mercoledì 3 dicembre 2008

VIAGGIO E NON-VIAGGIO

La globalizzazione sembra anche impedire l'esperienza del viaggio proprio nel momento in cui pare garantirla all'ennesima potenza. L'uniformità della configurazione degli spazi e delle culture, la rapidità del movimento, l'omogeneità tendenziale dei luoghi di andata e di ritorno possono anche ridurre il viaggio a un semplice spostamento, più o meno simile allo stesso sposatamento giornaliero per recarsi al luogo di lavoro o al luogo di svago.

Ci sono viaggi che non sono dei viaggi, pur essendoli in qualche modo. Sono viaggi: c'è un partire, un arrivare, un conoscere, uno scoprire. Eppure non sono viaggi: il partire non è mai un distacco da sè; l'arrivare è un rimanere a casa propria; il conoscere non porta molto lontano rispetto a se stessi; lo scoprire rimane all'interno delle possibilità dell'io. Viaggi dell'identico nell'identico. Semplici distrazioni, divertissement. Esperienze di svago, di conoscenza. Viaggi d'istruzione. Viaggi di conquista.

Questo viaggiare pur fisico, però, non parte davvero. E' un partire senza distacco. Si tratta di viaggi della conferma di sè. Occasioni della conferma. Viaggi di occupazioni.

(tratto da "Filosofia del viaggio" di Franco Riva, Città Aperta Edizioni)

E perchè non paragonare le esperienze forti della nostra vita ad un viaggio?
Dove si parte e ci si stacca di una parte di sè...
Naturale potatura, per un maggior raccolto.

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