lunedì 8 marzo 2010

VOLTI DI DONNE

Maria G. Di Rienzo, scrittrice e attivista della non violenza,
ha raccontato, oggi, al direttivo del FIM-CISL di Padova,
VOLTI DI DONNE


LA TESI

Dagli studi scientifici degli ultimi decenni (Margherita Mead in particolare), si può affermare che non esiste nella specie umana una differenza di genere legata al comportamento o a ruoli specifici, genitoriali o lavorativi.

LA DOMANDA
La donna che accudisce i figli e tiene pulita la casa, e l'uomo che, lavorando, porta a casa lo stipendio, è un modello universale e transculturale? E poi cosa significa che un modello è più naturale di un altro?

LA TESI
La violenza sulle donne di religione islamica o cristiana copta alle quali si impone l'infibulazione ed altre pratiche simili, non ha nessun fondamento religioso o culturale, ma semplicemente risponde al diabolico bisogno di potere e di denaro.

LA DOMANDA
Quali violenze, in nome del potere e del denaro, vengono fatte alle nostre donne italiane? Che siano operaie o impiegate, insegnanti o badanti?

1 commento:

  1. ...grazie! hai anticipato una domanda che mi pongo spesso in questi giorni
    ripenso a Sara e a chissà quale scomoda verità le ha provocato questa crocifissione e alla verita di tante donne ridotte al silenzio con la morte e la violenza che frantuma non solo il ns corpo

    come un fiume in piena e, l'esperienza di questi giorni, mi insegna che argini rinforzati non servono a contenere le acque , lì dove in più punti, è stato loro impedito il libero fluire

    la domanda è:
    nei giornali fa scalpore il caso di una donna condannata per eresia o adulterio,anche il papa e le organizzazioni internazionali si mobilitano (e così i paesi da questi rappresentati si sentono " a posto")
    ma qui, in questi nostri Paesi modelli di civiltà, cultura , stato sociale, cultura e religione , COSA ACCADE quando una donna rivela verità scomode, che destabilizzano chi la circonda ? cosa accade quando neppure proviamo a cercare di guardare un po' di più o con una lente diversa?
    quando temiamo scenari nuovi e diversi da preferire la cecità momentanea o l'eliminazione dell'oggetto dello scandalo tramite forme di lapidazione più subdole e travestite da altro?

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