lunedì 6 luglio 2009

VERSO IL G8

Se siamo sinceri con la storia e con la realtà, dobbiamo ammettere che la fede nel progresso si è spezzata.
Anche per i popoli potenti il futuro ha cessato di essere pieno di promesse attraverso il progresso, e tanto meno è pieno di promesse per i popoli deboli.
Si è pensato che lo sviluppo avesse la possibilità di rigenerarsi e che tutti avrebbero avuto la possibilità di usufruirne, sia pure in maniera diversa.
Questo sogno si è infranto, e se ancora vogliamo parlare di “sviluppo” dobbiamo farlo in termini di realizzazione di ciò che ogni società considera importante per una “buona vita”.
Dobbiamo educarci a vivere con “paci” diverse, senza pretendere un'unica pace per tutti.
Dobbiamo educarci a vivere con culture diverse, senza forzare tutti ad avere un'unica cultura. Dobbiamo capirci con lingue diverse, e non insegnare a tutti un'unica lingua.
Dobbiamo professare religioni diverse, e non convertire tutti alla nostra religione.
Dobbiamo organizzarci con diritti, economie e leggi diverse, e non unificare tutto (cosa che normalmente significa privilegiare la parte più forte).
Dobbiamo...sono imperativi...pesanti...antipatici...difficili...

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