lunedì 29 marzo 2010

L'INFERNO E IL PARADISO SONO DENTRO DI NOI

UN RACCONTO ILLUMINANTE

Dopo una lunga ed eroica vita, un valoroso samurai giunse nell’aldilà e fu destinato al paradiso. Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’inferno.

Un angelo lo accontentò e lo condusse all’inferno. Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili, pur tuttavia i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi e scheletriti da far pietà.

“Com’e’ possibile?”, chiese il samurai alla sua guida. “Con tutto quel ben di Dio davanti!”.

“Vedi,” rispose l’angelo, “quando arrivano qui, ricevono tutti due bastoncini, quelli che si usano come posate per mangiare, solo che sono lunghi più di un metro e devono essere rigorosamente impugnati all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca”.
Il samurai rabbrividì. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppur una briciola sotto i denti.

Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso. Qui lo attendeva una sorpresa. Il paradiso era un salone assolutamente identico a quello visto all’inferno e, nell’immenso salone, un’infinita tavolata di gente e un’identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca.

C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia.

“Ma com’e’ possibile?”, chiese il samurai.

L’angelo sorrise.

“All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché si sono sempre comportati così nella vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino”.

L’inferno e il paradiso sono dentro di noi.

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