martedì 22 febbraio 2011

Inno alla solidarietà

Il vangelo della domenica (Mt 6,24-34)

Parole per ieri, parole per oggi

L'attaccamento morboso alle cose, la sete sfrenata di accumulo... non è solo un problema della società di oggi, così demonizzata, ma lo era anche al tempo di Gesù, e forse ancora prima.
Ecco il perchè di queste parole: "Non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, nè per il vostro corpo, di quello che indosserete..."
Perchè pensiamo che certi mali siano solo il frutto di questa società destinata ad andare sempre in peggio?

Inno alla precarietà?

"Il lavoro, la proprietà e la famiglia non sono più i valori massimi cui subordinarsi, sono relativizzati e rimessi in discussione in una successione di sfide. Le cose a cui ordinariamente si tiene di più non rappresentano il centro di interesse del suo progetto o del suo stile di vita. Sono abbandonate e private dei loro caratteri di necessità." (Mauro Pesce, l'uomo Gesù)

Non attaccate il cuore! Ma come è possibile vivere oggi in questo stile?
Come essere semplici, poveri, distaccati da tutto e da tutto, e nello stesso tempo rimanere dentro questa società, non fuggire dentro eremi, boschi o deserti?

Una strada da percorrere: la solidarietà che ci spinge ad occuparci degli altri, un amico, un compagno di lavoro, ecc... per dirgli: Non preoccuparti, se hai bisogno io ci sono! Non tanto per aiutare, ma per condividere: "Non preoccuparti, ci sono passato anch'io per quella crisi! Anch'io l'ho fatto quell'errore!"

Il regno di Dio prima di tutto

"Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia..." Non la sua immagine, non il suo corpo, non il suo nome... ma è il regno di Dio che Gesù annuncia e cerca prima di tutto. Quindi la chiesa non dovrebbe essere cristocentrica, ma regnocentrica, per usare il linguaggio di Josè Maria Vigil. Meno venerazione all'immagine di Gesù e più impegno e passione per la costruzione del regno di Dio!

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