martedì 28 dicembre 2010

Elezioni in Sudan

Il reportage di Paolo Rumiz su Repubblica

Il 9 gennaio la parte Sud del Paese, cristiana e animista, voterà per staccarsi dal Nord a maggioranza islamica. Se Khartoum non riconoscerà l'indipendenza, scoppierà un nuovo conflitto. A sostenere lo sforzo della regione meridionale c'è l'Occidente, con gli Stati Uniti in prima fila: tutti pronti ad avviare l'estrazione di petrolio dalle paludi. (leggi tutto)

sabato 25 dicembre 2010

Cara mamma e bambino

Ricevo e pubblico

Abbiamo già pubblicato questo post su un altro sito, ma è propbabile che qui la mamma torni più volentieri e si senta piu accolta. Quindi se a Federico non dispiace lo posizioniamo anche qui.
Sarebbe stato bello questo spazio fosse più frequentato. Ma, si sa... come ai tempi di Gesù e poi Francesco: l'Amore non è amato. Quindi: Buon Natale... che dio ci conceda ancora Tempo per cambiare e rinnovare.

Salvatore A.- Emma U.


Cara Mamma e Bambino,
non perché si avvicina il Natale festeggiato dalla chiesa che parla con voce più forte, ma semplicemente perché abbiamo chiesto un segno e questo è apparso ed ha allontanato un po’ il dubbio: sullo scrivere o meno.

E perché per noi il Natale è quando accade la nascita di qualcosa o qualcuno di nuovo
Che non c’era prima. Un’idea nuova, un modo di fare gli auguri con parole nuove,
una ruga di espressione, un'attenzione. E soprattutto una persona nuova. Del tutto nuova, come un bambino neo nato dal basso o magari rinnovata, dall’alto.


Non abbiamo altro mezzo che questo per raggiungere te e con te quelle le maternità
vissute, in ogni tempo e luogo, tra incertezze, fatiche, rifiuti, tentennamenti, paure, umiliazioni, offese, ferite, violenza, freddo, morte. Uomini presenti, ma distanti, assenti, contrari.

Non conosciamo i fatti o non possiamo leggerli dall’esterno,ma abbiamo letto tra queste righe smarrimento e dolore e non siamo rimasti indifferenti.
Perché di tutte le morti possibili, quella che non vorremmo incontrare è proprio quella provocata dal virus diffuso dell’indifferenza e della presunzione. Nessuna appartenenza religiosa ci preserva dal temibile contagio.
Abbiamo provato a sostenere il tuo progetto attraverso qualche contributo sul sito attraverso il quale avevamo condiviso la tua storia ma come era prevedibile, è prevalsa su tutto e tutti, comprese le buone intenzioni, la necessità di preservare uno status quo di comodità e false certezze.

Il contrario del Natale, appunto.

Il Natale accade anche per ricordarci che ogni parto e ogni nascita rappresenta per la mamma che crea e per il bambino creato, un percorso difficile e talvolta traumatico, urgente da sconvolgere molti equilibri. Da quelli più micro (penso al miracolo prodigioso che avviene nel corpo della donna)a quelli macro.
Nessun pianeta dell’universo rimane estraneo (indifferente) ad un evento tale e così come lo influenza, altrettanto ne viene influenzato (alcune partorienti ben lo sanno anche se poi dimenticano )
Pertanto, mamma e bambino, non sentitevi abbandonati ,esclusi, invisibili o temibili. Quando accade è perché ogni tanto la lente del vs cannocchiale si appanna o è fuori fuoco. La vita e cio che vi contiene entrambi è più grande e generoso/a di tutto cio che offende e mette alla prova ogni giorno voi, la vostra vita e quindi anche la nostra

Gli angeli sospesi tra terra e cielo sono la conferma ai nostri dubbi: ogni cosa che nasce è stata desiderata da ciò che non ha nome, che non si puo nominare (definire con parole) talmente è immenso. Quando gliene attribuiamo insistentemente uno (di nome) è perché proiettiamo su lui certe dinamiche ancora umane da cui non ci siamo liberati. Ricorda. La maturità religiosa non certifica quella spirituale, anzi. Spesso l’una annulla l’altra.
La grotta è dove abitiamo, tra oscurità (i nostri occhi che non vedono), freddo (il nostro cuore che non è ben alimentato), roccia (la nostra abitudinarietà, durezza e rigidità...)
Maria e Giuseppe siamo noi. Sono un maschile e un femminile che non si conoscono e si sono frequentati pochissimo, ma vengono riunificati da un figlio.

Il nostro augurio attraverso le parole tradotte da chi ama e diffonde conoscenza.... gratis. Non per professione, né per ottenere alcunché.
Non citiamo testualmente, poiché non sono state scritte, ma solo ascoltate e ricordate.

Vi desideriamo:
Abbondanza di Sentimento, che è la capacità di superare ogni divisione creata o subita.
La Forza che è l'opposto del precedente dono e cioè la capacità di percepire i confini che ci separano e le differenze;
L'Armonia che è la capacità di trovare equilibrio e sintesi tra Sentimento e Forza.

Se abbiamo tutto questo già ricevuto, questa volta proviamo allora a donare,


Buon Natale

(Per commentare ulteriormente, rispondere e interagire vi rimando al post del forum Manda un messaggio di sostegno)

venerdì 24 dicembre 2010

Auguri sussurrati

natale è accoglienza

Mi-Vi auguro di accogliere
un sentimento,
un pensiero,
una persona,
un evento...
imprevisto,
scomodo,
pericoloso,
da tempo rigettato,
rifiutato e nascosto.

Aldilà delle categorie
del buono
o del cattivo!

Due pensieri autentici e liberi

Mi piacerebbe festeggiare la fine della paura; la paura che abbiamo tutti di lasciarci davvero interpellare da dubbi e incertezze, di lasciarci scuotere. Mi piacerebbe festeggiare la fine della paura di ascoltare. Ci stiamo abituando ad una vita urlata. E alzare la voce non è un modo per superare la paura di non essere visti e ascoltati?

Stefania Salomone


In questo clima di incertezza e di paura, vediamo che c'è il ritorno a forme religiose, che sono delle vere alienazioni perchè riscoprono un Dio estraneo al mondo, un Dio che s'incontra quando si fugge dal mondo. Questo non è il Dio di Gesù e soprattutto non è il Dio dell'uomo, perchè non si può realizzare un autentico cammino verso Dio senza passare per la relazione primordiale, costitutiva, che è il rapporto con l'altro, con il Tu.

Giuseppe Stoppiglia

mercoledì 22 dicembre 2010

L'arte di cucinare



Sulla testa un pezzo di legno,
quanto basta per cucinare
il pranzo per i bianchi.

Cous-cous di mais,
ovvero polenta:
tutto il mondo è paese.

Una mattinata intera per preparare
un pranzo semplice e genuino,
polenta con sugo di arachidi,
da gustare senza posate.

Marie cucina,
e non lascia rifiuti,
ciò che non si mangia
ritorna alla terra,
senza bisogno di intermediari autorizzati.

Noi mangiamo,
con le mani,
con la bocca,
con gli occhi,
piatto unico.

Ci vuol tempo e pazienza,
per un'opera d'arte da far mangiare!

Arrivano i bianchi!



A Ngambè-Tikar non c'è elettricità,
non ci sono pozzi,
non ci sono strade asfaltate,
non c'è la rete.

A Ngambè-Tikar
una donna ci offre papaia e banane,
una mamma dorme per terra con i suoi bambini
per lasciarci dormire sul letto.

L'ospite è sacro,
il bianco ha i soldi,
bisogna trattarlo bene.

E' possibile costruire relazioni autentiche,
nella terra ricca di contraddizioni e ambiguità?

Terapia antidepressiva

Lontani dall'Italia per un paio di settimane!

Rimanere fuori Italia per qualche giorno fa bene. Senza televisione, cellulare. Senza le solite baruffe di partito. In Camerun siamo famosi per le scarpe e la mafia. Ma più simpatici dei francesi, i loro colonizzatori.

Lontano dall'Italia per guardarmi da fuori. Quante cose faccio per abitudine? Per il semplice bisogno di fare?

Il ritmo africano mi innervosisce, e poi condanno lo stress che stanca. Dove sta l'equilibrio?

Lo choc da rientro: il freddo ci rinchiude dentro le case. Là la vita si svolge sempre fuori, lungo le strade. E' soltanto la conseguenza di un fattore meteorologico?

martedì 21 dicembre 2010

Son tornato

Dalla sabbia alla neve...

lunedì 6 dicembre 2010

Sono in Camerun























Dal 7 al 19 dicembre

...a mangiar mango, ananas, banane
...a respirare terra rossa
...a disintossicarmi da troppa cultura
...a riscoprirmi uomo

Una panoramica sull'immigrazione


Un libro, un regalo di intercultura

Nel sito che vi propongo di visitare http://www.bibmondo.it/att/migrazione/index.html, ci sono molti libri interessanti. Percorsi di lettura 2010. Percorsi di migrazione a cura di Mauro di Vieste.

Dateci un'occhiata!

Fede e Storia

Il pessimismo del papa

Nel 1972 il teologo Joseph Ratzinger scriveva: Lo scandalo più grave della fede cristiana sta nella sua mancanza di incidenza storica. Essa non ha cambiato il mondo ma se la fede non produca nulla, allora anche tutto quello che si può dire è vuota teoria.
Gli eventi dal tempo di quella data non hanno smentito il pensiero pessimista dell'attuale papa.

Le considerazioni di Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucault

Che cosa erano le comunità ecclesiali di base realizzate in Brasile come progetto uscito dal Concilio appena chiuso, se non una "incidenza storica" della fede sulle condizioni reali dei "senza terra"? Era facile convincere il Papa appena eletto, che veniva da una esperienza di lotta contro il comunismo, che queste comunità non erano altro che un "cattocomunismo" come cercava di convincere Reagan, Presidente di una nazione che ha sempre cercato il predominio sull'America Latina.

giovedì 2 dicembre 2010

Una tragica analisi

Dalle grandi crisi economiche,
si esce con le guerre,
che "rilanciano il mercato".
La storia insegna.
E' successo dopo la crisi del '29,
con la seconda guerra mondiale.
La situazione in Korea può essere un'anticipazione?


Roberto Schiattarella (economista)

lunedì 29 novembre 2010

Cosa sta succedendo a Rio?

(tratto dalla newsletter di Macondo)

A Rio ormai è guerra aperta. La versione ufficiale dice che i capi del traffico rinchiusi nel carcere di massima sicurezza di Catanduvas (a centinaia di chilometri da Rio) hanno ordinato l’attacco frontale alla città, hanno imposto ai loro uomini di seminare il panico. Il motivo sarebbe quello di “protestare” contro le UPP, unidade de polícia pacificadora, ossia i battaglioni speciali che occupano permanentemente altre favelas importanti, togliendo così spazio e potere ai narcotrafficanti e ripristinando una “normalità”.

(leggi tutto)

sabato 27 novembre 2010

Vari modi per attendere...

I domenica di Avvento (Mt 24, 37-44)

Attesa e Speranza
E' più bello attendere quando l'ideale è forte, il sogno è grande, le motivazioni sono radicali. Attendere la nascita di un figlio: solo una madre sa cosa significa! Attendere che il mondo cambi, con la speranza che sia migliore. Che questa Chiesa cambi, non solo papa, ma anche mentalità. Sì, rimango con la speranza che...

Attesa e Impotenza
E' più umano attendere quando accettiamo l'esperienza del limite, nostro, degli altri, di Dio... Vorrei cambiare Io il mondo, scovare le ingiustizie e risolvere i problemi, trovare la cura efficace alle malattie più diffuse in questa società... E se non ci riesco? Frustrazione, delusione, rabbia... Metto del mio, certamente, e attendo. Arrivo a qualche compromesso, non devo sentirmi giudicato. Arrivo a qualche conquista, bene, non sono l'unico. Non sono indispensabile! I sistemi, le istituzioni, le religoni, le economie, le persone... sono complessità, imperfette per natura.

Attesa e Pazienza
L'agricoltore attende e si prepara all'arrivo della primavera. L'attesa paziente è attesa attiva. Che fortifica lo spirito. Come posso insegnare ai miei figli ad essere pazienti? I risultati non arrivano subito, a scuola occorre studiare, i bei voti arriveranno. E io che insegno la pazienza, sono davvero paziente?

Attesa e Impegno
Per non lasciarsi vivere. Dio ha le nostre mani per intervenire... La religione non può diventare irresponsabilità ("Tanto è Dio che decide!"). Essere pronti, svegli, attivi, con la testa e il cuore in questo mondo, quello reale. Con tutti i suoi limiti... Puoi anche spegnere tutto e seguire la tua coscienza o il guru del momento e programmarti una vita da asceta. Ma è stare in questo mondo la vera sfida!

"Non aggiungere anni alla vita, ma vita agli anni" (Madre Teresa) Non sono un suo fan, ma mi piace questa sua frase!

Qual è il tuo modo di attendere?

giovedì 25 novembre 2010

Una reazione al mio articolo

Che ne pensate?

Leggo sul "Mattino di Padova" di oggi, in prima pagina, l'articolo di Federico Bollettin "Chiesa, sessualità e preservativo".

Non ritengo inutile precisare che l'autore di quanto sopra è un sacerdote cattolico, il famoso "prete innamorato" di cui si occuparono le cronache.
Lo dico perchè mi risulta che un sacerdote cattolico dovrebbe conoscere e insegnare la dottrina, anziché "interpretarla" a proprio piacimento.
Ebbene, si dà il caso che la primarietà del "bonum prolis" tra i fini del matrimonio non sia, come parrebbe dall'articolo, la bizzarra trovata di qualche Padre della Chiesa un po' sessuofobo, ma dottrina costante della Chiesa, ribadita nello scorso secolo, tra l'altro, dalla "Casti connubii" di Pio XI e dalla "Humanae Vitae" di Paolo VI. La sessualità viene così "mortificata"? No, viene solo indirizzata al suo fine naturale, ricordando che N.S. Gesù Cristo e la Sua Santissima Madre per primi diedero l'esempio della perfetta castità additandola come modello a tutti i cristiani e in primis proprio ai sacerdoti. Anzi, gesù stesso, rispondendo in Luc. 20, 35-6 alla capziosa obiezione dei Sadducei circa la donna dei sette mariti, dà esplicitamente come causa dell'esservi o non esservi il matrimonio la possibilità o l'impossibilità di voler generare figliuoli per rimedio della mortalità. In cielo infatti (dice) "non si ammoglieranno né si mariteranno perché non possono morire". Invece per il signor Bollettin la "corporeità" è nientemeno che "il luogo privilegiato per incontrare Dio". Ma "il luogo privilegiato per incontrare Dio" non è la Sua casa, la chiesa?
"Fare all'amore per il gusto e il piacere di volersi bene ed essere felici, senza l'ossessione di dover procreare ad ogni costo, è un'esperienza che genera Vita": ma di quale "vita" sta parlando? Qual è la "vita" generata dalle coppie omosessuali? E' certo una metafora, ma è lecito usare le metafore per camuffare la realtà? Su questa base il sig. Bollettin, "sacerdote cattolico", non solo fa una grottesca caricatura della dottrina che dovrebbe predicare, non solo vorrebbe che si scindesse intenzionalmente il coniugio dalla procreazione, quasi che questa fosse una fastidiosa conseguenza, un fastidioso "effetto collaterale" di quello e non il suo fine primario oggettivo, non solo vorrebbe sfigurare con la contraccezione la natura stessa dell'amore coniugale, che è di per sé fecondo, non solo insulta San Gerolamo, Sant'Ambrogio e Sant'Agostino di cui dovrebbe invece porsi umilmente alla scuola, ma vorrebbe addirittura (bestemmia inconcepibile per un laico, figuriamoci per un sacerdote) legittimare il peccato contro natura, che la Chiesa di cui si dice ministro condanna come colpa gravissima, che grida vendetta al cospetto di Dio. In questo senso egli naturalmente non si accontenta della già blasfema "apertura" di Joseph Ratzinger ma auspica che la Chiesa, piegandosi ai capricci dei "preti innamorati", cambi la dottrina bimillenaria che, ricordo, non è nemmeno sua ma che le è solo stata data in deposito per essere difesa e tramandata senza cambiarne uno iota. Cianciando di un "amore" che si esprimerebbe nei piaceri carnali, sganciati dal loro fine naturale, mentre, come ricorda Romano Amerio, l'amore cristiano si pone nella sfera della dilezione amicale, dell'agape, "per la quale nessuno dei due coniugi vuole l'altro, ma al di sopra di questo amore di concupiscenza vuole all'altro e con l'altro il proprio perfezionamento personale", non in quella della sensualità, dell'eros. Anche perchè, ricorda sempre il grande ticinese, la congiunzione carnale è proprio il momento della massima divisione tra le persone, "perdendosi nell'amplesso e la coscienza di sé e la coscienza dellaltro".
Dico, c'era bisogno di duemila anni di Cristianesimo per sentire ripetere sciocchezze come queste del "prete innamorato"? I pagani non dicevano cose diverse. La grande novità del messaggio cristiano, l'aveva capito un ateo intelligente come Prezzolini, è proprio la sua predicazione della castità: la verginità come condizione ideale, il matrimonio come scelta subordinata, non certo spregevole ma inferiore nella scala assiologica, e giustificato primariamente dal fine procreativo. Il che significa che la procreazione non deve mai essere positivamente esclusa.
Naturalmente nessuna censura pioverà sul capo del "prete innamorato": diciamo la verità, mica ha contestato l'autorità di Ratzinger. E, soprattutto, non ha "negato l'Olocausto".

Franco Damiani

mercoledì 24 novembre 2010

Chiesa, sessualità e preservativo

(pubblicato su Il Mattino di Padova di oggi)

L'apertura del papa all'uso eccezionale del preservativo fa notizia. C'è voglia di parlarne. In ogni caso si ripete quello che spesso è accaduto nel corso della storia della Chiesa: le grandi riforme partono dalla base. All'autorità non resta che riconoscere, tollerare e giustificare una pratica ormai diffusa tra i fedeli. Già da anni, associazioni cattoliche, missionari laici e religiosi, consigliano e consegnano profilattici come prevenzione all'Hiv. Anche coppie e fidanzati credenti non ne disdegnano l'uso quando lo ritengono opportuno. La realtà è che il libero arbitrio e il buon senso hanno prevalso sui dictat degli ultimi pontefici. Si attende quindi un'enciclica o un documento, che rassicuri il popolo cattolico e affermi con umiltà gli errori commessi dall'alto. Ma una riflessione seria e positiva sulla sessualità dovrebbe andare oltre le disposizioni pratiche sull'uso del preservativo. Al momento vi è un'apertura, ma ancora superficiale. La percezione è che si scelga il male minore, e non si proponga un'etica nuova, incarnata nella complessità di questa società. É come se le conclusioni ufficiali della Chiesa arrivino sempre in ritardo, anche di poco, rispetto a quelle che le persone comuni deducono con l'esperienza umana e di fede.
Il punto cruciale riguarda la questione teologica della superiorità, in una relazione sessuale, del fine procreativo rispetto a quello unitivo.
San Girolamo ammette l'uso della sessualità solo in funzione della procreazione. Sant'Ambrogio afferma che il matrimonio, pur essendo buono, implica certe cose per cui persino le persone sposate arrossiscono di loro stesse. Per non parlare di sant'Agostino che nei Soliloquia scrive: “Quanto a me, penso che le relazioni sessuali vadano radicalmente evitate. Penso che nulla avvilisca l'uomo quanto le carezze di una donna e i rapporti corporali che fanno parte del matrimonio”. La maggior parte dei Padri della Chiesa e dei santi ci hanno trasmesso una mentalità secondo la quale la sfera della sessualità, e più in generale quella della corporeità, viene vista come qualcosa da cui liberarci per avvicinarci a Dio. Non il luogo privilegiato per incontrare Dio.
Ecco perchè è ancora difficile predicare la bellezza dell'amore in quanto tale. Fare all'amore per il gusto e il piacere di volersi bene ed essere felici, senza l'ossessione di dover procreare ad ogni costo, è un'esperienza che genera Vita. In quest'ottica, le coppie sterili e le coppie gay avrebbero gli stessi diritti delle coppie eterosessuali fertili. Esistono molti modi per generare vita da una relazione d'amore sincero e adulto. Non è certo l'uso di un preservativo a determinare se una coppia è aperta alla vita oppure no.

lunedì 22 novembre 2010

L'alluvione insegna

Un signore di Veggiano (Padova), colpito dall'inondazione, rifiuta l'offerta in denaro di un industriale.
"Il mio datore di lavoro, come pure amici e familiari, ci hanno già sostenuto economicamente, fornendoci anche i primi elettrodomestici". Ritenendosi perciò già fortunato, risponde al benefattore: "Consegnate quei soldi ad un'altra famiglia più bisognosa!"

"I veneti non pagano le tasse? Risultato? Un povero veneto, vittima dell'alluvione, se non paga le tasse resta povero come prima e senza più casa o fattoria. Un ricco veneto, invece, si ritrova ricco il doppio! Ecco la cultura fortemente territorialista della Lega" afferma Ascanio Celestini, teatrante poliedrico.

venerdì 19 novembre 2010

La comunità pakistana di Modena e Reggio Emilia...

... è contro i matrimoni imposti, e crede nella parità uomo-donna

La comunità pakistana di Modena e Reggio Emilia non trova le parole per esprimere la propria rabbia ed il proprio sdegno per il drammatico omicidio di Shenaz Begum, per aver difeso la figlia Nosheen Butt dal padre che la voleva costringere ad un matrimonio imposto.
Noi crediamo che questi episodi isolati di violenza contro le donne infrangano il lavoro sincero degli immigrati che hanno la volontà di convivere con le tradizioni del paese ospitante, distruggano l’immagine della maggioranza degli immigrati, che è contro la violenza e crede nella parità uomo e donna, interpretino male le tradizioni degli immigrati stessi.
Crediamo che fare il padrone dei propri figli non abbia niente a che fare con nessuna religione e nessuna cultura civile. Nella legge pakistana un matrimonio combinato o una promessa di matrimonio di un minorenne non ha nessun valore giuridico. Secondo la religione Islamica, praticata dal 97% degli abitanti nel Pakistan, “chi ammazza un essere umano è come se ammazzasse tutta l’umanità”. La religione e la tradizione islamica non dicono che il matrimonio va imposto o combinato.
Questi casi, seppur isolati, ci preoccupano per il nostro futuro in Italia. I casi isolati vanno isolati. Noi riteniamo che questa cultura, che prende di mira le donne e che fino a pochi anni fa era presente in molte parti del mondo, vada combattuta insieme. Dobbiamo cercare tutte le soluzioni possibili per sconfiggere questo pensiero, non soltanto perché rappresenta un problema di convivenza tra i cittadini immigrati e gli italiani, ma perché crediamo alla sacralità della vita e alla parità tra uomo e donna.
Se il caso di Nosheen, in cui la madre ha difeso la figlia (cosa che non si era vista nel caso di Hina di Brescia e Saana di Pordenone), dà un segnale chiaro che la metà del nostro cammino è stata fatta, ora ci manca un altro pezzo che dobbiamo fare tutti insieme, prendendo le distanze dalla mentalità malata che crede nella supremazia dell’uomo.
L’Associazione Pakistana di Reggio Emilia e la comunità pakistana condannano duramente questa idea ed esprimono tutta la solidarietà a Nosheen. (...)

(tratto da www.uominincammino.it)

giovedì 18 novembre 2010

La paura del cambiamento e la perdita del potere


I dispersi dell'Argentina e i nuovi dispersi

Vera Vigevani Jarach, di origini italiane e cofondatrice del movimento delle "Madres de Plaza de Mayo" in Argentina, è stata ospite questa sera al cinema Esperia di Chiesanuova a Padova.
Per fare memoria.
Io c'ero.
La figlia Franca, diciottenne, fu prelevata in un bar di Buenos Aires insieme ad altri compagni di classe il 26 giugno 1976. Di lei non si seppe più nulla fino a quando, poco tempo fa, si è avuta la certezza da una sopravvissuta al campo di concentramento dell'ESMA che era tra le vittime dei voli della morte.
"La paura del cambiamento" ha spinto i militari argentini a rapire e uccidere giovani, avvocati, psicologi, giornalisti e artisti, piccoli imprenditori... speranze di un futuro nuovo.
Il colpo di stato civile-militare ha trovato l'appoggio e l'indifferenza di molte istituzioni. Tra cui la Chiesa-gerarchica nella figura del suo nunzio Pio Laghi. "Non è che non ci ascoltasse - ha detto Vera - ci dava una pacca sulla spalla, ci diceva poverine, ma poi andava a giocare a tennis con un generale dei militari".
Il silenzio è stato grande protagonista degli atroci crimini.
Cosa ci insegna?
La repressione un tempo violenta oggi è diventata non violenta, ma più pericolosa. Non si vede più il sangue, e può sembrare democratica. Ostacolare la libertà di stampa è forse l'ultima tecnica per continuare la repressione del cambiamento, del nuovo, dei giovani.

Dal Kashmir a Savona

Una testimonianza di integrazione

di Zahoor Ahmad Zargar

www.famigliazargar.com

Quando sono venuto a vivere qui dal Kashmir, molti anni fa, mia moglie (che è savonese) si era accorta che mio padre usava nelle sue lettere frasi tipo “luce dei miei occhi” e mi chiedeva di raccontarle in che modo rispondessi io ai miei parenti. Noi, infatti, usiamo molte immagini e paragoni nell’esprimerci, così mi aveva proposto di scrivere qualcosa sostenendo che sarebbe piaciuto agli italiani, dato che lo stile letterario varia da paese a paese.
All’inizio, stendevo i testi in urdu e poi, insieme con lei, cercavamo di tradurli fedelmente: così è nata la poesia Liguria, ad esempio. Una persona che viene da fuori, infatti, rimane subito affascinata dal paesaggio; in seguito, però, si scontra con l’isolamento e con una mentalità assai provinciale: mentre il mondo diventava globale, qui si voleva vivere come prima, fare ciò che era sempre stato fatto, perdendo opportunità preziose e non capendo che l’incontro e il confronto con altre realtà arricchisce. È come quando si entra in una stanza chiusa e si sente puzza, ma chi è dentro non se ne accorge. Naturalmente, non c’era intenzione di offendere, ma di risvegliare le coscienze, scuotere con una provocazione per uscire dallo stagno. Poi, ho osservato anche il modo di fare dei savonesi, per me inconsueto: chiuso, senza colore; ho paragonato il comportamento della gente di questo paese con quello della mia. Così ho immaginato di scrivere una lettera a mia sorella (“Lettera a Mabuba”) dove raccontavo la perdita della vita sociale con il progresso, come avviene in tutto il mondo, la mancanza di solidarietà… In apparenza, tutti sembrano felici, hanno molta materialità, ma dentro gli manca tutto. Non conta quanti palazzi, automobili si abbiano, se si sia stati fuori a divertirsi per tutta la notte: poi si torna a casa, si è soli e si sta ingannando la realtà! E’ come con i braccialetti ciui-mui che le ragazzine del mio paese usano: sono tanto belli, ma si rompono subito, ferendo i polsi… Ricordo che una signora che l’aveva letta è venuta nel mio negozio e ha pianto per tanto tempo! In questo modo, mi sono fatto conoscere localmente e, dato che sono musulmano, tanti venivano da me a domandare se anche noi musulmani potessimo avere un luogo dove pregare. Nel 1998, siamo riusciti ad affittare un locale ma, soprattutto, ne abbiamo fatto un luogo di vicinanza per far conoscere culture differenti agli italiani (noi stessi immigrati veniamo da paesi molto dissimili con vari usi, lingue e tradizioni) e meglio l’Italia agli stranieri. Per questo abbiamo organizzato, negli anni, convegni, dibattiti, abbiamo accolto alunni e insegnanti di molte scuole per parlare, incontrarci, far conoscere le nostre feste, le nostre preghiere, i tanti punti di contatto che ci legano. Credo che siamo riusciti a trasmettere il nostro messaggio qui a Savona, perché alle nostre manifestazioni è sempre venuta tanta gente, oltre a importanti rappresentanti istituzionali e delle altre religioni. Lo stesso messaggio abbiamo cercato di portare in Liguria e nel resto d’Italia, avendo io ricoperto varie cariche nella comunità. Gli stranieri amano questo paese come seconda patria, qui lavorano e i loro fi gli vanno a scuola, qui cercano di migliorare se stessi e l’ambiente che li circonda. Gli italiani devono dar loro la possibilità di vivere in modo degno. L’integrazione avviene quando le due parti si avvicinano e si rispettano. Per me, l’integrazione, invece, è iniziata proprio attraverso la scrittura e, in un secondo momento, è proseguita nel volontariato per la mia Comunità.

Io credo

Io credo alle verità
di tutte le grandi religioni del mondo.
Non ci sarà pace durevole sulla terra
fino a quando non impareremo non solo a tollerare,
ma anche ad avere riguardo
per le fedi diverse dalla nostra.
Uno studio rispettoso dei detti
dei vari maestri dell’umanità
è un passo in direzione di questa stima reciproca.


Mahatma Ghandi