martedì 27 gennaio 2009

SIAMO TUTTI CLANDESTINI

Siamo tutti clandestini,
precari e viventi
con un contratto a tempo determinato,
nei confronti di tutti,
anche di noi stessi.
Questa terra ci ospita come eterni stranieri,
come perenni pellegrini.
"Nudo uscii dal ventre di mia madre
e nudo vi ritornerò".
Le montagne, per fortuna, sono ancora più forti dell'uomo
che vuole scalarle a tutti i costi.
"Siete troppo curiosi
voi occidentali"
mi ripete mia moglie africana.
A Lampedusa attualmente
di clandestini ce ne sono 1800.
Stretti, ammassati come bestie,
in attesa di essere schedati, espulsi, rimpatriati o ridistribuiti.
Cosa cercano in Italia?
Vorrei salire su quei barconi
abbandonati lungo le coste di un benessere fittizio
e compiere il viaggio inverso.
"La terra è la nostra madre",
si può vendere o comprare la propria madre?

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