettin

Il tribunale degli uomini ha giudicato un uomo di Dio. La Verità ha vinto. La madre ha ottenuto giustizia. Il padre spirituale di folle è il padre biologico di un bambino di nove anni.

E adesso? Cambierà qualcosa? Mi risuona il ritornello del suo canto più famoso: soffierà, soffierà il vento forte della vita, soffierà sulle vele e le gonfierà di te… Ora che i dubbi sono stati spazzati via, chi dubita ancora dovrebbe allora dubitare della propria paternità o filiazione. Di tutto.

Banali e inutili i soliti dibattiti su celibato dei preti e castità, ormai Padova è la città dei preti innamorati e dei preti papà e la Curia non organizza nessun incontro per affrontare seriamente la questione.

Non è nemmeno il momento di esultare per l’esito di una sentenza sofferta, senza vincitori né vinti. Problematico sarebbe infine il silenzio e l’indifferenza delle centinaia di persone che continuano a frequentare i corsi del donPa, o che lentamente si stanno riversando in gruppi caratterizzati dal medesimo stile.

Mi rivolgo agli amici e alle amiche di Paolo: non abbandonatelo! Per un attimo guardatelo come uomo, semplicemente come uno di noi, con le sue difficoltà e le sue responsabilità. Ci saranno due, tre persone, particolarmente vicine a lui, che gli vogliono veramente bene e che lo possono aiutare?

Lo so, la risposta non è scontata, ma per ora è l’unica strada. Non sarò di certo io o il vescovo o i suoi fans che potranno farlo. Si tratta di accompagnarlo lungo un percorso di riavvicinamento al proprio figlio e al proprio essere padre. Riavvicinamento graduale, non imposto, ma certamente liberante. Per il suo bene e per il bene di tutte quelle persone che hanno trovato e continuano a trovare vantaggi e benessere dalla sua attività.

Proprio stasera, a meno che l’incontro non sia saltato, Paolo Spoladore terrà un corso su come spirito, mente e corpo parlano e comunicano tra di loro. Sul sito ki-ta.org si trovano le indicazioni: ore 20, Centro Il Bel Pastore, Santa Maria di Sala (VE).

Se qualcuno alzerà la mano e gli chiederà spiegazioni, ma soprattutto se qualcuno in privato lo farà riflettere, allora il corso sulla comunicazione avrà davvero dato i suoi frutti!

(da Il Mattino di Padova del 12 ottobre 2011)

lunedì 3 ottobre 2011

Francesco e basta



Santo? No, grazie.

Francesco come avrebbe potuto scrivere e imporre una legge mentre con tutta la sua vita non faceva che testimoniare ed esaltare la gratuità e la libertà dello spirito?

Perchè le cose diventavano preziose solo nel momento in cui erano spogliate della loro utilità. Solo allora apparivano nel loro splendore.

Poni di dare ai poveri tutto quello che hai. Quanti ne potrai soccorrere? Ne potrai aiutare di più con la tua povertà che con le tue ricchezze. Starsene indifferenti di fronte alla sofferenza, di fronte alla povertà: ecco dove è il vero peccato.

La Chiesa è una istituzione. E ogni istituzione per esistere, per restare nella storia, ha bisogno di regolamenti, ha bisogno di norme e di leggi. Francesco dice che la Chiesa deve essere soltanto testimone del vangelo. Se c'è una regola, ci sarà un ordine. Ci saranno dei conventi. Ci saranno degli orari. Ci sarà chi comanda e chi obbedisce. E ciò vuol dire uccidere Francesco.

(tratto da "M. BERTIN, Francesco, Città aperta edizioni")