venerdì 5 marzo 2010

IN RICORDO DI NERIO

IMPOTENTI DI FRONTE A UN AMICO CHE SI TOGLIE LA VITA

Appena tornato dalla Nigeria, alcune notizie mi hanno già riportato brutalmente dentro a questa realtà. Tra queste la morte di un amico, conosciuto di recente, in occasione di un incontro a Padova con don Franco Barbero e durante le prime serate del gruppo biblico "Vangelo e yoga".
Una persona intelligente, in continua ricerca, rispettosa e aperta al dialogo. Mi aveva invitato al suo gruppo di Vicenza "La Parola" per una riflessione su "Cristiani liberi e responsabili nella chiesa di Dio" prevista per il 14 marzo prossimo. La sua scelta lascia sconvolti tutti. Soffriva ma non lo faceva pesare. E chi lo conosceva si starà ancora colpevolizzando per non essergli stato più vicino. Aveva dentro di sè pesi insopportabili o resi insopportabili da altri: la società, la Chiesa, l'educazione...altri soggetti anonimi e vaghi.
Non voglio pubblicare tutto quello che mi ha scritto e che mi ha detto, soltanto due lettere, che denotano sì la sofferenza ma anche una grande generosità e sensibilità.

Dio Padre,
accogli Nerio nel tuo abbraccio materno,
fa' che sperimenti la pace del non giudizio,
e donaci la forza
per reagire
alle parole di morte
di questa società,
seminando speranza.

REAGIRE CON LA PROPRIA FRAGILITA'

Caro Federico,
ti ringrazio molto per quanto mi scrivi.
Hai ragione quando dici che i sensi di colpa mi sono stati trasmessi da questa Chiesa e da questa società però purtroppo questa è stata la mia realtà di vita e non un’altra. In questa Chiesa sono stato educato e cresciuto e in questa società mi sono trovato a vivere e convivere.
E a tutto questo io ho reagito con le mie forze,
con la mia fragilità,
con la mia sensibilità...



LA CONDIVISIONE

Ho voglia di raccontarti questa piccola storia:

Una settimana fa mi chiedevo che cosa portare a te e alla tua famiglia come regalo di Natale sapendo che quasi certamente sarei venuto ieri a trovarvi.

Fra le varie idee che mi erano venute alla mente ho scelto quello che mi sembrava più utile e anche più originale: un bel cesto natalizio!

Ma non di quelli che trovi nei vari supermercati già belli confezionati e super-incelofanati bensì un vero e proprio cesto, trovato in cantina fra le cose che conservo della mia famiglia, di quelli che si usavano e si usano ancora per andare a funghi o per raccogliere frutta, castagne etc…

Volevo infatti portarvi in dono, dei prodotti tipici della mia città o comunque della nostra terra. Ci ho messo quindi due scatole di “bigoli de Bassan”, una bottiglia de “tajadea”, della mostarda, del cioccolato, del riso, dei datteri, una sacchetto di farina gialla “vicentina” e qualcos’altro…..

Causa la neve che mi sono ritrovato sabato al mio risveglio e dopo averci sentiti al telefono, non sono più venuto…… rimandando l’incontro, come ben sai.

Sai che fine ha fatto il “tuo” cesto, che avevo preparato con tanta cura?

Nel primo pomeriggio mi chiama una ragazza rumena con cui sono in contatto da alcuni mesi e che ho un po’ aiutato. Vive qui a Bassano con una sorellina di 16 anni e con la sua bambina di appena 3 anni, una bambina molto bella avuta da suo marito che poco dopo la nascita l’ha abbandonata, non avendo assolutamente voglia di assumersi la responsabilità di una famiglia.

Questa ragazza (ha appena 25 anni) non ha un lavoro e da tanti mesi attende che la Questura la chiami per regolarizzare la sua presenza qui in Italia.

Mi ha chiesto se potevo darle qualcosa per acquistare da mangiare e per dei medicinali per la bambina che ha problemi intestinali dovuti alla scarsa e scorretta alimentazione.

Mi sono poi incontrato con lei verso le 15.30 (c’era un freddo boia!) e le ho dato buona parte di ciò che c’era nel tuo cesto, tranne ovviamente la bottiglia di “tajadea” essendo un liquore alcolico.

Venerdì prossimo è la festa cristiana del Natale e penso che vivere la con-divisione con chi è nel bisogno sia lo spirito giusto per “fare spazio” a Dio nella nostra vita e nel nostro cuore.

Non ti ho raccontato questa storia perché tu mi dica che sono bravo e buono, avevo semplicemente voglia di raccontarla a qualcuno e tu hai la sensibilità giusta per capirla e valutarla nel modo giusto.

1 commento:

  1. Caro Federico io ho conosciuto Nerio con ritardo rispetto agli amici di domenica, ma con lui ero entrato in piena sintonia subito e qui non riesco a dirti più di tanto perché la ferita ancora è aperta.
    A nome del gruppo "La Parola" ti ringrazio per quanto hai scritto nel blog su Nerio, mentre le mail che ci siamo scambiati quando tu eri in Negeria e mi hai indotto a dirti il vero motivo per cui sostituivo Nerio, fanno parte del mio archivio personale. La vita è strana Dio ti toglie un amico e ne entra un altro e questo sei tu. Se ti ho conosciuto di più e meglio è proprio grazie all'impegno che Nerio aveva preso con te: sono "misteriose"coincidenze.
    Renato

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