sabato 14 febbraio 2009

I MEDICI RIFIUTANO DI FARE LA SPIA

A Padova ho sentito con grande piacere che i medici e gli infermieri, di fatto, si rifiutano di segnalare alla Questura la presenza di clandestini tra i loro pazienti, secondo il recente provvedimento. E' un gesto di grande umanità. Di fronte al dolore e alla malattia siamo tutti uguali, aldilà di pezzi di carta e timbri con marche da bollo.
Sono fiero dell'ospedale civile di Padova che, in più occasioni, si è rivelato "luogo di grande civiltà". Certo, non mancano aspetti da migliorare, come le lunghe attese per una visita che portano a preferire le cliniche private, gestite dagli stessi medici dell'azienda pubblica. Ricordo un episodio di alcuni anni fa, quando un ragazzo nigeriano, Jude, è stato sottoposto a cure costosissime (risonanza magnetica per un'aneorisma cerebrale) pur essendo clandestino.
Quando vedo che dal mio stipendio vengono trattenuti molti soldi per le tasse e so che vengono spesi per questi obiettivi, allora lo accetto volentieri perchè divento sostenitore di interventi sociali dal carattere evangelico. Nella parabola del Buon Samaritano il sacerdote e il levita non si sono fermati a soccorrere il malcapitato per paura di sporcarsi di sangue e diventare quindi impuri, anteponendo l'osservanza di una legge liturgica all'obbligo di soccorso. I medici e gli infermieri di Padova si stanno comportando invece come il samaritano che privilegia il bene della persona e trasgredisce il precetto giudaico. In effetti, provenendo dalla Samaria, non era un giudeo e quindi aveva altri principi da osservare, per fortuna. Per fortuna non esistono applicazioni assolute di principi universali. Quel moribondo ha trovato la salvezza proprio perchè ha incontrato un uomo con un diverso codice civile di quello che vige nella regione dove è stato derubato e picchiato. Che strano! Ma è proprio così...

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