venerdì 17 luglio 2009

IL PREZZO PER LA CELEBRITA'

(Se a fratturarsi il polso fosse stato un comune mortale, o addirittura il re del pop... in Italia...)

Se a morire di overdose fosse stato uno di quei tossicodipendenti che chiedono insistentemente qualche spicciolo sul piazzale della stazione di Padova, nessuno si sarebbe chiesto come mai.
Se a morire di overdose farmacologica invece è il re del pop, il mondo si domanda il perchè. Soprattutto quando sappiamo che al terzo giorno dalla sua misteriosa morte il debito da capogiro che lo attanagliava si è miracolosamente risanato, facendo risorgere il suo impero discografico. “Michael Jackson valeva più da morto che da vivo” è l'amara considerazione della sorella Toya che sta circolando in questi giorni, mentre continua l'autopsia per conoscere esattamente le cause del suo decesso.
Un valore solamente economico, inevitabile prezzo da pagare per la sua irraggiungibile celebrità. Che supera campioni dello sport come Pelè e Maradona, guide religiose come Joseph Ratzinger o il Dalai Lama, altri cantanti famosi come Madonna. Ed è sorpassato soltanto dal marchio di una bevanda in lattina rossa con tutte quelle bollicine. É quanto ho appreso un paio d'anni fa, parlando con un gruppo di pigmei nel cuore della foresta equatoriale.
Forse lo spirito di Bob Marley potrebbe competere con quello di Michael Jackson in quanto a forza vitale persistente nel tempo, oltre la morte fisica. Vedremo.
Certo, quando il tuo nome è quello più conosciuto al mondo assieme a quello della Coca Cola, non sei più una persona, un essere umano, ma un investimento nelle mani di chi organizza la tua vita, continuamente in pasto ai pescecani del mercato mediatico. Non più libero né di vivere né di morire. Un idolo imbalsamato da trasportare di stadio in stadio, di città in città, di continente in continente.
Ricordo quello che disse un grande martire dell'America Latina: “Se mi uccideranno, risorgerò nel popolo salvadoregno”. Dunque esiste un modo per non scomparire nel nulla e continuare ad essere presente nella mente e nel cuore delle persone che vivono del ricordo di un messia, di un profeta, di una star.
Michael Jackson è ancora vivo, o forse sarà ancora più vivo quando sarà fatta giustizia e finiranno le polemiche sul suo passato e rimarranno le sue canzoni attualmente in vetta alle classifiche mondiali, il suo stile originale di ballare e far impazzire il pubblico. Ma soprattutto – ci stiamo chiedendo – chi continuerà ad arricchire con quel centinaio di brani ancora inediti? L'unico difetto di Michael Jackson è stato quello di non aver saputo amministrare il suo capitale iniziale, e la sua sfortuna è stata quella di non aver avuto nessun Amico accanto, il vero prezzo da pagare per la celebrità.

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