domenica 31 gennaio 2010

NERO SU BIANCO: TUTTI PRESENTI SENZA ECCEZIONE ALCUNA



(Foto della lettera-richiesta di Bocchino e Cicchitto a tutti i deputati Pdl)

LEGGE SUL LEGITTIMO IMPEDIMENTO

Dunque, per stessa ammissione dei proponenti, la legge sul “legittimo impedimento” non è una legge che serve a tutti i cittadini e al Paese ma è “importante” solo per “il Presidente Berlusconi”. Di più: per questa legge, i parlamentari del Pdl vengono letteralmente precettati (ti preghiamo di garantire la presenza in aula per tutta la prossima settimana senza alcuna eccezione). Come a dire: per tutte le altre cose che facciamo in Parlamento e per quelle volte che non ci occupiamo di leggi ad personam potete pure non venire, ma questa volta proprio no, dovete esserci “senza alcuna eccezione”, perché questa legge serve a Berlusconi.

sabato 30 gennaio 2010

TANTI INCONTRI INTERESSANTI

PROPOSTI DAL MOVIMENTO "NOI SIAMO CHIESA"

---Milano 6 febbraio al Guado per la prima volta un vescovo, Mons. Bettazzi, incontra un movimento di omosessuali credenti


---Firenze 6 febbraio, secondo incontro “sinodale” e nazionale dei cattolici su “Il Vangelo ci libera e non la legge”


---Milano 17 febbraio incontro della Consulta per la laicità su “Laicità, religioni, spazi pubblici a Milano e in Lombardia”


---Forlì 18 febbraio incontro su “Nessuno è clandestino agli occhi di Dio”


---Milano 27 febbraio convegno annuale di “Noi Siamo Chiesa” (insieme a tanti altri) su “La coscienza cristiana di fronte alla crisi della convivenza e della democrazia”

POESIA

Tanto ho navigato, notte e giorno, sulla barca del tuo amore

che o riuscirò in fine ad amarti o morirò annegato.

Giardiniere, apri la porta del giardino;

io non sono un ladro di fiori,

io stesso mi son fatto rosa,

non vado in cerca di un fiore qualsiasi.

Zaher

(ragazzo afgano morto a Mestre nel dicembre 2008)

PROPOSTA CHOC

Trento. Proposta choc della Lega Nord:
controlli psichiatrici su tutti gli immigrati



Lo spunto dall’arresto di un 17enne algerino. Il Carroccio: «Fare anche un esame sanitario su clandestini e non»
da Il Gazzettino del 28 gennaio 2010

«Sottoporre sistematicamente tutti gli immigrati ad esame sanitario e psichiatrico». È questa la proposta della della Lega Nord del Trentino, contenuta in un’interrogazione al presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai.

L’idea del Carroccio prende spunto dall’arresto, nei giorni scorsi, di un ragazzo di 17 anni algerino, accusato di tentata violenza sessuale nei confronti di una giovane donna trentina: il ragazzo avrebbe poi danneggiato la cella del reparto detenuti all’ospedale S.Chiara e avrebbe messo in atto pratiche di autolesionismo.

«Quanto accaduto - si legge nell’interrogazione - dimostra senza ulteriori necessità di prova come tante, troppe volte gli immigrati, legali e non, che giungono sul nostro territorio abbiano serie problematiche sanitarie e/o psichiatriche in atto, con grave pericolo di contagio e/o di incolumità per tutti i malcapitati che dovessero venire in contatto fortuito con questi soggetti».

Per questo motivo - prosegue l’interrogazione - la Lega Nord chiede di attuare nei confronti di tutti gli immigrati «sistematici controlli per appurarne l’esatto quadro clinico in modo che non possano nuocere, per contagio passivo o per violenza, ai cittadini inermi che dovessero inopinatamente entrare in contatto con costoro».

I CRIMINALI NON HANNO COLORE DI PELLE

LE STATISTICHE CONFERMANO I PREGIUDIZI

"Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di criminalità di italiani e stranieri sono analoghe, se non identiche". E' quanto ha affermato il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulle affermazioni del premier Berlusconi riguardanti la partecipazione degli immigrati alle attività delle organizzazioni criminali. "La considerazione di fondo sugli immigrati - ha adetto Crociata - resta la dignità di ogni persona umana che non può essere oggetto di pregiudizio e discriminazione, come ha ricordato il Pontefice".

GLI INCONTRI CHE GUARISCONO

IL GRUPPO BIBLICO "Vangelo e yoga" SI INCONTRA, CAMMINA, ASCOLTA, CONDIVIDE... E SI CURA CON LA PAROLA, LE MANI, IL RESPIRO, LA FIDUCIA...


CAPITOLO 8 DEL VANGELO DI MATTEO

Si narra di un Gesù che incontra le persone, evita le folle, e si avvicina alla storia personale di chi gli è prossimo.
Profeta itinerante, sceglie la Galilea, lontano dal Tempio di Gerusalemme, per camminare, di villaggio in villaggio, aldiqua e aldilà del lago di Tiberiade.
Non fa preferenze di persona ma l'evangelista descrive una lampante contrapposizione: gli esclusi dalla religione riescono a stupire Gesù, il quale alla fin fine li elogia per la loro fede. Che stranezza è mai questa?

Tocca un lebbroso e diventa impuro anche lui. E chi se ne frega!
Uomo con gli uomini, prima ancora che uomo per gli uomini.
Non fa domande indiscrete, ad esempio, sul tipo di rapporto tra il centurione romano e il suo ragazzo, che tanto gli sta a cuore.
Mette a proprio agio la suocera di Pietro, ammalata per il suo "non sentirsi all'altezza" di ospitare il famoso profeta, a tal punto da farle passare la febbre.
Ma tratta male coloro che si ritengono dotti, gli scribi, avvisandoli: "Cari miei, con quella puzza sotto il naso, non potrete mai seguirmi! Guardate che non dormo in albergo!"

Forse esagera con i suoi discepoli... non è così umano preoccuparsi quando il mare è molto mosso e la barca di Pietro non è uno yacht? Ci vuole umani, sì o no?

"La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare". E' la conseguenza del rischio, la prova del coraggio, il passaggio obbligato verso una maggiore fiducia in se stessi. Guai se non avessi paura dei pericoli! Certo che, in questa società di ansiosi e ansiotici, bisognerebbe affrontare le sfide con l'allegria e la spensieratezza di un bambino!

Gesù ci vuole umani, talmente umani, da chiederci di rinuciare ad una mandria di porci, al frutto del proprio duro lavoro, pur di vedere felici due persone. Chi me lo dice che un domani, sarò io ad aver bisogno del sudore di un altro? Quanto vale una vita? Perchè tanta rabbia per quei porci uccisi? La vita di un uomo non vale più di qualche cassetta di arance?

LA PREGHIERA

Non sentirti escluso, anche se il mondo ti giudica.
Non sentirti discriminato, anche se ti senti diverso.

(Me lo ripeto a me stesso...)

Sappi che il "diverso" spesso nella Bibbia viene tradotto con daimon. "Hai un demonio!" è l'esclamazione che indica l'individuazione di un qualcosa di sconosciuto e quindi pericoloso. Ma non potrebbe essere l'occasione per la salvezza?

O Dio,
eterno viandante,
benedici i nostri piedi,
perchè possano camminare su terreni sconosciuti,
aldilà delle certezze,
in mezzo ai diversi e agli esclusi,
dentro di noi e nel mondo.

Trasforma la nostra rabbia per le cose perdute
e l'invidia verso chi ha fede,
in gioia e ringraziamento.

venerdì 29 gennaio 2010

IL DIVERSO DIVENTA "DAIMON"

LA MALA TRADUZIONE CHE HA INVENTATO IL DEMONIO


(di Amedeo Gaetani dal suo blog)


Il Messaggio d’Amore del Cristo è quello che ci invita a conoscere Dio presente in ognuno di noi, per essere persone libere e responsabili. Bisogna, però, tenere presente che nella nostra Coscienza abitano mostri indotti dall’educazione religiosa ricevuta fin dall’infanzia. Bisogna, quindi, liberarsi da queste presenze negative che condizionano la nostra ricerca di Dio nel profondo di noi stessi. Ora, il problema vero sull'esistenza o meno del demonio nasce dall'ignoranza dei Vangeli. Se si riesce a dimostrare, come è dimostrabile nei Vangeli, che, quelli che noi chiamiamo satana, diavolo, demonio, nel testo greco primitivo non hanno gli stessi significati che gli sono stati attribuiti dai traduttori in lingua italiana, la fede in Cristo riceve nuovo vigore e diventa ciò che veramente era originariamente: Un messaggio d’Amore Universale. Sgombriamo, dunque, il campo dalle false traduzioni. Partiamo dal capire come sono venuti fuori questi termini daimon, satan, diabolos, nella traduzione dei LXX, dall’Ebraico in Greco, per l’Antico Testamento e poi considereremo direttamente i Vangeli redatti in lingua Greca. Se diamo per assodato che il demonio esiste è facile attribuirgli tutto il male di questo mondo, anche se, sinceramente e usando la logica, mi pare assurdo che il Padreterno permetta che questo presunto essere immondo lavori per far soffrire gli esseri umani e Lui non muova un dito per difenderli. Allora come è nato primitivamente il termine “daimon”? Che cosa significava nell'A.T. il termine “satan”? E il termine “diabolos” (che è la traduzione greca di satan) che cosa significava veramente nei Vangeli in Greco?
Faccio un esempio pratico per dimostrare che i Vangeli vanno letti tenendo conto del tempo storico in cui sono stati scritti: Quando si legge nel Vangelo che alcuni discepoli di Gesù vanno da Lui per dirgli che Erode lo cerca, ebbene Gesù risponde: “Andate a dire a quella "volpe" che io devo predicare oggi e domani......” In italiano noi troviamo la traduzione “volpe” e, in effetti, la traduzione è buona: Gesù ha nominato proprio la volpe. Il problema non è il termine che Gesù usa ma il "senso" che questo termine trasmette alla nostra mente. Oggi noi quando pensiamo alla volpe pensiamo ad una persona furba-scaltra. Non è così al tempo di Gesù. Gesù ha detto "volpe" certo; la volpe, però, al tempo di Gesù era sinonimo di “criminale". Vedete come la differenza di senso rischia di travisare il significato del termine stesso?
Lo stesso dicasi per "daimon". Non dobbiamo vedere cosa significa per noi oggi ma cosa significava per Gesù e per i suoi contemporanei. Quando i LXX tradussero la Bibbia dall'Ebraico in Greco, dato che si trovavano in terra straniera (Alessandria d'Egitto), trovarono nella Torah (la legge ebraica) molti termini non ebraici, entrati a far parte della Scrittura e che ormai facevano parte della tradizione ebraica della diaspora, dopo l’ultimo esilio in Babilonia . I LXX tradussero questi termini incomprensibili (fauni, centauri, sirene: presenze immaginarie) con "daimon". Non solo. Daimon a quel tempo aveva un significato positivo. In Socrate il daimon aveva significato di spirito umano buono, nume tutelare, spirito divino guida. Gli autori ebrei però, pur avendo fede nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, ritenevano che tutti gli altri esseri fossero opposti al Dio del bene. Era dunque, per loro, di facile deduzione che questi termini tradotti con daimon-daimonion descrivessero una sorta di semidei cattivi da opporre all’unico Dio. Non dimentichiamo che gli ebrei oltre a credere in Dio, non lo ritenevano unico ma credevano in altri dèi extrabiblici che, però, erano necessariamente inferiori, in potenza, al Dio d’Israele. Da questa concezione del Dio d’Israele, a cui vengono sottomessi gli altri dèi dei popoli extrabiblici e a cui vengono affibbiati, dai LXX, il nome “daimon”, nasce l’idea di un essere spirituale malvagio, ovviamente opposto a Dio. La mentalità ebraica, dunque, presente anche nei LXX, trasforma in negativo il termine daimon che di per sé era positivo. In altre parole, se gli dèi degli altri popoli, presenti negli scritti sacri, vengono tradotti “daimon” e se, nello stesso tempo, sono opposti al Dio buono d’Israele, se ne deduce che questi “daimon” sono esseri malvagi opposti a Dio. Il problema si acuisce quando S. Girolamo accosta questo termine al suo fantomatico Lucifero di cui nella Bibbia Ebraica non c’è traccia. Ma è proprio Girolamo che, traducendo male Isaia 14,12, fa credere che, colui che è caduto dal cielo (come Isaia disse di Nabuccodonosor) in effetti è un angelo ribellatosi a Dio prima della Creazione. Capite l'inghippo? Isaia parlando sarcasticamente a Nabuccodonosor afferma: ”Sei caduto dal cielo stella del mattino”? (Hellel). Isaia voleva semplicemente dire al Re che il suo regno era in declino. I LXX traducono "eosforos"( portatore di luce): Girolamo invece fa nascere qui il “Lucifero" che, letteralmente, vuol dire proprio portatore di luce ma dà a questo essere una connotazione malvagia dicendo che è un angelo decaduto, servendosi del daimon dei LXX, mentre Isaia si riferiva a Nabuccodonosor e non ad un presunto angelo ribelle a Dio. Dunque la favola dell'angelo decaduto nasce da Girolamo. Più tardi il daimon verrà accostato a Lucifero. Per questo motivo oggi quando si parla di Lucifero si pensa al demonio. La stessa cosa dicasi per "satan" e " diabolos". Nel parleremo nel prossimo articolo.

Riprendiamo il ragionamento sopra sviluppato per dimostrare come anche quando si parla del termine "Satan", pur presente nella Bibbia Ebraica, ci si trova davanti a false traduzioni dove viene alterato il “senso” originario dello stesso termine in questione. Questa operazione letteraria ha generato in noi, con l’incedere della storia, schemi mentali difficilmente modificabili in quanto, ben radicati nella Coscienza umana, portano l’individuo ad aver paura costantemente di questo presunto spirito maligno che lo abiterebbe in condivisione con Dio. Per questo motivo si pensa che l’uomo, pur abitato da Dio, sia disturbato costantemente da questa creatura malvagia che, in determinate condizioni, potrebbe anche possederlo. Come già affermato per il “daimon”, a fondamento di questa penosa situazione per il credente ci sono false interpretazioni da parte dei traduttori. Quando parlo di traduttori mi riferisco alla traduzione della Bibbia CEI in Italiano. Il fatto stesso che oggi, se io dico a qualcuno "satana", immediatamente la persona, che si sente pronunciare questo termine, si spaventa, deve farci riflettere. Perché? Perchè nei nostri schemi mentali si fa subito l'associazione di idee: satana= spirito maligno. Perchè questo? Perchè lungo la storia questo termine ha finito per assumere un significato diverso da come era originariamente (ecco l'importanza del “senso” originario che il termine porta in sé). “Satan” in ebraico voleva significare "avversario in guerra". Dov'è, dunque, il satana come lo concepiamo noi e di cui, ad esempio, Padre Livio, direttore della più grande stazione radio religiosa al mondo, Radio Maria, si fa assertore, tormentando gli ascoltatori e spaventandoli? Il Satan Ebraico non esiste, per la Bibbia, come spirito personale maligno ma solo come persona fisica che combatte contro un'altra persona fisica. Il Re Davide viene chiamato "satan" dai suoi nemici. Lo stesso dicasi per Re Salomone. Gesù stesso chiama Pietro "Satanas" (una variante di satan ma il significato non cambia) ma è Pietro, cioè in quel momento un avversario del progetto di Gesù di andare a Gerusalemme. Figurarsi se Gesù si permette di chiamare “Satana” un suo apostolo, intendendo con questo nome uno Spirito Maligno. Se Gesù lo chiama in questa maniera è per fargli capire che, in quel momento, Pietro è un uomo che avversa un progetto; il progetto di Gesù di andare a predicare a Gerusalemme, nella tana del lupo. Oggi, però, il “Satan”esiste ancora, per noi, come un essere spirituale ma solo perché ci hanno fatto credere, lungo la storia, che egli è uno spirito maligno e qui si realizza la più grande falsificazione mentale; infatti, questo inquietante personaggio, noi lo portiamo dentro, non come spirito maligno personale ma come “idea”. E sappiamo bene che, per la psiche umana, quando si ha paura di un’idea, la stessa idea può essere percepita come realtà concreta, anche se dimostrata immaginaria e può creare delle autentiche nevrosi ossessive. Lo sa bene chi soffre di fobie. L’oggetto della fobia è immaginario eppure se ne ha paura come se fosse reale. Cambiando, dunque, il “senso” ai termini in gioco, gli stessi termini possono assumere parvenze reali che disturbano la mente. Il potere religioso ha bisogno di questo stato di cose per mantenere inalterata la propria supremazia sulle Coscienze. A chi di noi,quando era bambino, non è stato detto: "Fai il buono altrimenti chiamo l'uomo nero"? Attenzione, dunque a non farsi plagiare.
Nel tempo queste tre figure (daimon, satan e diabolos) hanno assunto tutte lo stesso significato: Un essere spirituale malvagio. Si assume una gravissima responsabilità chi spaccia per vere delle realtà che vengono fuori da grossolani errori di traduzioni e da cambiamenti dei “sensi originari” dei termini in questione. Il “diabolos”, poi, è la traduzione greca del satan ebraico, significa la stessa cosa. Ma qualcuno può dire: E le tentazioni di Gesù? Altro falso storico e teologico. Gesù è diviso in se stesso, quando sta nel deserto e si chiede: “Come devo esprimere il mio messianismo? Come vogliono i miei connazionali, combattendo i Romani o alla maniera del servo del Signore, profetizzato in Isaia, che cambia il cuore dell’uomo dall'interno? Nel momento in cui Gesù decide per la seconda visione messianica, quella voluta dal Padre, allora il "satan", cioè quella parte avversaria che connota il cuore di ogni uomo, si allontanò da lui. Gesù è tentato proprio nel mettere in pratica il suo messianismo: Glorioso o Servizievole? Comprende in sé che deve essere il Messia che porta nel mondo l’Amore disinteressato e gratuito. E' in se stesso, dunque, che opera questa tentazione. Ora,siccome noi portiamo ancora, nella nostra mente, l'idea di questo spirito maligno, di fatto inesistente, l’istituzione cattolica che cosa fa? Crea esorcisti che cercano di ricacciare dalla porta una realtà che essi stessi fanno poi rientrare dalla finestra, predicandone la presenza. Queste credenze non vengono fuori dai testi originari ma da traduzioni sbagliate a cui sono stati dati "sensi" diversi da come erano originariamente. Nel prossimo articolo affronteremo il tema dell’inferno anch’esso inesistente nei Vangeli scritti in greco.

giovedì 28 gennaio 2010

NERI E ZINGARI: I PIU' DISCRIMINATI

I NUOVI LAGER HANNO NOMI DIVERSI

Il presidente della comunità ebraica di Padova, Davide Romanin Jacur, ha dichiarato ieri, durante una celebrazione presso il tempio dell'Internato Ignoto, che sono "i neri e gli zingari" i nuovi discriminati di oggi.

A PORTO ALEGRE IL FUTURO DEI SOCIAL FORUM

Da Porto Alegre, un racconto del Forum sociale mondiale in corso fino al 29 gennaio.

(di Anna Pizzo)

Siamo ormai a metà strada, qui a Porto Alegre, sud del Brasile, del grande seminario internazionale organizzato dal Forum sociale mondiale tra il 25 e il 29 gennaio per segnalare che siamo entrati nell’area degli anniversari: era difatti il gennaio 2001 quando per la prima volta la città brasiliana patria del bilancio partecipativo decise di ospitare rappresentanti della società civile di tutto il mondo per il primo Forum sociale mondiale in coincidenza con quello economico dei «grandi» in corso a Davos, Svizera. Il Forum mondiale del decennale, ed è una buona notizia, si terrà all’inizio del 2011 a Dakar, Senegal.
Quello in corso a Porto Alegre è ampio seminario con molti di coloro che in un modo o nell’altro fanno parte del popolo degli altermondialisti, e serve a fare il punto, e a capire quali temi, quali prospettive, quali suggerimenti, quali altre strade il Forum dovrebbe seguire se vuole andare avanti. Già è in programma appunto il Forum del 2011, ma nel frattempo le domande di senso sulla necessità di tenere in piedi uno strumento che dieci anni fa parlava un linguaggio e oggi deve necessariamente parlarne un altro, non sono affatto fuori luogo. (leggi tutto)

mercoledì 27 gennaio 2010

GIORNATA DELLA MEMORIA - TRIANGOLO ROSA

L’associazione Alétheia nella giornata mondiale della memoria presenta il documentario Paragrafo 175 documentario di Jeffrey Friedman e Rob Epstein, raccoglie le testimonianze di omosessuali sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti. Le stime degli storici parlano di circa 15000 omosessuali condannati in base al paragrafo 175 del codice penale tedesco. Molti di questi finirono nei campi di concentramento, dove furono tra i primi a morire, perché gli uomini col triangolo rosa erano il simbolo di uno dei gruppi maggiormente disprezzati. Di queste vicende non si è parlato per oltre 30 anni, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, segno evidente che la persecuzione non è cessata nel 1945.



Mercoledi 27 gennaio presso sede Informa Giovani Vicenza

Contrà Barche 55

Ore 20.45 seguirà dibattito

per info contattaci!

grazie per la partecipazione e collaborazione,


--
Aletheia
Associazione GLBT Vicenza
aletheia.vicenza@gmail.com
http://www.gruppoaletheia.it
333 2912035

PERCHE' JAMES NON SI UCCIDE?

IL TERREMOTO SOMMERSO DEI SUICIDI DI OGGI

Il 27 gennaio del 1945, Primo Levi, dopo essere miracolosamente sopravvissuto all'inferno di Auschwitz, muore gettandosi dalla tromba delle scale della sua casa a Torino. Qualcuno parla di incidente, anche se la strada del suicidio non è poi così assurda. "Era molto stanco – dichiarò la moglie Lucia -, demoralizzato. Sapevo che Primo soffriva di depressione. Si era isolato. Credo fosse molto preoccupato per le condizioni della madre. Ha 92 anni ed è stata colpita da ictus cerebrale".
La depressione quindi esisteva già allora, connaturale alla nostra condizione umana. Eppure non riesco a sorvolare sopra l'ondata di suicidi che sta colpendo la nostra città di Padova. É un terremoto silenzioso, che rende orfani molti figli. Un virus senza vaccino. Crisi post partum, licenziamenti, delusioni amorose, insuccessi scolastici e lavorativi... come è possibile togliere l'esperienza del fallimento nella vita di un uomo o una donna, per garantire la felicità piena?
Non è il fenomeno dell'immigrazione a destabilizzare la sicurezza del cittadino. E non è l'intervento militare e nemmeno la crescita del PIL a infondere una generale percezione di benessere. Il Costa Rica, per fare un esempio, è il Paese al mondo dove la gente si considera più felice, eppure non girano armi e neppure geep dell'esercito. Possiamo immaginare dunque una campagna elettorale che prometta di risolvere il problema dei suicidi attraverso una terapia concreta per essere felici?
In effetti questo fenomeno sta diventando un disordine sociale, perchè sconvolge familiari e parenti della vittima, a volte intere comunità, e, attraverso la ripercussione mediatica, stimola le persone in crisi a fare altrettanto, per imitazione.
Forse fa parte del nostro DNA occidentale, ma non di quello di James, operaio nigeriano in cassa integrazione con moglie e quattro figli a carico. In questi giorni non si dispera e, caricato il borsone di calze e fazzoletti, suona i campanelli della periferia alla ricerca di qualche euro. "Non è facile!" mi ripete in inglese. Ma, nonostante tutto, sorride canticchiando "No problem".
É un fattore culturale quindi, che risalta maggiormente nel nostro contesto multietnico. Il giorno in cui un padre africano si ucciderà in seguito ad un licenziamento o a un qualsiasi fallimento, allora potremmo dire che si sarà perfettamente integrato nella nostra società! Se è questo quello che vogliamo, ci stiamo incamminando verso un futuro di morte. Se con umiltà ci mettiamo alla scuola di altre visioni della vita e della realtà, attraverso il dialogo con persone di altre culture, forse impareremo a convivere serenamente con i normali e naturali fallimenti della vita, senza farne una tragedia.



Dice il saggio: "Non ci sono demoni, gli assassini di milioni di innocenti sono gente come noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal nostro, ma hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa, la strada dell'ossequio e del consenso,
che è senza ritorno".

(Primo Levi, «La ricerca delle radici»)

CARO DON GIULIO, NON HAI PECCATO

Caro don Giulio,
leggo oggi l'articolo sul Corriere del Veneto e vorrei ringraziarti per le tue parole che accompagnano la scelta di amare una donna: "Tutto questo per aver detto sì all’amore e no alla tristezza che mi pesava come un macigno", ma non sentirti in colpa! La penitenza che dici di voler fare, sarà semplicemente vivere come gli altri. Se ti sei accorto di aver "sbagliato lavoro" è un conto, se credi invece che la dottrina della Chiesa Cattolica dovrebbe essere rivista, nel dialogo e nel rispetto reciproco, allora anche la tua voce e la tua esperienza possono essere importanti.
A te e alla tua famiglia,
auguro ogni bene!

martedì 26 gennaio 2010

UN FILM PER RIFLETTERE: PUO' BASTARE?

FARE IL PRETE IN UN MONDO CHE CAMBIA

Questa mattina la sala del cinema MPX ospiterà i preti di Padova che accetterranno l'invito di guardare gratuitamente l'ultimo film di Carlo Verdone Io, loro e Laura.
In occasione dell' "Anno Sacerdotale" indetto da Benedetto XVI, il Centro padovano della comunicazione sociale assieme all'Istituto san Luca per la formazione permanente del clero, offre la proiezione di un film la cui trama ruota attorno alla figura di un prete missionario.
Un'interessante iniziativa che, aldilà delle recensioni più o meno entusiasmanti, serve a creare dibattito su un ruolo che, non solo a Padova, è in profonda crisi di identità. Anche le case editrici periodicamente sfornano libri a riguardo: da Preti. Viaggio fra gli uomini del sacro di Vittorino Andreoli a Pretacci. Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapedi di Candido Cannavò. Il fatto è che molti preti continuano a lasciare la parrocchia, ovvero il modello più diffuso, per inventarsi un ministero a propria misura, o addirittura per elevarsi allo stato laicale.
Un film per riflettere sull'identità e sul senso dell'essere e del fare il prete in un mondo che cambia, può servire, ma perchè non ascoltare prima di tutto i diretti interessati? Sono i preti "dissidenti", non allineati ma appassionati, e un po' ex o disobbedienti come me, a offrire materiale vivo per una riflessione comune. Storie vere, in carne ed ossa. Idee e proposte vagliate con il sudore del rifiuto sociale, senza nessun interesse personale. Quello che voglio dire è che di persone concrete, disponibili a offrire stimoli e provocazioni costruttive sulla figura del prete, ce ne sono anche a casa nostra. E molte ultimamente. Purtroppo alcune proposte di incontro sereno, in cui confrontarci, "guardarci in volto", vengono abortite per difficoltà di comunicazione e mancanza di umiltà. Sarebbe opportuno favorire lo scambio di opinioni, nello spirito della crescita comune.
Staccata la spina del dialogo, per paura che il modello classico del prete venga smontato e reinventato dal basso, senza il timbro dell'autorità, si preferisce presentarlo così come una lettrice de La Difesa del Popolo lo descrive nell'ultimo numero: "Quando nel confessionale ti dà il perdono è il Cristo che ti assolve. Quando può darsi che la sua vita non sia coerente con le sue parole: ma ti insegna la verità. Credi in questo uomo strano e misterioso: è il ministro di Dio."
Dal Vaticano però arriva una buona notizia. Fare il prete in un mondo che cambia significa finalmente accettare che la legge è uguale per tutti! Il card. Claudio Hummes assicura che "D'ora in poi oltre ad essere sottoposti al giudizio delle leggi ecclesiastiche, saranno consegnati anche ai tribunali civili per essere giudicati e condannati dopo un regolare processo".
Attendiamo dunque il prossimo passo: un incontro, aperto a tutti i preti, quelli dentro e quelli fuori, quelli convinti e quelli in crisi, quelli celibi e quelli sposati, magari al Multisala Pio X dove, almeno per una volta, si invertano i ruoli. Chi è abituato a parlare dovrà ascoltare, almeno per una volta!

lunedì 25 gennaio 2010

TRE PUNTI SULL'ECUMENISMO

SI CONCLUDE OGGI LA "SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI"

1. Non parlerei di unità ma di comunione nelle diversità, attraverso un dialogo alla pari.

2. Non metterei al centro del dialogo la Verità, ma la carità.

3. Prenderei atto che ogni nuova chiesa che nasce è l'espressione di un cambiamento, di un forte desiderio di spiritualità che non si riconosce però nelle forme già esistenti e che non vuole essere represso e integrato nella religione dominante.

LA TEORIZZAZIONE DELLA GHETTIZZAZIONE

ITALIA MULTIETNICA, NON MULTICULTURALE: UNA DISQUISIZIONE DEL MINISTRO LA RUSSA

Durante una trasmissione televisiva, il ministro La Russa, dialogando con Gad Lerner, ha espresso il suo pensiero sull'integrazione, distinguendo due termini: multietnico e multiculturale.
Secondo La Russa l'Italia multietnica può esistere se le diverse razze presenti nel nostro Paese accettano la cultura italiana, tradizioni, religione, ecc...
Impensabile è invece un'Italia multiculturale, dove cioè ogni razza è libera di esprimere la propria cultura e identità.

DOMANDA: E' forse possibile separare la persona dalla propria cultura?

LA PAURA DI PERDERE LA PROPRIA IDENTITA'

TRA IDENTITA' E MULTICULTURALISMO: GIUSEPPE TRENTIN RISPONDE...

(tratto da La Difesa del Popolo del 24 gennaio 2010, settimanale diocesano)

DOMANDA
Non pensa anche lei che il multiculturalismo, così come ci viene propinato, annichilisca le identità? Se tutte le culture e le religioni sono uguali, a che serve un prete, un cardinale e una gerarchia? Se la mia identità fosse solo definita dal mio livello di "solidarietà", è forse necessario essere un credente e un cattolico per praticarla? Nella sua rozzezza e virulenza la Lega, magari in maniera indistinta e confusa, coglie questo problema, che del resto è ben noto ai teologi. [...]
Lina Meneghetti

RISPOSTA-DOMANDA
E' certamente vero che, se si interpreta il multiculturalismo come puro e semplice accostamento di culture e non invece come interculturalità, il rischio di perdere o quanto meno di annacquare la propria identità nell'indifferentismo o relativismo religioso è reale. Ma allora il problema è: come evitare questo rischio?
E' sufficiente rivendicare o difendere a spada tratta la propria cultura, le proprie radici, o non è necessario e urgente ripensare più storicamente, più culturalmente, il processo di progressiva costruzione e formazione della propria identità aprendo, da una parte, un processo di inculturazione, di vero ripensamento della fede cristiana, dall'altra una fase di maggiore disponibilità all'interculturalità, al dialogo, alla conoscenza di altre culture, altre religioni? [...]
Giuseppe Trentin
(presbitero e docente di Teologia Morale)

LE NUOVE ARMI

GUARDA VIDEO (clicca qui)

COSTA RICA: SENZA ESERCITO, PIU' FELICI

LA SICUREZZA NON E' SINONIMO DI FELICITA'

Il Costa Rica è uno dei pochissimi paesi al mondo ad avere smantellato il proprio esercito ed è altresì l'indiscussa nazione più felice della Terra.
Esistono vari criteri con i quali misurare l'indice di felicità di un Paese, tutti inesatti e imprecisi, ma questa perla dell'America Centrale si colloca in ottima posizione in ogni classifica, a prescindere da quale sia il sistema utilizzato per redigerla. Per esempio, il World Database of Happiness, redatto da un sociologo olandese sulla base di risposte date a sondaggi condotti da Gallup e da altri istituti di ricerca, colloca il Costa Rica al primo posto in una classifica di ben 148 nazioni. Ciò dipende dal fatto che quando ai costaricani è stato chiesto di assegnare un punteggio alla felicità da loro percepita su una scala da uno a dieci, mediamente hanno risposto 8,5.

I danesi li seguono con 8,3 punti, mentre gli statunitensi si collocano al ventesimo posto con il loro 7,4 e gli abitanti di Togo e Tanzania vanno a rimorchio, alquanto distaccati, con appena 2,6 punti.

sabato 23 gennaio 2010

UN TEMPIO TRASFORMATO IN CENTRO DI ACCOGLIENZA

I VALDESI INSEGNANO

Il tempio valdese di Firenze è stato trasformato in un centro di accoglienza. Immediata mobilitazione delle chiese evangeliche fiorentine per far fronte a questa emergenza. L'indignazione della pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese: “Un'operazione di pulizia etnica improvvisata e immorale”.

Mentre accogliamo i rom – ha dichiarato all'Agenzia NEV la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese, che ha condiviso ed apprezzato l'azione della comunità evangelica fiorentina – denunciamo l'improvvisazione e l'immoralità dello sgombero che ha il sapore di una vera pulizia etnica. Trattare così uomini e donne, disabili e bambini è indegno di una società civile. Siamo scandalizzati che per guadagnare qualche consenso si calpestino fondamentali diritti umani. Per questo lanciamo un appello agli uomini e alle donne di buona volontà che operano nelle istituzioni ed ai politici locali e nazionali: non crediate di risolvere la questione rom con le ruspe e con gli sgomberi. La soluzione è solo in un intervento sociale ed educativo a cui avreste dovuto pensare da tempo, perché i rom sono qui da anni ed hanno titolo per restare in Italia. I valori della democrazia e dei diritti umani vi impongono di incamminarvi su questa strada. Se lo farete vi sosterremo con la stessa forza con cui oggi vi critichiamo. Con coraggio evangelico abbiamo aperto la nostra chiesa, ma ora chiediamo un aiuto, perché 75 persone possano tornare a vivere normalmente e la chiesa possa tornare ad ospitare il culto. Lo chiediamo alle istituzioni politiche, alle associazioni, ai comuni nel nome dei fondamentali valori dell'accoglienza, della solidarietà e dei diritti umani. Che, nonostante alcuni amministratori tendano a negarlo o ignoralo, valgono per tutti, anche per i rom”.

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RINUNCIARE A FETTINA O BISTECCA UNA VOLTA A SETTIMANA

QUANDO UN PICCOLO GESTO PUO' FARE LA DIFFERENZA

D.ssa Maria Concetta Digiacomo

Quando si parla di Fame nel mondo, si rischia troppo spesso di fare un discorso demagogico e in quanto tale può non essere sentito dai più. Spesso il problema viene vissuto come qualcosa che non possiamo modificare. Nel nostro piccolo, nel nostro vivere quotidiano, possiamo pensare di fare beneficenza aiutando i più poveri, facciamo delle donazioni, aiutiamo delle associazioni umanitarie di cui ci fidiamo, ma a volte basta anche un gesto apparentemente insignificante, che invece ha delle ripercussioni veramente rilevanti. Vorrei così dare un messaggio semplice, apparentemente poco significativo, ma al tempo stesso di sostanziale rilevanza.

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