lunedì 6 settembre 2010

Anno sabbatico per innamoramento

Ce ne fossero di notizie così!

Ho accolto con gioia la notizia di un nuovo compagno di strada! Stando ai giornali, don Romano Frigo, parroco di Cervarese Santa Croce, diocesi di Padova, ha deciso di prendersi un anno sabbatico per "innamoramento". Lui non ha rilasciato dichiarazioni, ma i parrocchiani lo hanno intuito e si stanno mettendo in discussione. Nulla di nuovo, la processione si allarga, i preti che accolgono l'amore aumentano... ma dall'alto nessun segnale di ascolto.

Un giornalista del Corriere del Veneto mi ha rintracciato per chiedermi cosa sta succedendo tra i preti. Anche lui, che non è del mestiere, si è accorto che situazioni del genere compaiono spesso sui giornali, e si interroga sul perchè.
Un mio compagno di ordinazione mi dice che, secondo lui, i tempi stanno cambiando, qualcosa di nuovo arriverà prima o poi, è giunto il momento di rivedere la dottrina.
Una donna mi manda un messaggio ringraziandomi per il mio impegno, ma dichiarando che "...la battaglia è persa in partenza".

Riporto alcuni passaggi (che trovo in un articolo) della predica di ieri sera, durante la messa nella chiesa di Cervarese Santa Croce, dove il celebrante si riferisce a don Romano.
Sentite quanta saggezza!!!
«Quando ci si innamora fortemente di una persona si tende a dedicarle tutte le attenzioni del mondo e ci si dimentica di tutto ciò che è altrettanto importante. Anche del Signore, che invece vorrebbe che noi fossimo un tantino più attenti e innamorati di lui». «Cari cristiani a volte ci si fa abbagliare dalla luce di una delle tante stelle che brillano, ma noi dobbiamo seguire la stella che ci irradia la luce giusta e che ci indica la strada maestra».
A voi i commenti!

5 commenti:

  1. Penso, Federico, e ne parlavo proprio qualche giorno fa anche con altre persone, che,a questo mondo non esista la totale e piena felicità. Nemmeno con il migliore dei partner.Il nostro cuore attende altro. Anzi, Altro, al quale siamo destinati,e ci credo, a tornare, prima o poi, per Sempre,per l'Eternità. Credo che esista la fedeltà ad una promessa,nonostante tutto, a patto che questa sia seria e consapevole.SEnza questi due requisiti,tutto il resto è vano. Accettare la nostra limitatezza fa parte della vita,che è meravigliosa. E, direi, del martirio della quotidianità,con i suoi momenti meravigliosi e con le sue ardue salite. L'omelia,di cui citi un piccolo pezzo, mi sembra a dir poco fuori luogo.
    Buona continuazione.

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  2. Certo, non esiste la totale e piena felicità, ma non dobbiamo neanche ricercare il martirio, non dobbiamo metterci in croce come Gesù. Può succedere che un prete si innamori di una persona e allora nasce il dilemma:continuare a fare il prete o rinunciare al ministero? Secondo me, se rinunciare all'amore dell'amata diventa insostenibile, è giusto cambiare strada. Ma questo non accadrebbe se anche i sacerdoti potrebbero sposarsi.E poi si potrebbe seguire la strada maestra indicata dalla stella, condividendola con una persona giusta al nostro fianco: il cammino sarebbe meno pesante.

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  3. E quale sarebbe questa unica stella iridescente? Non certo Gesù, il quale non si è mai sognato di dare direttive, tanto meno su queste questioni.
    Forse una schiera di celibi (?) misogini che si sentono in diritto da mille anni di stabilire chi possa o debba sposarsi, negando di fatto uno dei più elementari diritti umani?
    Stefania

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  4. Triste, triste, triste! Ho letto anch'io quell'articolo con la citazione di quell'inciso dell'omelia: in Lc 14,25-33 non mi pare si trattasse della questione in oggetto occulto in quella comunità parrocchiale. Certamente con quel passo evangelico non si vuole contrapporre nulla tra Dio e l'uomo: così ho interagito con la comunità con cui si è celebrato insieme l'Eucaristia.

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