giovedì 7 ottobre 2010

Sarah, uccisa da un familiare

Non rapita da un clandestino!

L'assassinio di Sarah Scazzi ad opera dello zio ci invita nuovamente a riflettere su come le maggiori violenze avvengano all'interno delle famiglie e non ad opera di sconosciuti, stranieri, immigrati, clandestini.
La campagna per la sicurezza dovrebbe interessare i rapporti affettivi in crisi. Questa è la principale causa di morte!
Cara Lega, la minaccia alla nostra sicurezza non viene da fuori, ma da dentro! Amara constatazione, ancora poco pubblicizzata, perchè forse inguaribile con eserciti, leggi e ordinanze.

3 commenti:

  1. E' vero, la maggior parte delle violenze avviene all'interno delle famiglie, violenze fisiche , ma anche psicologiche. Molto spesso c'è chi è a conoscenza, ma non interviene e alla fine accade l'inevitabile. Difficile prevenire.

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  2. dovremo insegnare ai nostri figli a non fidarsi nemeno più degli zii, fratelli, padri?
    In che mondo stiamo vivendo???

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  3. secondo me, la consanguineità non implica di per sè l'amore, anzi talvolta lo perverte, complice.
    il senso di possesso che naturalmente proviamo
    verso oggetti e soggetti più familiari e che spesso non sappiamo regolamantare o arginare

    il rispetto assoluto verso la persona e il senso del sacro che ci guida verso di lei con attenzione e cautela ci preserva da ogni male

    molte difficoltà a compiere questi passi (liberazione dal possesso, rispetto, attenzione e cautela) si vincono quando noi vediamo la persona integralmente senza trascurare nessuno degli aspetti che la compone (corpo, mente, spirito, anima ..)

    molti individui invece, soprattutto nei confronti dei bambini - adolescenti (e soprattutto se femmine)si lasciano trasportare dall'attrazione verso il corpo che riassume quelle caratteristiche di bellezza, armonia, innocenza, fiducia cieca , disponibilità, ingenuità così emergenti e vive nella prima fase della vita umana.

    tutto il resto, l'anima, l'intelligenza, la volontà, passa in secondo piano. così nasce una vittima ideale per un predatore, spesso anche insospettabile, ma irrimedibilmente avvinto da quelle caratteristiche emergenti al punto da non vedere più il resto e trattare una persona come un oggetto da gettare

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