domenica 1 febbraio 2009

LETTERA SU "BIANCO E NERA"

Caro Federico, e per me anche don Federico,
sono una mamma, non più tanto giovane, e sono anche una catechista (parola che non mi piace, ma purtroppo usata..) della comunità dei frati cappuccini di Vicenza. Ho appena finito di leggere il tuo libro, molto bello, vivo, pulsante di vita, e voglio dirti grazie, un grazie dal cuore per tanti motivi: è un libro vero, con parole uscite dal cuore e non da concetti, ma per questo non istintivo, ma maturato, frutto di un lungo, sofferto eppur liberante dialogo interiore; ho ammirato il tuo coraggio non solo della tua scelta, ma particolarmente dell’analisi del tuo modo di relazionarsi con le persone, dal tuo cercare fino in fondo di essere te stesso, e di vivere il vangelo in verità; e ho imparato tante cose….Mi ha colpito molto anche il racconto della tua maturazione per imparare ad “accogliere” la diversità, perché non ti sei fermato alla superficie ma hai scavato dentro alle nostre paure e ai nostri sensi di superiorità; anche per questo te ne sono grata….
Non entro in merito alle posizioni della Chiesa, perché so che sarei molto più polemica di te; ti trascrivo invece le parole di Giovanni Vannucci , un frate Servo di Maria che quasi trenta e più anni fa scriveva:
“La distinzione fra ateo e credente non è una distinzione di linguaggio, ma di essenza, cioè l’uomo avido di potere, anche se è religioso, anche se è Papa, è ateo, perché desidera qualcosa che è fuori dell’onda di Dio. L’uomo desideroso di successo, di affermazione di se stesso, di ricchezza, che cerca di strutturare il suo Ordine come una potenza terrena, o che cerca di rendere la Chiesa una potenza che ha la dialettica e la politica propria degli altri stati, quest’uomo non è religioso, perché cerca il potere e chi cerca il potere, proprio strutturalmente, ontologicamente, è ateo; mentre chi cerca di servire, chi ama l’uomo e si impegna a dare all’uomo la possibilità di crescere nella verità, nella conoscenza e nella libertà, costui, anche se dice di essere ateo, ontologicamente è credente.”
Ecco io mi considero atea di fronte alla nostra Chiesa, perché credo in un Dio che è amore senza etichette o ruoli.
Caro Federico, con questo libro mi hai donato tante cose importanti e profonde, non da ultimo l’immagine dell’essenza pura di un amore fra un uomo e una donna, il sogno di Dio.
Concludo con il mio augurio più sincero, con la mia preghiera perché tu possa continuare la tua strada camminando sempre il sentiero della verità, con te stesso e con gli altri, e dell’amore.
A te e a tutta la tua meravigliosa famiglia un abbraccio di bene profondo e la benedizione di pace profonda.
Anna

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