venerdì 8 maggio 2009

OTTO PER MILLE E MINORANZE RELIGIOSE

Dichiarazione dei redditi: a chi destinare l'otto per mille?

-Se non barri la casella dell'otto per mille i tuoi soldi andranno automaticamente alla Chiesa cattolica In base ad un accordo con lo Stato italiano, la Chiesa Cattolica con il 34% di indicazioni in suo favore raccoglie quasi l'87% del gettito complessivo. Utilizzando le entrate in questo modo: 80% al culto e 20% alle opere di carità.

-La scelta “stato” ha una sua valenza “politica”: dice chiaramente che le tasse dei cotribuenti devono rimanere allo stato, e le religioni devono autofinanziarsi. L’utilizzo che ne fa lo stato è discutibile, vero, occorre fare pressione perche’ venga utilizzato tutto per calamità naturali (anche prevenzione!) e scopi umanitari (non guerre preventive!).

-C'è chi non versa soldi alle chiese e nella dichiarazione dei redditi mette la crocetta alla voce “esente dalla tassa di culto” (tassa piuttosto salata in Svizzera e Germania).


-La scelta invece di devolvere l'otto per mille alla Chiesa Valdese non è solo un modo per scegliere il “male minore” evitando di farlo confluire nel tesoro della Chiesa Cattolica Italiana, ma è un gesto concreto per appoggiare e sostenere le MINORANZE RELIGIOSE. Inoltre i valdesi dichiarano, rendendo pubblici e consultabili la somma delle entrate e la loro destinazione, di usare quei soldi esclusivamente per motivi “umanitari” e non a scopo di culto-lucro. Per tale motivo le firme espresse a loro favore sono costantemente aumentate negli ultimi anni, raggiungendo la cifra di 264.676 firme, pari all’1,6% dei contribuenti.

Sostenere le minoranze religiose presenti in Italia, dove sembra ancora scontato che tutti siano cattolici di rito latino, è un modo per dare uguale dignità a diverse espressioni di fede. Parlo dei valdesi così come degli anglicani, ma anche dei musulmani o dei buddisti.
Pur essendo cattolico, cresciuto quindi in ambienti cattolici e avendo ricevuto una formazione cattolica, credo di vivere la mia cattolicità, cioè universalità, promuovendo atteggiamenti di apertura, di ascolto, di dialogo... piuttosto che comportamenti di paura, di chiusura e di giudizio. Altre interpretazioni della Scrittura, altri modi di manifestare la propria spiritualità, altri nomi e tradizioni, non metteranno mai a rischio la mia identità, perchè credo di non avere la Verità. Solo chi crede di possere la Verità avrà paura di perderla! Io credo piuttosto in un cammino universale, dove varie identità si incontrano e si arricchiscono, in vista di un maggiore benessere personale e comunitario.

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