domenica 23 dicembre 2012

La follia del natale


Ecco uno stralcio del messaggio natalizio di Giuseppe Stoppiglia (Ass. Macondo)


«Solo quando cesserà di preoccuparsi di contare in società, la Chiesa comincerà a contare veramente. Solo uscendo dalle proprie sicurezze mondane verso il mare aperto e incerto, essa recupererà una migliore capacità di farsi ascoltare» (Giancarlo Zizola).

Una Chiesa sostanziata di puro amore sarebbe schiacciata, annullata dalle istituzioni del potere e della violenza. Questo dramma l’ha vissuto sempre lungo i secoli e per non diventare vaso di coccio tra vasi di ferro, per essere in grado di trasmettere il messaggio, la Chiesa ha dovuto tradirlo, mondanizzarsi, diventare struttura di potere.

Il figlio del falegname, Gesù di Nazareth, e il figlio del mercante, Francesco d’Assisi, furono semplicemente folli. Di loro resta il messaggio perché è stato tradito. Solo tradendolo, lo si è potuto conservare. Per altri folli.

Perché l’amore è paradosso e scandalo: l’amore che tutto dona, l’amore che a tutti si dona, senza voler cambiare il mondo, accettando il prossimo per quello che è, cercando solo di aiutarlo, condividendo il dolore, la fatica, la disperazione, l’agonia. In silenzio.

La Chiesa della povertà, la Chiesa crocifissa è muta, invisibile, anonima, dispersa tra i senza voce. Non chiede di essere ascoltata. È messaggio vivente, incarnato, spoglio di simboli. È follia perché è semplicemente, testardamente, amore.

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