lunedì 20 settembre 2010

Pensieri da aspirante sindacalista

"Sviluppo non è più sinonimo di occupazione" è la frase che politici, economisti e imprenditori ripetono da mesi. Per salvare un'azienda bisogna licenziare, per essere competitivi sul mercato occorre ridurre l'organico, per andare avanti occorre per forza lasciare a casa qualcuno. Una scusa intelligente per i soliti furbi? La nave è troppo carica, bisogna gettare la zavorra - ci dicono. O sarà la fine per tutti! Scena apocalittica, come se le responsabilità di una crescita ingiusta siano da attribuire al fato!
Il sistema ce lo impone, capite che è la regola del gioco che siamo obbligati a giocare. La ripresa non è un ritorno all'impennata del 2007. Non è questione di tempo. Lo avevano predetto gli economisti critici già negli anni 60. Se la Germania è in testa all'Europa, è perchè la Grecia e la Spagna sono affondate. Non esiste una crescita equa, che vale per tutti. Se uno si salva, è perchè ce n'è un'altro che crepa. Purtroppo è questa la logica, il motore del nostro sistema occidentale. Mi chiedo se sia possibile offrire e creare proposte alternative, o piuttosto andarsene in qualche villaggio sperduto nella foresta africana...

3 commenti:

  1. in questo ultimo periodo, in cui molti concetti cardine della geografia ed economia andrebbero rivisitati e riscritti(come si misura la ricchezza di un paese, lo sviluppo, quali sono gli indicatori di qualità della vita etc...), Ti chiedo:- perchè da qualche mese me lo chiedo ripercorrendo il detto verità "predicano bene , ma razzolano...":
    perchè è propio nei paesi di radice cristiana - catt (europa, nord america) che ha preso piede il sistema capitalista, basato su sviluppo sfrenato e per niente sostenibile,finanza selvaggia, squilibrio e accentuata differenza di classe e reddito, disequilibrio fiscale etc...
    Se davvero chiesa e fedeli (la maggioranza della popolazione europa e usa) applicassero le parole di gesu, senza tanto scialaquarle, sarebbe ammissibile che pochi possano arricchirsi alle spalle di molti depredando e razziando beni, risorse, qualità di vita e dignità della persona? senza più etica e morale?
    Quanta gente che cita i vangeli e sovrastima il proprio operato, e froda ed evade? Perchè non distribuire cio che è in più e non serve se non al nostro narciso-ego?
    Non è che tutto sommato certi sistemi "economici" tribali o considerati tali sono proprio quelli che avrebbero garantito più equità, migliore utilizzo e distribuzione risorse e ricchezze e quindi una più lunga e migliore vita agli abitanti della terra.?
    che sia proprio vero che quelli che noi credevamo peggiori, ci precederanno nel regno dei cieli?
    Mentre noi, abili teologhi, esegeti, comunicatori efficaci del vangelo credendo di risparmiarci disagi e sofferenze stiamo anticipando e ponendo le basi di un esistenza molto lontana dal Paradiso?

    RispondiElimina
  2. Grazie per questa bella riflessione! Secondo me il capitalismo in europa e usa (che si sta allargando al mondo intero) è proprio il fallimento del messaggio cristiano. Siamo tutti dentro a questo sistema, lo so. Cosa fare? Prima di tutto riconoscerlo! E' già un grande traguardo. Invece quando sento che il presidente dello Ior ha scritto il libro "Denaro e Paradiso"... mi viene da piangere. Poi invece pensandoci, visto che il paradiso è un'invenzione... dico sarà un libro di favole!!!
    Stamattina ho accompagnato le mie figlie a scuola in macchina, e potevo benissimo usare la bicicletta... che stupido!

    RispondiElimina
  3. Non sei stupido. sei intelligente perchè ti sei accorto dell'errore e sarai anche saggio se ne farai tesoro e da domani userai la biciletta e contagerai gli altri genitori lasciando anche un indelebile ricordo nella memoria delle tue figlie.
    arriveranno a scuola più rilassate e diverite oltre che certe che tu volentieri fai un po' di fatica in più e "pedali" anche x loro e le abitui piano alle due ruote.
    non è detto che tra qualche anno non si torni all'asino o al caval di "sant'antonio"

    RispondiElimina