domenica 2 gennaio 2011

Sognare... con i piedi per terra!

Un augurio per questo 2011

La pace non è un sogno: può diventare realtà;
ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare.
Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria,
ma tutti siamo nati per essere fratelli.
Non c'è nessuna strada facile per la libertà.
Non c’è passione nel vivere in piccolo,
nel progettare una vita che è inferiore alla vita che potresti vivere.
Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero.
Ho coltivato l'ideale di una società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia, con uguali possibilità.
Questo è un ideale per il quale spero di vivere...
Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso.
Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle proprie aspirazioni.
L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo.
Dopo aver scalato una montagna,
ci si accorge solo che ce ne sono tante altre da scalare.

Nelson Mandela

2 commenti:

  1. Ciao Federico, mi fa piacere condividere questi "auguri scomodi" di Don Tonino Bello.
    (dal link http://www.giovaniemissione.it/spiritualita/kauvgp4.htm)
    AUGURI SCOMODI
    Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo.
    Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.
    Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
    Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
    Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
    Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
    Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
    Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
    Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
    Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
    I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
    Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
    Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano.
    Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
    I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora,
    vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.
    E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.
    Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
    Tonino Bello

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  2. Questi auguri hanno accompagnato molti natali, durante la mia formazione in seminario! Di persone come Tonino Bello che, per "sbaglio" forse, raggiungono i vertici dell'istituzione e tentano un rinnovamento, ne abbiamo ancora bisogno! Anche se, di esempi ne abbiamo avuti molti, e la vera profezia, secondo me, deve radicarsi nelle famiglie, nei gruppi, nelle comunità... per questo sto lavorando, nel mio piccolo!

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