mercoledì 18 maggio 2011

Un'iniziativa interessante

Giovedì 19 maggio “Corri per Padova” …dice NO alla violenza contro le donne!


“Corri per Padova” è la periodica manifestazione sportiva promossa dalla Polizia di Stato e dal Comune di Padova che nel prossimo appuntamento sostiene i servizi di Gruppo Polis a favore delle donne vittime di violenza.

Giovedì 19 maggio, infatti, a partire dalle 20.30, in Prato della Valle alla partenza della corsa, potrai donare 5 euro destinati al Gruppo Polis, ricevendo in cambio un kit di ringraziamento composto da buoni sconto immediatamente fruibili offerti da otto esercizi commerciali padovani:
- Supermercati Despar (buono di 10 euro su 30 euro di spesa)
- Libreria Lovat (sconto 15%)
- Centro Sportivo Plebiscito (sconto 50% per paddle)
- NonsoloSport (sconto 10%)
- Profumerie Beauty Star (sconto 10%)
- Zed Concerti (sconto 5,10 euro per concerto Jovanotti e 5,25 euro per concerto Jamiroquai)
- Promovies (sconto 1 euro per spettacoli ai Giardini dell’Arena di Padova)
- Fuori di Campo agricoltura biologica (sconto 10% su prodotti biologici)

Sono 1000 i kit a disposizione dei primi che vorranno aderire a questa iniziativa.
Inoltre, sono distribuiti in modo casuale nei kit 10 biglietti di tribuna per la partita Padova-Livorno, offerti dal Calcio Padova e 15 buoni acquisto da 10 euro offerti da Librerie Lovat.

Il volantino CorriXPadova_19maggio per un’occasione da non lasciarsi scappare!

I kit saranno poi eventualmente disponibili -fino ad esaurimento- a partire da venerdì 20 maggio presso la sede del Gruppo Polis.
Per info sulla disponibilità contattare Stefano Zaramella (tel. 049/8900506, mail: s.zaramella@gruppopolis.it)

Avere o essere la verità

[...]Gesù non afferma di avere la verità, Gesù non dice: “Io ho la verità”, ma “Io sono la verità”.
E non chiede ai discepoli di avere la verità, ma di essere la verità. Grande è la differenza. Chi ha la verità, per il fatto stesso di possederla, si ritiene in grado di giudicare, e condannare chi non la pensa come lui. Essere nella verità significa essere inseriti nello stesso dinamismo d’amore di Dio che vede il bene dell’uomo come valore assoluto. Essere nella verità significa non separarsi da nessuno, ma essere accanto a tutti in un atteggiamento d’amore che si trasforma in servizio.[...]

(brano tratto dal commento di Alberto Maggi al vangelo di domenica prossima)

Domanda

Se Cristo bussasse alla vostra porta, lo riconoscereste?

mercoledì 11 maggio 2011

In principio era la gioia

Vi segnalo questo testo molto interessante

Matthew Fox, IN PRINCIPIO ERA LA GIOIA. Original blessing, Editore Fazi, 2011, Pagine 423.

SILVIA LANZI:"In principio era la gioia" sembra davvero una rivoluzione copernicana della fede. Ma quanto della fede originale - cattolica o quantomeno cristiana - rimane nell'opera?


MATTHEW FOX: La dottrina del peccato originale non è assolutamente una dottrina che fa parte della fede cristiana cattolica originale.
Fu adottata da Agostino per primo alla fine del secolo quarto, all’incirca quando la chiesa ereditava l’impero romano da gestire. Nessun ebreo aveva mai sentito parlare del peccato originale, incluso Gesù. Non c’è nella Bibbia.

Si tratta di una dottrina molto utile per dare supporto all’impero perché mette in dubbio le persone riguardo alla loro stessa esistenza, le confonde riguardo al loro diritto all’esistenza, e le prepara ad accettare relazioni di dominio.
È uno strumento della vergogna, e controlla le persone per mezzo della vergogna. Quindi è assai patriarcale e nutre il patriarcato.

Mette anche dei dubbi nella testa dei gruppi oppressi: le donne, i gay, le lesbiche, le persone di colore, ecc. ecc. Contribuisce all’odio di sé e all’interiorizzazione dell’oppressione.

É stata anche rivalutata dalla società dei consumi. Il capitalismo consumistico si nutre dell’ideologia del peccato originale, che dice: “Tu noi hai ciò che conta dentro di te, per cui devi comprare qualcosa per essere a posto. Compra qualcosa per uscire dalla vergogna!”

Al contrario, la benedizione originaria è l’opposto della teologia basata sulla vergogna. Siamo tutti nati nobili, abbiamo una storia di 13,7 milardi di anni. Abbiamo tutti una meravigliosa opera da compiere in questa vita.

Per quanto riguarda il mio lavoro, ho passato quarant’anni a recuperare la più antica tradizione spirituale della Bibbia, la spiritualità del creato, e la tradizione meravigliosa dei nostri antenati, i grandi mistici e profeti Ildegarda di Bingen, Meister Eckhart, Tommaso d’Aquino, Francesco d’Assisi, Dante, Giuliana di Norwich e molti altri che fanno parte della tradizione della benedizione originaria (Ildegarda la chiama “sapienza originaria”).

Ho anche sviluppato una pedagogia che ci permette di riportare alla luce il mistico o il profeta/guerriero spirituale, che c’è in ognuno e ognuna. Le due identità vanno insieme. Tutti siamo chiamati ad essere dei mistici, cioè degli amanti della vita, e dei profeti, cioè dei difensori della giustizia.

Un noto studioso della Bibbia, John Dominic Crossan, ha scritto recentemente che per San Paolo (il primo autore dei libri cristiani della Bibbia) non si può essere cristiani senza essere dei mistici. Invece di inventarci una cristolatria siamo chiamati ad essere “in Cristo” e a diventare “piccoli Cristi”.

Gli studiosi della Bibbia hanno ormai raggiunto un consenso: Gesù come figura storica deriva dalla tradizione della Sapienza, che è la tradizione mistica che mette al centro il creato. Dovremmo rinnovare la nostre radici cristiane ritornando alle radici che hanno ispirato Gesù.

La tradizione della Sapienza è basata sulla natura, è femminista (la Sapienza è femminile per la Bibbia e in tutto il resto del mondo), è cosmica, rende onore alla creatività, è amica dei profeti e quindi lotta per la giustizia sociale ed ecologica e non ha paura di “divertirsi” nell’universo proprio come fa la Sapienza nel libro dei Proverbi al capitolo 7.

domenica 8 maggio 2011

Veglie di preghiera per le vittime dell'omofobia

Dio ci ha insegnato a non chiamar profano o impuro alcun uomo (At 10,28)

Mancano pochi giorni all'inizio delle veglie di preghiera per le vittime dell'omofobia che avranno luogo dal 12 al 29 maggio 2011 in 18 città italiane e in 8 città straniere in Spagna, Perù e Kirghizistan e che saranno organizzate in Italia, per il quinto anno consecutivo, in chiese valdesi, cattoliche e battiste in collaborazione con i gruppi di cristiani omosessuali.



Soprattutto quest'anno numerose veglie di preghiera saranno ospitate pubblicamente in numerose parrocchie cattoliche. Questo avverrà a Milano dove la Curia ha dato per il terzo anno consecutivo la disponibilità di una chiesa, nella Diocesi di Cremona dove l’anno scorso fu proprio il Vescovo Lanfranconi a presiederla, ma anche in città come Padova, Genova, Firenze e Bologna.



Ma non a Palermo dove l'Arcivescovo della Diocesi Palermitana ha ingiunto, il 4 maggio 2011, al parroco della parrocchia di S. Lucia di Palermo di non far effettuare la veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia in programma nella chiesa palermitana il 12 maggio 2011, preghiera organizzata da “Ali d'Aquila”, un gruppo di cristiani gay e lesbiche che dal 2008 si riunisce nella chiesa di San Francesco Saverio all'Albergheria di Palermo, in collaborazione con la comunità cristiana Kairòs, la comunità cattolica di San Francesco Saverio, la Chiesa Valdese di via Spezio e la Chiesa Evangelica Luterana di Palermo.



L'iniziativa della Curia palermitana cade a un mese esatto dalla lettera che il gruppo Ali d'aquila avevano scritto all'arcivescovo e al vescovo ausiliare di Palermo, chiedendo la loro adesione alla veglia perché: “Vorremmo che questo momento di preghiera – si legge nella lettera – sia il primo passo per avviare con Voi, pastori di questa diocesi e nostri fratelli in Cristo, un dialogo che sentiamo urgente e imprescindibile per la nostra vita di cristiani”. Per tutta risposta il parroco della chiesa palermitana è stato invitato dalla Curia a “sospendere” la veglia prevista nella sua parrocchia.

Gli organizzatori della veglia, vista la decisione della curia, hanno fatto sapere che intendono perciò vegliare, sempre il 12 maggio alle 21, nella piazza di fronte alla chiesa di Santa Lucia per "continuare a pregare anche dinanzi ad una porta chiusa” in comunione con i tanti momenti di preghiera che quest'anno si svolgeranno in tante comunità cristiane diverse in 26 città diverse tutte unite in preghiera per ricordare le troppe persone vittime della violenza dell'omofobia perché ‘Dio ci ha insegnato a non chiamar profano o impuro alcun uomo’ (Atti 10,28)

giovedì 5 maggio 2011

Votiamo per l'acqua bene comune

Ecco come fanno a tapparci la bocca!

Ciao a tutti,

confermo la necessità di questo passaparola, aggiungendo che si tratta di informazione per ri-affermare i diritti costituzionalmente garantiti.
Il dramma è che sembra la maggior parte della popolazione non sia consapevole di quanto sta avvenendo.

Quello che Vi porto è solo un piccolo esempio. Sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell'acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche.

'E arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l'argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure.

Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui "il servizio pubblico" viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente.

Il referendum è evidentemente anche questo!

Mariachiara Alberton

domenica 1 maggio 2011

Una settimana al villaggio


Viaggio in Africa dal 17 al 27 agosto 2011

1 settimana (piena) al Villaggio di Ngambè-Tikar (Camerun)
...per disintossicarci dall'attivismo occidentale e riscoprire la semplicità

Esperienza unica, per conoscere un pezzetto d'Africa autentica,
senza il filtro di istituzioni e chiese,
semplicemente a contatto con la gente.


La giornata tipo:
-sveglia con la luce dell'alba, con il canto del gallo e le voci dei bambini
-colazione al mercato
-incontro con un saggio del villaggio
-pranzo al ristorante di Marie
-riposo
-attività al Centro di Formazione per i Giovani (ognuno può mettere a disposizione le proprie capacità!)
-cena al ristorante di Marie
-serata organizzata dall'associazione AJD (Associazione dei Giovani per lo Sviluppo), musica, balli...


Note tecniche:
- Volo da Bologna a Yaoundè con Royal Air Maroc
- Vaccino febbre gialla obbligatorio
- Prezzo: 300 euro di iscrizione (per spese visto e di organizzazione) + prezzo biglietto aereo + 100/200 euro per i trasporti interni.
- Il vitto e l'alloggio sarà offerto dai ragazzi dell'Associazione AJD (con la quale collaboriamo per lo sviluppo della realtà giovanile), saremo infatti accolti nelle famiglie.

Per ulteriori informazioni sono a vostra disposizione!

Primo maggio: festa dell'uguaglianza

...e dei lavoratori

Marco Paolini a Padova, ospite di CGIL, CISL e UIL, ricorda che il primo maggio è la festa dell'uguaglianza. Da non confondere con la confidenza! Non ha fatto nomi, ma l'applauso spontaneo è stato più che eloquente. C'è chi compra persone, leggi, democrazia con i sorrisi, le pacche sulla spalle, gli inviti a cena. E in cambio di una confidenza interessata elimina l'uguaglianza.

Poi legge don Milani. Un inno alla libertà di coscienza, alla responsabilità e all'essere adulti. Mentre un milione di fedeli festeggia la beatificazione di Giovanni Paolo II, c'è chi festeggia in piazza, superando alcune inutili divisioni, la beatificazione del lavoro. Quello onesto, quello sicuro, quello che favorisce il bene della comunità.

La piazza rimane il luogo della manifestazione, della protesta, del sentire popolare, della democrazia. E mentre abbiamo sostenuto e apprezzato le rivolte non violente nel Magreb contro alcuni dittatori - sostiene il segretario della CGIL - in Italia i movimenti dal basso fanno paura.

sabato 30 aprile 2011

La vera beatificazione, senza grandi spese


"Anche se mi uccideranno... risorgerò nel popolo salvadoregno"

Il primo maggio preghiamo Mons. Romero dichiarato martire e santo di tutte le Americhe per volontà del popolo di Dio

Care sorelle e cari fratelli che siete attivi nell’ecumenismo,
vi invio questo Appello invitandovi a celebrare la santificazione del martire san Oscar Romero il prossimo primo maggio.
Essa è stata decisa dai popoli poveri dell’America latina e dai seguaci di Gesù nel mondo intero. Questa celebrazione deve incoraggiarci a capire più a fondo lo spirito del Vangelo; nello stesso tempo le chiese dei paesi del primo mondo sono spinte a riconsiderare il loro modo di pensare e di agire.
Voi sapete che Oscar Arnulfo Romero, che era un conservatore, è stato nominato arcivescovo di San Salvador nel 1977. E’ in quel periodo che la persecuzione sanguinosa dei cristiani si scatenò nel Salvador e Romero dovette reagire in un certo modo. Le bare dei catechisti ammazzati, dei chierichetti e dei preti, e le lacrime versate sopra di essi, lo sconvolsero profondamente. Così, Oscar Romero si dimostrò sempre più, nella sua azione pastorale, un vescovo intrepido e intervenne in favore degli ultimi e di quelli che venivano torturati e perseguitati. Da quel momento si mise contro il regime politico del suo paese, contro il consigliere per la sicurezza del Presidente degli Stati Uniti e i potenti cardinali della curia romana.
Nella primavera del 1979, il vescovo Romero non riuscì a farsi ascoltare dal papa Giovanni Paolo II, che non riusciva a capire il suo impegno e che rifiutava di sostenere le sue attività. Romero espresse la sua grande delusione dicendo: “Non penso di tornare a Roma una seconda volta… Il Papa non mi capisce”. Giovanni Paolo II non si mostrò interessato né alla foto di un prete indiano che era stato ucciso da poco, né ai documenti che dimostravano la persecuzione dei cristiani da parte delle milizie delle classi dominanti. Invece il papa gli consigliò di trovare un accordo col governo del Salvador.
San Romero d’America sapeva bene di essere in grande pericolo. Ma nessuno lo fermava nel denunciare le ingiustizie, nello scomunicare gli uomini politici del regime e di seguire Gesù di Nazareth, il cui insegnamento è quello di resistere alla violenza ma con metodi non violenti. Egli non chiudeva gli occhi davanti agli assassinii innumerevoli commessi per eliminare i cristiani. Un giorno-durante un’omelia- Romero disse: “La vendetta è una scelta che noi rifiutiamo completamente. Preghiamo come Gesù: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.
Ogni essere umano è considerato figlio di Dio, e nello stesso momento egli è a lui simile. E’ per questa ragione che San Oscar Romero non esitò a difendere la dignità di ogni uomo con un coraggio fermissimo. Ai sicari a pagamento e ai soldati semplici reclutati dalla giunta militare egli indirizzò queste parole: “Colui che tortura un altro è un assassino…… Nessuno ha il diritto di aggredire un altro uomo, perché l’uomo è l’immagine di Dio”. Un giorno prima del suo assassinio, egli pubblicamente invitò i soldati a rifiutarsi di obbedire agli ordini: “In nome di Dio e in nome di questo popolo sofferente io vi imploro, io vi do questo ordine : Smettete di opprimere gli uomini!” Un fucilata di un sicario lo colpì mentre celebrava la messa. Egli cadde davanti all’altare.
La beatificazione di San Oscar Romero fatta dal popolo non è un atto arrogante. Sappiamo bene che è solo Dio che legge nel cuore dell’uomo, tanto che noi possiamo capire solo raramente le cose con i suoi occhi. Ma questa “beatificazione”, senza grandi spese da parte delle autorità ecclesiastiche per procedure costose, invia a tutti una buona notizia che vuole essere lo specchio dello Spirito di Dio: la vita del nostro fratello San Oscar Romero ci indica come avere coraggio come lui, se ci impegnamo a seguire il Vangelo di Gesù.

Roma, 28 aprile 2011
[traduzione di Vittorio Bellavite]

mercoledì 27 aprile 2011

Un altro Mussolini

Elsa Morante, nel 1945 scrisse di Mussolini:

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente
durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo
onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la
privazione di ogni autorità di governo.
Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?
Una parte per insensibilità morale,
una parte per astuzia,
una parte per interesse e tornaconto personale.
La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali,
ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto.
Purtroppo il popolo italiano,
se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto,
pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere,
sceglie sempre il tornaconto.

Così un uomo mediocre, grossolano,
di eloquenza volgare ma di facile effetto,
è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.

Presso un popolo onesto,
sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito,
un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere,
i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza,
offensivo per il buon senso della gente
e causa del suo stile enfatico e impudico.

In Italia è diventato il capo del governo.
Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.

Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto,
cattolico senza credere in Dio,
presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario,
buon padre di famiglia ma con numerose amanti,
si serve di coloro che disprezza,
si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori;
mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare,
ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere,
si immagina sempre di essere il personaggio che
vuole rappresentare."

Elsa Morante

domenica 24 aprile 2011

Karol Wojtyla il grande oscurantista




Micromega offre un buon contributo sulla figura "controversa" di Karol Wojtyla, a pochi giorni dalla sua beatificazione.

Tra i vari interventi, quelli più critici di Hans Kung e di Giovanni Franzoni, e quelli più clementi di Andrea Riccardi e di Vincenzo Paglia.

Ve lo consiglio, come strumento di analisi e di confronto, che di sicuro non verrà anche solo accennato nell'orgia di devozione celebrativa a cui siamo abituati.

Compratevelo!

sabato 23 aprile 2011

Buona pasqua di resurrezione

Uscire dal sepolcro non è facile,
abbandonare tutto ciò che puzza da morto, da vecchio, da chiuso.
Da sicuro.
Grazie a voi,
che condividete con me un cammino di rinascita,
di sincerità e umanità.

Un abbraccio e tanti auguri.

federico e fidelia

venerdì 22 aprile 2011

Rio de Janeiro: una Pasqua difficile

L’uomo è un animale difficile da capire, giustifica l’uccidere e si organizza per uccidere.

di Mauro Furlan

Cari amici,
ho lasciato passare un po’ di tempo prima di scrivere perché è successo qualcosa difficile da capire ed accettare.

Il giorno sette di aprile, alle otto di mattina, un giovane di 23 anni è entrato nella scuola che aveva frequentato, a Realengo, periferia di Rio de Janeiro, e con la scusa di ritirare il documento con i voti degli anni scolastici è salito al primo piano della scuola. E’ entrato in due classi, ha sparato con due pistole, ha ucciso 12 alunni di 13-14 anni e feriti altri 20. Ragazze, in maggioranza.

Un poliziotto è intervenuto ferendolo e subito il giovane si è ucciso.

Dentro di me ho sentito un dolore grande.

Uccidere dei ragazzi è assurdo, illogico, nulla può motivare un accanimento verso tale fascia di età. Chi convive con loro come educatore o professore, sa quanta bellezza e carica vitale porta con sé questa fase adolescenziale della vita.

Di stragi dentro alle scuole si sentiva parlare di paesi lontani ed evoluti (Stati Uniti). Adesso questo fatto orribile è accaduto vicino a me e l’ho vissuto come se in quella scuola ci fosse mio figlio di 14 anni.

Le indagini hanno messo a nudo come il giovane avesse una storia di problemi psicologici (madre schizofrenica), difficoltà di relazione e in quella scuola era stato vittima di bullismo. Lui ha lasciato vari messaggi, molto sconnessi, per spiegare il suo gesto, mescolando sofferenza patita, rabbia contro un mondo malvagio, bisogno di fare un gesto eclatante ispirato all’ attentato dell’11 di settembre.

Resta inconcepibile il motivo che porta a scegliere una scuola come luogo per comunicare il proprio dramma o la propria follia, e come vittime innocenti e sacrificali dei ragazzi di 13-14 anni.

La televisione e la radio hanno presentato l’argomento con forte carica emotiva, infiniti dettagli, sfruttando al massimo l’ evento e facendo pure qualche gaff dovuta al voler spiegare in fretta l’ accaduto.

Adesso la vita in quella scuola sta tornando lentamente alla normalità. Le classi dove è stato compiuto il massacro diventeranno museo. Gli psicologi stanno aiutano i ragazzi che hanno vissuto il dramma a recuperare. Si fanno attività varie per elaborare il lutto e andare avanti.

L’ episodio drammatico ha sollevato due grosse riflessioni.

La prima riguarda la quantità di armi in circolazione.

Il giovane ha comprato illegalmente pistole e proiettili e forse ha imparato a sparare guardando internet. Alcuni movimenti e alcuni politici vogliono fare un nuovo referendum per proibire la vendita delle armi. Quello che sicuramente si farà è un’ altra campagna affinché la gente che tiene armi illegali in casa le consegni: in cambio avranno del denaro.

I vari movimenti a favore del disarmo dicono apertamente che le armi usate normalmente per compiere atti criminali sono tutte rubate a persone che le avevano regolarmente comprate per uso personale.



La seconda riflessione riguarda il bullismo, fenomeno diffusissimo in Brasile. Gli esperti sono intervenuti per aiutare a individuare e riconoscere i segnali della presenza di atti di bullismo e le difficoltà di relazione tra ragazzi.

Per vigilare e prevenire si stanno istallando telecamere nelle scuole e si assumono delle guardie, pensando che ciò possa aumentare il senso di sicurezza delle istituzioni.

Io riconosco che la quantità di armi in circolazione è grandissima. Moltissime sono illegali. E’ impressionante la quantità di crimini compiuti con uso di armi e che hanno per effetto la morte di persone. Il Brasile è un paese violentissimo. Acquistare illegalmente un’ arma è facile e assoldare un killer di professione non costa molto.

Ma anche questa riflessione mi sembra non sia sufficiente per lasciarmi la coscienza tranquilla e proseguire.

Mi sembra che manchi una riflessione più profonda su questa società che fa della morte uno spettacolo, che coltiva la solitudine, che condanna un individuo come pazzo ma non fa un’ autocritica. Non si parla di ingiustizia, di disuguaglianza, di esclusione, di gestione del potere. Un animale rabbioso come questo non nasce in un giorno e non nasce da solo.

La vita continua, tutto è tornato alla normalità, le pagine dei giornali e la tv ne parlano sempre meno. Resta un fatto di cronaca. Ma un fatto così terribile rimane dentro, crea fantasmi e nuovi mostri se non lo si decodifica e lo si elabora in modo collettivo.

Questa Pasqua è dura da vivere. Ogni Pasqua è dura da vivere se si pensa che Gesù è vittima di un assassinio organizzato dallo stato romano assieme ai responsabili dello stato ebraico.

L’uomo è un animale difficile da capire, giustifica l’uccidere e si organizza per uccidere.

Buona Pasqua da Rio de Janeiro!

Mauro Milse, Rafael e Matteo

mercoledì 20 aprile 2011

L'autonomia dello straniero



di Federico Bollettin

(pubblicato su Il Mattino di Padova di oggi)

Con il corpo e le braccia sono qui, dentro le nostre fabbriche, lungo le strade. Ma con la testa sono ancora lì, nei loro Paesi d'origine. Ecco perchè - secondo Mandoyan Bamba, mediatrice culturale nel comune di Padova e scrittrice - molti immigrati che vivono in Italia non riescono ancora ad affermarsi a livello professionale, o comunque non riescono a realizzarsi come uomini e come donne.
Nata in Costa d'Avorio ma da vent'anni in Italia, Mandoyan non possiamo definirla africana. E neppure italiana. E' semplicemente lei. Pelle nera per gioco, mi prende in contropiede quando, ascoltandola con interesse, realizzo che la sua proprietà di linguaggio supera largamente la mia, così arrivo a chiederle il significato di alcuni vocaboli italiani. Anche il nome delle pietre e i cristalli che usa per fare reiki. E i tarocchi. Una miniera insomma di energia, di conoscenze, di inaspettate ricchezze al solito bianco prevenuto.
Nella nostra multietnica città non le manca lavoro. Come un angelo entra nelle scuole, a stretto contatto con bambini e ragazzi, favorendo il dialogo e accorciando le distanze che separano le differenze.
Le sue radici sono piantate qui. La sua testa e il suo cuore sono nel luogo dove vive ogni giorno. Lo racconta brillantemente nel suo libro E' tutto un gioco. Cronistoria di un risveglio (Altro Mondo editore).
"La strada verso l'autonomia è lunga, e in salita" scrive Mandoyan. Non si vergogna di criticare i comportamenti di molti suoi conterranei che incarnano una mentalità vecchia, "la mentalità secondo la quale – continua – la tua vita non appartiene a te: appartiene agli avi, ai genitori, al clan, a Dio, a tutto, a tutti, tranne che a te." Una nuova forma di schiavitù per molti immigrati che, oltre alle difficoltà legate all'integrazione, devono fare i conti con le pressioni dei loro innumerevoli familiari di laggiù. Chiedono soldi principalmente, inventando nuovi bisogni. Un legame economico-mentale-emotivo che crea dipendenza, e alla fine molta frustrazione. E se non deciderà di prendere in mano la propria vita, l'immigrato (e i suoi figli) rimarrà "lo straniero" in eterno, non solo qui ma anche nella terra da dove è scappato.

(*Mandoyan Bamba presenterà il suo libro il 28 aprile alle ore 18 presso il Circolo Culturale Cameroes ad Altichiero, Padova)

lunedì 18 aprile 2011

Un dettaglio che sfugge alla Lega Nord!

"Maroni, Calderoli e Borghezio hanno detto e ripetuto, nei giorni scorsi, che vogliono l’Italia fuori dall’Unione Europea.
Forse non hanno considerato che, in quel modo... diventiamo tutti extracomunitari!"

Pietro Ichino

domenica 17 aprile 2011

Aprimi fratello

Ho bussato alla tua porta
ho bussato al tuo cuore
per avere un letto
per avere del fuoco
perché mai respingermi?
Aprimi fratello!

Perché domandarmi
se sono dell'Africa
se sono dell'America
se sono dell'Asia
se sono dell'Europa?
Aprimi fratello!

Perché domandarmi
quant'è lungo il mio naso
quant'è spessa la mia bocca
di che colore ho la pelle
che nome hanno i miei dei?
Aprimi fratello!

Io non sono nero
io non sono rosso
io non sono giallo
io non sono bianco
non sono altro che un uomo.
Aprimi fratello!

Aprimi la porta
aprimi il tuo cuore
perché sono un uomo
l'uomo di tutti i tempi
l'uomo di tutti i cieli
l'uomo che ti somiglia!

Rene Philombe

sabato 16 aprile 2011

"Restiamo umani"

Ciao Vittorio,
"restiamo umani" era la tua esortazione alla fine di ogni
messaggio.
Restiamolo, anche di fronte alla tua fine così crudele e
ingiusta.

Vittorio Arrigoni è stato ucciso a Gaza, a trentasei anni, poche ore dopo
il suo sequestro.
Uomo di pace e giornalista coraggioso, aveva scelto di
vivere a Gaza e di raccontare giorno per giorno la lotta per la
sopravvivenza dei palestinesi rinchiusi nell' assedio.

Lunedì 18 aprile, in occasione dell' ultima serata del cineforum dedicato
alla Palestina, lo ricorderemo insieme.
Alle ore 20.45, Fronte del Porto, proiezione di "Vietato sognare" di
Barbara Cupisti. Sarà con noi la regista del film.


http://www.zoes.it/it/content/blog/ciao-vittorio

lunedì 11 aprile 2011

Ultimissime dalla Costa d'Avorio

ABIDJAN - Il presidente uscente della Costa D'Avorio Laurent Gbagbo è stato arrestato dalle forze del capo di stato Alassane Ouattara e condotto, insieme alla moglie Simone e al figlio, al Golf Hotel, quartier generale del presidente riconosciuto dalla comunità internazionale. Lo ha precisato l'ambasciatore francese ad Abidjan, Jean-Marc Simon... (leggi tutto)

Un altro esempio di popolo coraggioso, responsabile della propria sovranità.
Auguri al presidente eletto Ouattara!

Amore negato

Un lamento di donna, appena lasciata da un giovane prete.
Lui fragile, confuso, impaurito dall'amore, obbediente alle indicazioni dei superiori a non sporcarsi le mani con l'amore carnale.
Lei triste, ferita, delusa, in cerca di un senso...



E' successo

...che lui ha scelto se stesso e la maledetta istituzione lasciando andare me
E' successo che ancora una volta ho toccato con mano che il bene non vince su tutto
E' successo che ho in bocca il sapore amaro dell'egoismo e dell'ipocrisia
E' successo che mi sono illusa e delusa
E' successo che sono così triste e sconsolata da non vedere una via d'uscita
E' successo che la ragione mi sta abbandonando.
Ciao Federico.

domenica 10 aprile 2011

Domani avremo fame

Poesia di Joseph M. Tala (Camerun)

Domani
Avremo fame domani
Fame di un mondo
Che apra alla gioia ed alla condivisione
Avremo fame domani
Fame di amare
Fame di speranza
Fame di orgoglio
Fame di un mondo senza ambiguità.

Avremo fame domani
Della presenza di altri
Della presenza di tutti gli uomini
Di questa vita disabitata
Morsa dalla solitudine.
Avremo fame domani
Non di bassezze e di tristi vergogne
Avremo fame domani
Di tenerezza sbocciata
Lontano dal filo spinato della segregazione.

Avremo fame domani
Non di falsi amici dal cuore doppio
Non di cuori vigliacchi e volgarmente avidi
Disseccati dall’egoismo.

Avremo fame domani
Fame di guarire il mondo
Dalla sua trasudante miseria
Fame di combattere il male
Ed i suoi molti complici.
Avremo fame domani
Fame di preparare il mondo
Alla fastosa fortuna della Fraternità.

Fame di uno sforzo su noi stessi
Perché nasca l’Uomo
E rinasca il mondo
Fame perché sbocci la speranza
Di un mondo nuovo e stellato.

Avremo fame domani
Di quelle strade scoscese
Che portano alla città
Lontano dai rovi del disprezzo
Dell’odio
Del rancore.

Avremo fame domani
Di generosi costruttori di cittadelle
Che in luogo d’intonare
I canti tribali
Dell’odio e della razza
Faranno crescere
Fraternamente
Fianco a fianco
Malgrado le loro diversità
Tutte le razze
La gialla e la bianca e la nera
In una sinfonia
Di fraternità.
Avremo fame domani
Perché tutti gli uomini
Spezzando le loro catene
E facendo una catena
Conducano il mondo alla fonte della condivisione.

Joseph M. Tala