martedì 9 marzo 2010

LICENZIATO, RIPRENDE A FARE IL VUCCUMPRA'


ESEMPI DI CORAGGIO CONTRO LA DEPRESSIONE DA CRISI

C'è chi non ha mai percepito gli effetti di questa crisi, chi invece tuttora ne risente e si abbatte, chi compie gesti estremi per la disperazione. Chi infine si rimbocca le maniche ed è disposto a scendere dalle scale di uno status raggiunto con fatica fino a ricevere umiliazioni assieme a qualche spicciolo. "Non vogliamo niente! Va' a lavorare..." É la storia di James, operaio nigeriano precario, licenziato qualche mese fa, con moglie e quattro figli a carico. Le reazioni spontanee: "Chi gli ha detto di fare quattro figli? Non sa che la vita in Italia costa? Scommetto che al suo Paese non esistono gli assegni familiari!"
Non c'è il tempo per cadere in depressione nè la disonestà per incassare soldi facili, e James recupera un vecchio borsone, riposto sotto il letto matrimoniale, da riempire di fazzoletti, accendini e calze made in China. La periferia di Padova non lo aspetta, non risponde ai citofoni, non apre i cancelli. Ma James sale in autobus di buon mattino, cammina per ore, lavora come autonomo e automa lungo i cigli delle strade, sperando di portare a casa qualcosa, fosse anche qualche scatoletta di tonno. "Non è facile!" mi ripete in inglese. Ma, nonostante tutto, sorride canticchiando il mitico Bob Marley "...perchè ogni piccolo problema, si risolverà!"
Quale coraggio e quale dose di autostima comporta una simile scelta! Ripartire da capo, annullare i fortunati risultati raggiunti, sentirsi ripetere frasi come queste: "Fannullone! Le spalle per lavorare ce le hai...". Nessuno lo conosce, conosce la sua storia, le ragioni che lo spingono a fare il libero commerciante senza partita iva, senza certezze, senza stipendio. "Non mi serve niente. Tieni un euro" gli risponde un'anima buona, infilando la mano tra le sbarre del cancello, con diffidenza. E James non si offende, anzi, capisce, accetta la monetina ringraziando da buon cristiano colonizzato: "Dio ti benedica!"
Il futuro prossimo non promette bene, quasi quasi vorrebbe tornare in Nigeria, da sconfitto, a sopravvivere da sottosviluppato in un Paese dove non esistono le bollette del riscaldamento o le tasse sui rifiuti. Dove non serve mandare i figli all'asilo perchè c'è sempre qualcuno disponibile ad accudirli. Vorrebbe tornare, ma qualcosa lo trattiene: finchè il conto in banca, frutto di molte notti in fabbrica, non si sarà prosciugato completamente, James non rinuncerà a perseguire il suo sogno italiano.
Il giorno in cui un padre africano si ucciderà in seguito ad un licenziamento o a un qualsiasi fallimento, allora potremmo dire che si sarà perfettamente integrato nella nostra società!

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